Martedì 13 Agosto 2024
LUCA SCARLINI
Magazine

Addio Bill Viola. Maestro della videoarte innamorato dell’Italia

Aveva 73 anni. Il legame con Firenze, la pionieristica esplorazione del futuro. Dalle performance a “The Greeting“, il dialogo con le grandi opere del passato.

Addio Bill Viola. Maestro della videoarte innamorato dell’Italia

Addio Bill Viola. Maestro della videoarte innamorato dell’Italia

Venezia, 14 luglio 2024 – Il 27 settembre 2011 Bill Viola, scomparso ieri a 73 anni, parlava a un folto pubblico alla Galleria dell’Accademia a Firenze, dicendo di sentirsi "humbled", ossia piccolo, di fronte all’eredità michelangiolesca con cui si confrontavano i suoi video. La storia dell’artista, che aveva origini inglesi e lombarde (e per questo voleva che il suo nome venisse pronunciato all’italiana), si era incrociata spesso con la città sull’Arno, dove era arrivato con negli occhi solo la produzione contemporanea (da Pollock a Rothko). Ma Viola restò folgorato a Santa Croce dalla visione delle cappelle Bardi e Peruzzi. Qui comprese che l’arte delle chiese era contemporanea, perché prevedeva il coinvolgimento delle persone a un livello profondo, nella quotidianità. In quella conferenza diceva che il soggiorno in città aveva cambiato per sempre il suo destino, trovando l’arte non soltanto in monumenti, quadri e sculture, ma nelle menti e nei cuori.

Dal 1974, quando aveva 23 anni, al 1976 l’artista nato nel Quens, New York, il 25 gennaio 1951, fu attivo al centro “art/tapes/22“ fondato da Maria Gloria e Giacomo Bicocchi, e tra i più attivi in Europa nella promozione della videoarte. In quello spazio, dove lavoravano figure importanti e assai diverse tra loro (tra cui Marina Abramovich, Giuseppe Chiari, Gino De Domicis, Joan Jonas, Charlemagne Palestine e Giulio Paolini, in ordine sparso), Viola ha messo a punto la sua visione, operando come direttore tecnico della struttura, dopo gli studi alla Syracuse University. Una foto storica mostra l’artista che fa un esperimento di ascolto con un amico, che ha le cuffie e gli occhi chiusi da una pallina da ping pong tagliata in due metà. Bill Viola realizzò in questa esperienza innovativa il radicale video "Eclipse”, presentato da Zona, mentre l’installazione “Vapore”, realizzata con fuochi liberi, rendeva omaggio alla mistica poesia di Rumi. Mentre si tesseva la trama del futuro, la città dedicò poca attenzione a questa esperienza. Lo puntualizzava Maria Gloria Bicocchi nel 2017 a Palazzo Strozzi nel corso della fortunata mostra “Rinascimento elettronico”.

Viola nel 1975 aveva realizzato una sua performance davanti al Duomo, cercando di entrare nel maggior numero possibile di immagini scattate da artisti inconsapevoli. Nel 2001 nell’incantevole chiesa dei Santi Michele e Francesco a Carmignano aveva realizzato un’opera destinata a larga fortuna, "The Greeting”, ossia il saluto, in omaggio alla Visitazione di Pontormo, una visione proposta per la prima volta a Palazzo Strozzi con le due opere affiancate (meccanismo utilizzato anche per le altre opere dell’artista). In un suo intervento del 1990, “Nero video”, pubblicato da Castelvecchi nel 2016, rifletteva sulla diversa natura delle icone nel passato e nel presente: "Le icone preservano la propria importanza rimanendo immutate nei secoli. Dando forma a realtà eterne, si conformano alla loro stessa eternità".