Giovedì 19 Dicembre 2024
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25 aprile: quelle ultime settimane prima della Liberazione

La capitolazione dei nazifascisti fu provocata dall'offensiva di primavera degli Alleati e dalle azioni delle truppe partigiane

Preparare l'atto finale della Resistenza

Dopo mesi di duri scontri e grazie anche al coordinamento fra tutti i movimenti antifascisti e di resistenza italiani, il 25 aprile 1945, giorno poi assunto come simbolo della liberazione dal nazifascismo, iniziò la ritirata dei tedeschi e dei fascisti della Repubblica di Salò dalle città di Torino e Milano. Si trattò di un evento cruciale per le sorti della Seconda Guerra Mondiale in Italia, ma come ci si arrivò?

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Le premesse della Liberazione: la campagna d'Italia

A partire dal 10 luglio 1943 gli Alleati condussero una serie di operazioni militari che avevano come obiettivo la sconfitta del fascismo e di conseguenza l'indebolimento delle potenze dell'Asse, in primis della Germania. La cosiddetta campagna d'Italia venne inaugurata dallo sbarco in Sicilia e fu caratterizzata da una progressiva avanzata verso nord. Un'avanzata che si mantenne costante nonostante le controffensive delle truppe tedesche e l'indebolimento della spinta alleata quando Roosevelt, Churchill e Stalin decisero, a fine 1943, di relegare in secondo piano le operazioni nel Mediterraneo per concentrarsi sull'apertura del fronte francese, con quello che diventerà lo sbarco in Normandia.

Il crollo del fascismo

Nel frattempo, il 25 luglio 1943 re Vittorio Emanuele III fece destituire e imprigionare Benito Mussolini, affidando il nuovo governo al maresciallo Pietro Badoglio, che sciolse il Partito Fascista e avviò trattative segrete con gli Alleati. Il 3 settembre lo stesso Badoglio firmò l'armistizio con gli Alleati e la resa incondizionata dell'Italia. Quando l'8 settembre venne notificato l'avvenuto armistizio, scattarono i piani precedentemente predisposti dai tedeschi: occupazione militare dei principali punti strategici dell'Italia settentrionale e centrale, disarmo dei soldati italiani (chi si oppose fu trucidato) e liberazione di Mussolini, al quale fu affidata la guida della Repubblica Sociale Italiana (RSI), conosciuta anche come Repubblica di Salò e incaricata di rappresentare l'invasore nei territori occupati. Il 13 ottobre 1943 l'Italia dichiarò guerra alla Germania e ciò che rimaneva delle truppe regie si unì alla campagna per la liberazione della penisola.

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Lo sfondamento della Linea Gotica e la Liberazione

All'inizio di aprile 1945 il teatro delle operazioni belliche era salito a nord fino alla Linea Gotica, poderosa serie di fortificazioni che tagliava in due la penisola dalla provincia di Massa-Carrara, sul mar Ligure, fino al versante adriatico della provincia di Pesaro e Urbino. Da sud gli Alleati tentavano di sfondare la Linea Gotica, mentre in tutta l'Italia settentrionale decine di migliaia di persone, in maggioranza partigiani, conducevano un'accanita azione militare e di guerriglia contro i nazifascisti. A questo punto le cose iniziarono a susseguirsi piuttosto rapidamente. Il 6 aprile 1945 la quinta armata statunitense e l'ottava armata britannica diedero inizio all'offensiva di primavera, che portò al definitivo sfondamento della Linea Gotica e all'avanzata attraverso l'Emilia-Romagna in direzione di Lombardia e Veneto. Il 10 aprile il Partito Comunista comunicò alle organizzazioni con le quali era in contatto che era giunto il momento di "scatenare l'attacco definitivo". Un analogo invito all'insurrezione generale fu emanato il 16 aprile dal CLNAI, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia di cui facevano parte tutti i movimenti antifascisti e di resistenza: un fronte politicamente molto ampio che comprendeva comunisti, socialisti, democristiani, liberali e membri del Partito d'Azione. In molte città la Resistenza scacciò i tedeschi prima dell'arrivo degli Alleati: per esempio a Genova, Bologna, Torino e Milano. La sera del 25 aprile Mussolini abbandonò il capoluogo lombardo per rifugiarsi in Svizzera, ma venne catturato dai partigiani due giorni più tardi e fucilato il 28 aprile, giorno nel quale furono piegate le residue resistenze nazifasciste nella città meneghina. L'1 maggio le truppe statunitensi entrarono a Milano liberata e nel medesimo giorno i generali Karl Wolff e Heinrich von Vietinghoff firmano la resa incondizionata di tutte le forze tedesche in Italia.

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