Vinitaly 2024, il giro d’Italia in 10 assaggi

Fra regioni e tipologie differenti, il racconto della fiera di Verona in dieci calici. Tante le curiosità e le tendenze

di PATRICK COLGAN E LETIZIA GAMBERINI -
17 aprile 2024
Degustazioni al Vinitaly

Degustazioni al Vinitaly

Il giro del Vinitaly in dieci calici. Dieci assaggi, fra regioni e tipologie differenti, per raccontare qualche tassello dell’Italia del vino a partire dalla fiera di Verona che si è appena conclusa. Fra i padiglioni, tante le curiosità e le tendenze: dai vini più ‘intonati’, a quelli dealcolati. Da quelli ‘green’, ai grandi classici.

1. Malvasia Ronco dei Tassi

Malvasia Ronco dei Tassi
Malvasia Ronco dei Tassi

Annata 2023, ecco un vitigno simbolo del Collio, in cui si trova l’azienda portata avanti da Enrico Coser (premiato anche come personaggio dell’anno da Vinoway Selection 2024). Un vino dai profumi eleganti, fresco e sapido, tradizionalmente abbinamento con il pesce. Perfetto anche con le ricette asiatiche.

2. Pinot Bianco, Girlan

Pinot Bianco Girlan
Pinot Bianco Girlan

Annata 2023, Alto Adige Doc, un vino dall’aroma delicato, perfetto per l’aperitivo. Assieme agli altri ‘fratelli’ della cantina di Cornaiano (Bolzano) è in commercio nelle nuove bottiglie più leggere appositamente fatte realizzare dalla kellerei: pesano solo 410 grammi, contribuendo al calo del 29,8% delle emissioni di C02.

3. Classe 33 Rosso 2021, Tre Monti

Classe 33 Rosso
Classe 33 Rosso

Il Sangiovese che non ti aspetti. Un rosso vinificato solo in acciaio, senza ‘aiutini’ che David e Vittorio Navacchia hanno dedicato a papà Sergio, fondatore di Tre Monti. Un vino che nasce da un vigneto tutto imolese – gli altri rossi dell’azienda ‘parlano’ forlivese - che nel calice regala un finale lungo e fruttato. Nel piatto le carni della tradizione romagnola.

4. Farnito Brut Chardonnay, Carpineto

Farnito Brut Chardonnay
Farnito Brut Chardonnay

Nella terra toscana dei rossi più iconici, nasce uno spumante metodo Charmat che è stato premiato in questi giorni per la migliore musicalità del perlage nel premio Diapason Platinum. Siamo in casa Carpineto, realtà storica fondata dalle famiglie Sacchett e Zaccheo che quest’anno era anche fra le selezionate cantine di OperaWine. Spaziando fra le grandi Docg toscane, da 40 anni l’azienda sperimenta anche le bollicine. E meno male.

5. Cabreo Mytho 2019, Tenute Folonari (Toscana)

Cabreo Mytho
Cabreo Mytho

Esaltare al massimo il Sangiovese, autoctono toscano per eccellenza. È una delle direzioni intraprese con decisione da Folonari che non rinuncia però a sperimentare. Cabreo Mytho 2019 è un Sangiovese in purezza che nasce 300 metri sul livello del mare sopra Greve in Chianti, con un carattere assolutamente originale. A partire dalla produzione per cui viene rallentata la maturazione dell’uva in vigna, con una leggera strozzatura del tralcio che rallenta il passaggio linfatico. “Non è una surmaturazione o una vendemmia tardiva – spiega Giovanni Folonrari - l’uva matura ma più lentamente”. Al naso sentori balsamici, mentolati e di china. Il risultato è un vino dal colore rubino con riflessi granati, in bocca deciso ma anche brioso, in sorprendente e piacevole contrasto con aromi così complessi.

6. Michei 823 Trentodoc Riserva, Tenuta J.Hofstätter

Michei 823 Trentodoc Riserva
Michei 823 Trentodoc Riserva

Novità portata al Vinitaly dalla Tenuta J.Hofstätter di Termeno, Michei 823 è uno spumante che nasce da uve 100% Pinot Nero d’alta montagna, con 60 mesi di affinamento sui lieviti. È un vino che richiede tempo, cura e impegno perché i terreni del Maso Michei sono difficili da coltivare e vendemmiare, tutti fra i 790 e 850 metri nel contesto delle Piccole Dolomiti in Trentino. Nel calice è un Trentodoc elegante, con sentori di agrumi, un perlage finissimo e notevole freschezza.

7. Collequanto 2018 Serrapetrona Doc, Terre di Serrapetrona

Collequanto
Collequanto

La Vernaccia Nera è un vitigno di montagna che dà vita anche un celebre e unico spumante rosso, ma è in grande crescita la sua interpretazione ferma, l’espressione più diretta del vitigno. Si tratta di un vino che richiede tempo e che matura lentamente, senza scorciatoie: 8 mesi in acciaio, 20 mesi in botti grandi e almeno 6 mesi in bottiglia. L’annata 2018 presenta un naso articolato e speziato, tannini morbidi: sembra però molto più giovane della sua età, con una vivace acidità.

8. Larosetta 2023, Vini Venturi (Marche)

Larosetta
Larosetta

Venturi è una cantina di Castellone di Suasa (Ancona), nel territorio dei Castelli di Jesi. Pluripremiato il suo Verdicchio Riserva Qudì, quest’anno ha proposto come novità Larosetta, un originale ed elegante rosato di Aleatico. Il naso è piacevolissimo grazie anche alle caratteristiche semiaromatiche dell’uva, con frutta e note vegetali e balsamiche. In bocca è armonico e fresco.

9. Bianco Zero Sl Zero, Sgarzi Luigi (Emilia-Romagna)

Bianco Zero Sl Zero
Bianco Zero Sl Zero

Uno dei temi più dibattuti di questo Vinitaly è stato senz’altro quello dei dealcolati. Fra le cantine che ci credono fortemente c’è Sgarzi Luigi, di Castel San Pietro Terme, che da tempo rompe le convenzioni e propone per esempio anche il vino (quello ‘vero’) in lattina, venduto all’estero. Nella linea Zero Sl Zero con prodotti a base di vino dealcolato, propone varie tipologie e anche uno spritz. Lo spumante bianco assaggiato è dolce e con una bolla piacevole. Per un brindisi in compagnia di amici astemi può essere una soluzione gradevole e che mette d’accordo tutti.

10. Docg Colli Bolognesi Pignoletto, Manaresi

Pignoletto Manaresi
Pignoletto Manaresi

Chiudiamo il ‘tour’ in Emilia, sui Colli Bolognesi culla del Pignoletto, qui proposta nella versione frizzante della cantina guidata da Donatella Agostoni. Aromi delicati, fruttati ed eleganti al naso, fresco in bocca: davvero perfetto per un aperitivo, da bere bello freddo.