Roma, 3 novembre 2011 - Il nuovo killer delle api potrebbe arrivare ancora da Est, come la Vespa velutina e la Varroa destructor. È un acaro come quest’ultimo ma è più piccolo e veloce, mettono in guardia gli esperti. Si chiama Tropilaelaps mercedesae, originario delle api mellifere asiatiche giganti. Specie aliena che dalla Russia è migrata in Georgia e in Ucraina.
La vicenda per punti
Cos’è Tropilaelaps mercedesae
Per ora l’acaro killer non è stato ancora trovato in Italia. Ma gli scienziati (e gli apicoltori) sono già in allarme. Avvisati del nuovo pericolo da uno studio internazionale a cui ha collaborato anche CREA. Abbiamo chiesto al naturalista entomologo (e apicoltore) Paolo Fontana cosa c’è da sapere sul nuovo pericolo.
“In verità sono due specie dello stesso genere, spesso si trovano entrambe negli alveari, si comportano un po’ come la Varroa – chiarisce lo scienziato -. E stanno facendo la stessa strada di quel parassita, infatti sono stati trovati anche in Ucraina”.
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Il commercio mondiale delle api
"Ma va chiarito bene – prosegue nella sua spiegazione Fontana – : la Varroa non è arrivata in Italia dall’Asia da sola, è qui grazie al commercio mondiale delle api. Ogni giorno da un continente all’altro vengono venduti colonie e sciami. E questa è l’unica causa di trasmissione delle gravi malattie. L’ape viene considerata una merce. Il problema non è solo l’acaro. Perché il parassita si è portato dietro virosi e malattie, è stato un po’ un cavallo di Troia”.
Varroa destructor, cos’è
La Varroa è stata trovata in Italia nell’82, ricorda Fontana, “ma probabilmente era già presente, è arrivata negli anni 60 in Russia e negli anni 70 nelle Americhe”. Ma cosa potrà accadereagli alveari, assediati da così tanti nemici? Le api sono spacciate? “Se continua così rischiano molto gli apicoltori – risponde Fontana -. Le api, invece, sanno difendersi attraverso la selezione naturale, lo abbiamo visto in Africa”.
Possibile impedire l’arrivo del nuovo killer?
Ma come si può impedire l’arrivo del nuovo killer? “È possibile - non ha dubbi l’entomologo - creando un cordone attorno alla Georgia e a tutti i paesi dove c’è questo acaro. E insieme impedendo il commercio di api. Basterebbe che le organizzazioni mondiali si mettessero d’accordo. Oggi il commercio è permesso previo controllo veterinario. Ma trovare un acaro in un alveare non è facile, quindi non si può basare la profilassi su questo, con tutta la stima per i professionisti italiani ed europei. L’unico modo di fermare il problema è impedire il trasporto di api da un paese all’altro. Questo è il mio parere, ma non sono veterinario, sono un entomologo. Però mi sembra chiaro che noi, decennio dopo decennio, continuiamo a diffondere malattie, parassiti e virus. E tutto questo ha sempre origine dal commercio internazionale. Il problema dei parassiti è che devono essere trasportati con il loro ospite. Quindi è lo spostamento dell’ospite che ne garantisce il trasferimento. E teniamo presente che queste malattie potrebbero passare anche alle altre api. Si chiama spill over”.