Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Come sono gli aerei ai tempi del Coronavirus? Le foto di un'assistente di volo

La hostess e fotografa Molly Choma sta documentando la strana realtà dei pochi aerei che ancora volano durante la pandemia

Nei mesi della pandemia gli aerei viaggiano semivuoti

Nei mesi della pandemia gli aerei viaggiano semivuoti

La pandemia di Coronavirus ha svuotato i cieli e gli aeroporti del mondo, ma ci sono ancora aerei che volano, e ci sono ancora piloti e assistenti che permettono a questi pochi aerei di volare. Molly Choma, una hostess in servizio per Alaska Airlines, è fra quelli che hanno deciso di continuare a fare il loro lavoro, mentre migliaia di colleghi hanno preferito o si sono ritrovati costretti a rimanere a terra. Molly è anche una fotografa freelance e sta raccontando con i suoi scatti i dietro le quinte e la situazione surreale delle ultime settimane. Il settore sta vivendo la peggiore crisi della sua storia. Secondo gli ultimi dati, nella settimana dal 14 al 20 aprile i voli di linea sono calati del 66% a livello globale rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, con picchi che hanno superato il 90% in molti paesi come Regno Unito, Francia, Spagna, Germania e Singapore (in Italia il calo è dell'81%). Ma non è solo questo: gli aerei che ancora decollano viaggiano semivuoti, trasportando pochissimi passeggeri. Nei post su Instagram Molly tiene il registro: dieci persone su un volo da San Francisco a Washington, sei su uno da San Francisco a Seattle. Che senso ha allora, per le compagnie e per i dipendenti come lei, continuare a volare? Anche con il traffico ridotto ai minimi, gli aerei garantiscono i collegamenti fondamentali e intanto, vuoti di bagagli, trasportano rifornimenti e materiali vitali per affrontare l'emergenza. Ma sono proprio le storie di questi sparuti passeggeri a motivare Molly e i suoi colleghi: medici e infermieri diretti verso ospedali in prima linea, figli che vanno ad assistere genitori in difficoltà, persone con gravi malattie costrette a spostarsi per ricevere cure speciali. Le sue foto documentano quindi non solo lo strano spettacolo di cabine vuote e aeroporti spettrali, ma anche l'abnegazione del personale di volo che ancora consente di viaggiare a coloro che non possono farne a meno.