Venerdì 26 Luglio 2024
LOREDANA DEL NINNO
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"Aiuto mamma. Ho gli incubi!"

Gli incubi infantili, comuni nel 75% dei bambini sotto i nove anni, possono nascondere paure legate a esperienze reali. Rassicurare e ascoltare i piccoli è fondamentale per aiutarli a gestire la paura. Il pavor notturno, diverso dagli incubi, richiede attenzione e comprensione da parte dei genitori.

"Aiuto mamma. Ho gli incubi!"

Gli incubi infantili, comuni nel 75% dei bambini sotto i nove anni, possono nascondere paure legate a esperienze reali. Rassicurare e ascoltare i piccoli è fondamentale per aiutarli a gestire la paura. Il pavor notturno, diverso dagli incubi, richiede attenzione e comprensione da parte dei genitori.

Sogni angosciosi che si manifestano durante la fase del sonno detta Rem (acronimo dell’inglese Rapid Eye Movement). Incubi accompagnati da urla e pianti scatenati da emozioni intense – come rabbia e paura, imbarazzo e disgusto – che provocano talvolta il brusco risveglio dei più piccini. Ne parliamo con Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista a Roma, autrice del libro Psicoanalisi e bambini - Vademecum per i genitori (Carena Editore). "Circa il 75% dei bimbi sotto i nove anni soffre di incubi occasionali – esordisce l’esperta–. Un fenomeno comune che nel 5% diventa ricorrente. In tal caso è opportuno rivolgersi a uno specialista per escludere la presenza di un disturbo neuro-psicologico. Se invece i ’brutti sogni’ compaiono mediamente ogni due settimane, genitori e nonni possono gestire la situazione in autonomia".

Qual è la prima cosa da fare?

"Anzitutto non sgridarli o trattarli come se stessero facendo i capricci. I bambini in preda agli incubi vanno rassicurati con un tono di voce calmo e abbracciati per contenere la paura. Quando si sono tranquillizzati, si può chiedere loro di raccontare il sogno. Se dopo la crisi si riaddormentano è consentito tornare sull’argomento il giorno dopo, ma senza insistere o forzarli".

Cosa si nasconde dietro gli incubi infantili?

"Spesso un episodio accaduto nella vita reale. Ad esempio, un litigio a scuola o con l’amichetto del cuore, la visione di un film pauroso o cruento, la separazione dai genitori che li lasciano a dormire altrove. Il bimbo, oltre che paura, può esprimere imbarazzo o disgusto. Studi psicoanalitici recenti attribuiscono all’attività onirica una funzione ’riparatoria’. Attraverso il brutto sogno, il piccolo impara a gestire la paura".

Quali sono i più ricorrenti?

"Molti bambini raccontano di essere inseguiti da un mostro, di nascondersi ma di essere scoperti, altri di precipitare nel vuoto, altri ancora di non trovare la voce per chiedere aiuto".

I brutti sogni sono legati spesso anche alla paura del buio.

"A differenza di quanto molti genitori credono, i bambini non devono dormire al buio completo. È bene che nella camera da letto sia presente una piccola luce, che sia sempre un riferimento in presenza di risvegli notturni, anche non traumatici".

Incubi e pavor notturno, differenze?

"Il pavor nocturnus, o terrore notturno, è una parasonnia, presente nel 30% dei bambini tra 3 e 8 anni, associata a sonnambulismo. Il risveglio, che si verifica poco dopo essersi addormentati (sonno non-Rem), è caratterizzato da ansia intensa e pianto inconsolabile senza che il bambino sappia dare una spiegazione poiché non è associato a sogni. Gli incubi hanno un valore strettamente psicologico, con un significato legato alle paure del bambino. Se diventano frequenti, è consigliato ai genitori di tenere un diario in modo da poterne parlare con uno psiconalista infantile e individuare la causa".