Mercoledì 18 Settembre 2024
ELISA GUZZO
Magazine

Addio Menegatti. L’unica metà di Carla Fracci

Marito e “Nume“ dell’étoile, il regista scomparso a 95 anni. Nella vita e sulla scena, una storia d’amore straordinaria.

Addio Menegatti. L’unica metà di Carla Fracci

Beppe Menegatti e Carla Fracci, uniti nella vita in scena dal 1969 al 2021

Vaccarino

Sempre vestiti di bianco, lui con il suo candido cuculo in cima alla testa, lei in lungo con pizzi antichi e splendide collane d’avorio, coppia indivisibile che aveva saputo fare anche della vecchiaia un’opera d’arte, Carla Fracci e Beppe Menegatti sono scomparsi uno dopo l’altra, lei nel 2021 a 84 anni, tacendo con

eleganza sulla sua malattia, lui ieri, a Roma, a 95 anni. Quando, fino a che fu possibile, entravano insieme in platea alla Scala, partiva spontaneo l’applauso. Lui era artefice dei trionfi di lei al Piermarini, quando in piena carriera, le predisponeva mirabolanti piogge di fiori al momento dell’ovazione finale del pubblico.

Sposati dal 1969, si erano incontrati quando Beppe, nato il 6 settembre 1929 a Firenze, era un giovane assistente di Luchino Visconti, tra l’altro per il balletto Mario e il mago, imparando dal grande regista i segreti del teatro, senza trascurare poi le sue collaborazioni con Eduardo De Filippo e Vittorio De Sica. Lei, accettata alla scuola di ballo della Scala più che altro per il suo bel faccino e la sua grazia, oltre che per la dedizione con cui studiava accanitamente, per tutta la vita con l’appoggio di lui andò in scena sui grandi palcoscenici come nei paesini e in tv, quando la cultura alta disprezzava quell’”elettrodomestico” plebeo. La carriera della “Carlina” è stata lunghissima, in tempi in cui nessuno parlava di “danza matura”, per merito proprio di Menegatti, capace di cucire addosso alle sue doti di attrice, abile nel recitar danzando, tante figure di eroine, collezionando una serie di ruoli ad hoc per quella che fu la “nostra Giselle”, la nostra Giulietta, la nostra Gelsomina nel balletto capolavoro di Mario Pistoni, La strada sulla falsariga del film di Fellini.

Sublime interprete, Carla fu la ragion d’essere regista per Beppe capocomico, focalizzato completamente sulla sua Diva, madre di suo figlio e nonna felice e innamorata. A Palermo come a Verona, dove Menegatti curava la produzione di un balletto per Carla a ogni stagione, così come al Piccolo Teatro di Milano, mentre ancora l’incredibile Fracci cinquantenne danzava come la ragazzina Lise nella Fille mal gardée alla Scala nel 1987. Nel massimo teatro milanese Menegatti firmò 17 lavori, su tutti Francesca da Rimini. Eleonora Duse, Isadora Duncan, Alma Mahler, e molte altre grandi donne sono state incarnate per il suo Beppe dalla Fracci, che Manuel Legris giustamente onorò chiamandola a fare da coach alle sue giovani della casa, alle prese con Giselle. Da Cheri di Roland Petit a Colette, nel 1996, accanto a Massimo Murru, fino alla speciale redazione di L’heure exquise da Giorni felici di Beckett ad opera di Maurice Béjart, nel 1998, accanto a Micha Van Hoecke, Carla è stata la musa di coreoregisti fuoriclasse. Menegatti comunque era il suo “Nume”, sempre vicino, l’angelo custode indispensabile.

Un piccolo aneddoto basta a ricordare quanto Menegatti vegliasse sulla sua “creatura”: quando il maestro Béjart stava provando Beckett in vista della prima assoluta al Teatro Carignano per Torino Danza, qualche dubbio ancora rimaneva su come disporre gli elementi in scena, dove al centro dominava una piramide di rosee scarpette da ballo, occupando tutto lo spazio. Dove mettere la sbarra, arredo indispensabile? Da che parte farla entrare? Da fondo scena Beppe fece recapitare un bigliettino a Maurice, suggerendo la “sua” soluzione, perfetta, da regista a regista.