Giovedì 19 Dicembre 2024
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Venezia, Rocío Muñoz Morales: "In Spagna cinema pieni, politica sbagliata in Italia"

La madrina della Mostra del cinema: "Spero di conoscere i miei idoli Cruz e Bardem. E di vedere tanti film: insegnano il rispetto per gli altri"

Rocío Muñoz Morales, nata a Madrid 34 anni fa, italiana d’adozione

A Venezia... un dicembre rosso shocking? A quasi cinquant’anni dal famoso thriller di Nicolas Roeg con Donald Sutherland, ecco che a Venezia ci sarà una Mostra “Rocío shocking“. Perché la prima a salire sul palco della Sala Grande, nel Palazzo del cinema del Lido, dopodomani per l’apertura del festival sarà lei, la madrina 2022 Rocío Muñoz Morales.

Giorni fa ha ricevuto una stranissima telefonata da sua madre… "Sì! Mi ha chiamato, dalla Spagna, agitatissima: “Rocío! Rocío! Non è possibile! Sei sull’autobus!“. E io: ma no, mamma, sono a Roma… Non capivo. Mamma era tutta emozionata: “Ma se ti dico che sei sull’autobus!“. Mamma, sono a Roma, a casa, a cucinare, come posso essere sull’autobus? Piano piano si è calmata e mi ha detto: “Sei dentro il video che passa sull’autobus qui in Spagna: un testo dice ‘La spagnola Rocío Munoz Morales condurrà la serata di apertura della Mostra di Venezia…’ Ma allora sei importante, Rocío?“…".

Dialogo surreale, ma vero, giura Rocío. "Mia madre non aveva mai pensato che facessi qualcosa di davvero importante. Ma questa volta si è impressionata. Ha preso l’autobus per tutta la settimana, per rivedermi!". Trentaquattro anni, Rocío si è innamorata dell’Italia quando venne a girare Immaturi – il viaggio di Paolo Genovese: di lei si è innamorato, ricambiato, Raoul Bova. Il loro amore resiste dal 2011: ne sono sbocciate due figlie, Luna e Alma. In Italia, nel 2015 ha condotto il festival di Sanremo; attrice di successo in numerose serie tv come Un passo dal cielo, la abbiamo da poco vista nel film di Enrico Vanzina Tre sorelle, ora su Prime, e sarà fra poco al cinema in Una gran voglia di vivere, dal romanzo di Fabio Volo.

Rocío, il discorso inaugurale è importantissimo. Specialmente in un momento come questo, così delicato per il cinema, e in generale. A quali parole si affiderà?

"Ho cominciato a scriverlo appena sono stata sicura di questa responsabilità. Non voglio fare la maestrina, non avrò insegnamenti da dare. Ma so che il cinema, ancor più in un momento come questo, è importante, cruciale. Tutti abbiamo bisogno del cinema, perché è il cinema che ci fa sentire vicini alle vite degli altri. È necessario sentire l’altro come vicino, non come nemico. E io spero davvero – prosegue – che le persone tornino nelle sale con fiducia. Mi permetto di dire che c’è stata una comunicazione sbagliata: in Spagna cinema e teatri sono sempre pieni, non si capisce perché in Italia sia passato che è pericoloso per la pandemia andare al cinema. C’è bisogno di tornare: niente è più magico del film visto al cinema".

Quali artisti vorrebbe incontrare alla Mostra?

"La mia attrice preferita sarà a Venezia quest’anno: è Penélope Cruz, protagonista de L’immensità di Emanuele Crialese, in concorso. Poi c’è Javier Bardem, a Venezia con un cortometraggio (con Chris Rock) a Orizzonti. Cruz e Bardem sono due miti per me. E un altro mito è Alejandro González Iñárritu, che presenta in gara Bardo. Mio padre mi ha trasmesso un amore immenso per il cinema. Per lui, era il modo per conoscere il mondo che non aveva occasione di visitare. E anche per me continua ad essere così. Alla Mostra ho voglia di vedere tutti i film che mi sarà possibile, mi auguro di essere una spettatrice instancabile".

Chi porterà a Venezia?

"Mia madre e mio padre. Ho affittato una casa per loro, voglio che vivano a Venezia la loro seconda luna di miele. Il sogno di mia madre è da sempre quello di vedere Venezia. Finalmente, diventerà realtà".

Di che cosa parlerà il suo secondo libro?

"Il mio primo romanzo, Un posto tutto mio, si interrogava sul posto che per noi è casa. Stavolta al centro del mio romanzo c’è il rapporto di coppia. La domanda centrale è: quanto, dentro una coppia, non si smette mai di essere in qualche modo single? Come, e quanto, si continua a ricercare se stessi, anche all’interno di una coppia? Io racconto quella spinta che sento sempre dentro di me, l’impulso a cambiare, a evolvermi. Cambiare gli altri è impossibile: l’unica sfida da ingaggiare è quella per cambiare noi stessi". Dopo l’inaugurazione, rivedremo Rocío nella serata finale di sabato 10 settembre, alla consegna dei Leoni.