Milano, 29 gennaio 2019 - Povero Adrian. Gente che va, gente che viene (soprattutto che va), gente che prende le distanze. Il cartone animato su cui Adriano Celentano ha lavorato per undici anni, e che finalmente era riuscito a piazzare a Canale 5 pare per cifre stratosferiche (dicono 22 milioni ma non vogliamo crederci), dopo gli indici di ascolto non esuberanti (15% lo show, 13% il cartone vero e proprio), dopo l’allontanamento di Teo Teocoli, Michelle Hunziker e Ambra Angiolini, dopo le proteste per le scene in cui il supereroe Adrian salva dalla violenza maschile due sventurate colpevoli di aver bevuto un bicchiere di troppo, si avvia felicemente verso l’ennesima polemica.
Stavolta tocca al grande disegnatore Milo Manara, che da più parti era stato associato all’impresa. Ora il maestro ha deciso che no, così non va. E su Facebook ha tenuto a precisare che lui ha fatto qualche bozzetto, niente di più, e che insomma lui con Adrian non c’entra niente. Sentite cosa ha scritto su Fb. "In merito alle inesattezze che, da diversi giorni, stanno circolando a seguito della messa in onda della serie Adrian – per la quale sento parlare di “Disegni di Milo Manara” (o addirittura di “graphic novel di Milo Manara”...) – credo di dover fare alcune precisazioni. Nel lontano 2009 accettai di partecipare al progetto di serie animata, con lo specifico ruolo di character designer, in compagnia di autori del calibro di Nicola Piovani, Vincenzo Cerami, Enzo D’Alò, oltre ovviamente ad Adriano Celentano. Per quell’incarico ho realizzato, quindi, una serie di studi di personaggi, di sfondi e di ambientazioni insieme ad alcuni storyboard delle principali scene della serie".
Così prosegue: "Come sanno tutti quelli che si occupano di cinema di animazione, questi disegni sarebbero dovuti essere utilizzati come riferimento per la realizzazione delle animazioni vere e proprie. Una volta consegnati i disegni, dunque, non mi sono assolutamente occupato, in nessuna fase della lunga e travagliata produzione, della realizzazione delle animazioni, essendo io un disegnatore e non un animatore. Mi rendo conto che il fatto che alcuni disegni dei miei storyboard siano stati inseriti anche nell’animazione finale, nonostante non fossero stati realizzati per questo scopo, abbia creato ulteriore confusione. Purtroppo la decisione di utilizzarli non è stata mia, e a suo tempo non ho potuto che far presente la mia forte perplessità in merito".
Conclusione: "Sono di ritorno dal Festival di Angouleme, dove sono stati celebrati i 50 anni della mia carriera con l’omaggio di una bella e grande mostra che mi ha impegnato molto, e ora sono in viaggio in Francia. Tuttavia, per la stima verso i tanti artisti italiani coinvolti e verso i miei lettori, ci tenevo a cercare di fare un po’ di chiarezza in merito a una produzione di cui, mentre ero all’estero, in Italia si è molto parlato, forse, senza la dovuta informazione sul mio coinvolgimento. Grazie a tutti per l’attenzione". Insomma, anche se con belle parole, il senso del messaggio è chiaro: io con Adrian non c’entro niente. Come una gallina spennata, lo spettacolo di Adriano Celentano ha perso una piuma dopo l’altra. L’inizio non era stato dei migliori: convocati per lo show di mezz’ora che introduce il cartone, dopo una settimana di inutile attesa Teo Teocoli, Michelle Hunziker e Ambra Angiolini avevano preferito allacciare il cappotto e andarsene. La baracca era rimasta sulle spalle – piuttosto poderose, per la verità – di Nino Frassica, con l’aiuto di Natalino Balasso. L’attesa spasmodica per l’arrivo del Molleggiato (su cui Canale 5 contava per fare il botto di ascolti) era andata delusa: poche parole nella prima puntata, lunedì, neanche una nella seconda, martedì. Attendiamo l’esito della terza, ma a Cologno Monzese hanno già preparato il piano B: spostare il cartone in seconda serata. La musica è finita, il pubblico se ne è andato.