Roma, 15 settembre 2014 - «L'uccisione di Daniza rappresenti per il nostro Paese l'anno zero delle politiche in materia di protezione e di tutela della biodiversità; un punto a partire dal quale vengano messi in discussione e ripensati gli indirizzi strategici – assolutamente fallimentari - fin qui seguiti che sono sfociati nella tragedia di mamma orsa. Ma, affinché ciò sia possibile, è indispensabile che i fautori di tali strategie, anche in seno all'Ispra, prendano atto del proprio insuccesso e, con un gesto di dignità, rassegnino le dimissioni. Solo così si potrà onorare la morte della povera Daniza.»

Questo il messaggio forte che l'Ente Nazionale Protezione Animali è tornato a lanciare in occasione del presidio organizzato a Roma, di fronte al Ministero dell'Ambiente, dalle associazioni animaliste per protestare contro l'animalicidio di cui è stato vittima il plantigrado. Insieme alle dimissioni dei vertici ministeriali, l'Enpa ha sottolineato la necessità di sequestrare il corpo di Daniza affinché sia condotta una necroscopia oggettiva, e di tutelare i cuccioli dell'orsa, in serio pericolo di vita non avendo più la tutela della loro mamma. Per questo, la Protezione Animali chiede, al Ministero dell'Ambiente, di avocare allo Stato la gestione dei piccoli; alla magistratura di procedere al sequestro formale degli orsi, disponendone l'affidamento al Corpo Forestale dello Stato secondo un piano di gestione condiviso anche con le associazioni.

Più in generale:
il Ministero dell'Ambiente deve prendere atto delle criticità del progetto Life Ursus e assicurare con ogni mezzo la tutela dei plantigradi presenti in Trentino. La gestione degli orsi infatti non può più essere lasciata in mano alla Provincia Autonoma;
nessun orso deve più essere destinato alla cattività o vedere messa a rischio la propria incolumità;
devono essere rafforzate le misure di dissuasione nelle zone antropizzate;
occorre informare le persone sui comportamenti dell'orso, sulla sua biologia, ecologia, etologia;

E' necessario destinare maggiori risorse per radiocollari e per il monitoraggio degli esemplari, nonché per attività di indagine sugli orsi uccisi;
occorre promuovere accordi con i Paesi limitrofi e adottare provvedimenti nei confronti dei pubblici amministratori che invitano a prendere le armi contro gli animali; 

Si deve rendere veramente efficiente la politica degli indennizzi, concedendo i risarcimenti solo agli allevatori che abbiano effettivamente subito un danno pur avendo posto in essere tutte le misure necessarie a garantire la sicurezza dei loro allevamenti;
per questo si devono censire gli indennizzi erogati agli allevatori nell'areale del progetto Life Ursus;
prioritaria è anche la messa in sicurezza dei tratti stradali a rischio; 

Nei casi in cui la presenza umana sia di disturbo agli orsi, deve essere interdetta nelle aree frequentate dagli animali.
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