Il 19 novembre di ogni anno si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dell'uomo, un evento attraverso il quale ricordiamo il valore positivo che gli uomini portano nel mondo, nelle loro famiglie e nelle comunità. La ricorrenza mette l’accento su modelli maschili positivi e sensibilizza il pubblico mainstream sul benessere psicofisico degli uomini.
Novembre, il mese degli uomini
Al di là del 19 novembre di per sé, tutto questo mese è importante per il genere maschile perché raccoglie diversi eventi significativi per gli uomini. Movember è infatti il mese in cui la comunità internazionale si focalizza sulla raccolta di fondi per la salute degli uomini, con particolare riferimento alla consapevolezza riguardo al tumore alla prostata. Il 20 novembre si celebra inoltre la Giornata Internazionale dei Bambini: in questo modo abbiamo dunque a disposizione 48 ore di fila per ricordare non soltanto gli uomini ma anche il rapporto speciale che gli individui adulti possono instaurare con i più piccoli.
La Giornata Internazionale dell'Uomo incoraggia gli uomini ad insegnare ai ragazzi i valori, il carattere e le responsabilità dell’essere uomini, mantenendo ovviamente il massimo rispetto per le loro controparti femminili.
La storia e il significato della Giornata internazionale dell'uomo
Nonostante non sia ufficialmente riconosciuta dall'Onu, questa festività è stata concepita dal professor Thomas Oaster nel 1991 e successivamente ripresa nel 1999, diffondendosi in circa cinquanta Paesi, tra cui l'Italia (a partire dal 2013).
La data delle celebrazioni, il 19 novembre, è stata scelta inizialmente da Jerome Teelucksinghe in quanto giorno del compleanno del padre e anniversario della vittoria del premio FIFA Fair Play Award assegnato al suo paese, Trinidad e Tobago, dieci anni prima: il 19 novembre 1989, infatti, la FIFA aveva elogiato i tifosi caraibici per la loro sportività nonostante la squadra nazionale non si fosse qualificata per i mondiali in Italia l'anno successivo.
La Giornata internazionale dell’uomo si è nel tempo sviluppata imponendosi degli obiettivi chiari, dei veri e propri pilastri da promuovere e perseguire con il massimo degli sforzi possibili. Tra questi obiettivi, si evidenzia in particolare la promozione di modelli positivi per il ruolo maschile, che possono essere non solo personaggi famosi ma anche normali lavoratori che conducono una vita onesta e corretta. L’evento mira a ricordare il contributo positivo degli uomini alla società, alla comunità, alla famiglia, al matrimonio, all’infanzia e all’ambiente. Inoltre, promuove l'uguaglianza di genere migliorando le relazioni tra i sessi e sottolineando la discriminazione che gli uomini possono subire in alcuni ambiti specifici. Un altro importante obiettivo di una giornata simile è la creazione di un mondo migliore in cui le persone di sesso maschile possano crescere in sicurezza per raggiungere il loro pieno potenziale, cercando al contempo di contrastare il preoccupante aumento dei suicidi, che ha assunto nel caso degli uomini proporzioni epidemiche.
Il tema dei suicidi maschili al centro dell’edizione 2023
Il sito International Men’s Day ricorda che la ricorrenza 2023 avrà come tema centrale proprio la prevenzione dei suicidi maschili, un fenomeno che anche in Italia preoccupa e ci deve portare a delle serie riflessioni.
Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità In Italia si registrano ogni anno circa 4000 morti per suicidio di cui ben il 78,8% sono uomini. Nel solo 2016, il tasso grezzo di mortalità per suicidio per gli uomini è stato pari a 11,8 per 100.000 abitanti mentre per le donne è stato di 3,0 per 100.000 abitanti.
L’Iss segnala inoltre che i tassi di suicidio tra gli uomini sono inversamente proporzionali alla densità di popolazione: questo poiché “verosimilmente gli uomini sono più vulnerabili a fattori sociali ed economici avversi associati a una minore densità di popolazione”.
Il tema della mascolinità tossica
Mettere al centro il sesso maschile rende allo stesso modo necessario una riflessione approfondita sul ruolo dei maschi all’interno della nostra società e sulle aspettative sociali che certi stereotipi di genere (ormai superati) hanno in qualche modo imposto agli uomini.
Negli ultimi anni, proprio da questo punto di vista, ha iniziato a farsi strada il concetto di mascolinità tossica, un insieme di determinati comportamenti e atteggiamenti associati alla tradizionale concezione di mascolinità che possono avere impatti negativi sulla salute mentale e sul benessere degli uomini, così come sulla società nel suo complesso. Questo termine non denigra la mascolinità in sé, ma evidenzia gli aspetti dannosi e limitanti di alcune idee tradizionali sulla mascolinità.
Gli uomini possono sentirsi costretti a conformarsi a standard irrealistici, compromettendo il loro benessere emotivo. Inoltre, un certo tipo di pressione performativa può contribuire a dinamiche relazionali negative e alimentare problemi come la violenza di genere. La promozione di una visione più aperta e inclusiva della mascolinità, che accetti la diversità di espressioni e comportamenti, può contribuire a superare gli stereotipi dannosi e a favorire un ambiente più sano per gli uomini e la società nel suo complesso.
Alcuni tratti associati alla mascolinità tossica possono includere:
1. Supremazia e dominanza: la convinzione che gli uomini debbano essere superiori e dominare sugli altri, specialmente sulle donne. Questo può contribuire a dinamiche di potere disfunzionali nelle relazioni. 2. Reticenza emotiva: la tendenza a reprimere le emozioni, trattenersi dal mostrare vulnerabilità (per esempio piangendo) o esprimere sentimenti, a causa della percezione che ciò sia contrario all'idea tradizionale di forza maschile. 3. Aggressività: l'accentuazione dell'aggressività come segno di forza, spesso associata a comportamenti violenti o ostili. Questa idea può favorire la cultura della violenza e della prevaricazione. 4. Pressione sociale: l'imposizione di aspettative sociali rigide sulla mascolinità, che potrebbero includere la necessità di essere sempre autorevoli, avere successo, e conformarsi a stereotipi specifici. 5. Rifiuto di attività "femminili": la resistenza a partecipare a attività o manifestare interessi considerati tradizionalmente "femminili", a causa del timore di apparire meno mascolini. Il rifiuto del colore rosa è uno dei molteplici aspetti legati alla mascolinità tossica.