Vajra, il nuovo corso del Barolo è un ritorno alle origini
PREZZI&QUALITA’ – L’interpretazione più fresca e morbida dell’austero vino di Langa passa attraverso il recupero di un antico metodo di vinificazione del Nebbiolo
Un Nebbiolo in purezza nella sua veste più leggera e fresca. C’è sempre voglia di innovare in casa Vajra nel cuore del Barolo Land. Il progetto del Nebbiolo di annata (Claré J.C.) compie dieci anni e si ispira all’antico metodo di vinificazione utilizzato in Piemonte nel XVII secolo quando il vino veniva imbottigliato subito dopo la fermentazione, così da mantenersi ‘freschissimo’ ma non banale.
Un assaggiatore illustre, Thomas Jefferson, annotava nel suo diario di viaggio nel 1787 di avere assaggiato un Nebbiolo “dolce come il setoso Madeira, astringente al palato come il Bordeaux e vivace come lo Champagne”. Il Barolo oggi vuol dire struttura, complessità, profondità “ma con Claré J.C. stiamo prendendo una diversa direzione: un ritorno al tempo in cui i vini da uve Nebbiolo erano più freschi e morbidi”, dice Giuseppe Vaira. La maison langarola ‘G.D. Vajra’ fa i vini della tradizione barolista con stile ed eleganza ma sempre con l’occhio attento al mercato e al consumatore. Grande soddisfazione per l’inserimento del Barolo Docg Albe 2020 per la prima volta nella Top 10 by Wine Spectator, una delle classifiche più influenti sul mercato Usa.
Nato in ‘G.D. Vajra’ 21 anni fa, il progetto Albe propone ai ristoratori una valida alternativa nella scelta del Barolo da inserire in carta. “Avevamo due sogni – dichiara sempre Giuseppe - portare il Barolo sulla tavola degli amanti del buon vino ogni giorno ed essere il primo Barolo per tutti quei giovani che, nel calice e dal calice, attendono poesia, gusto e stupore”. Albe nasce dall’assemblaggio delle uve dei vigneti di Barolo in quota da cui, grazie al gioco di esposizioni diverse, da sud-est a sud-ovest, ogni giorno si gode di tre albe, a un’altitudine compresa tra i 380 e i 480 metri. Un tributo pieno di colore e gioia alla tradizione. “Quando iniziavo la mia avventura, i grandi Baroli nascevano sempre dall’unione di vigne diverse. Era il modo per raggiungere prima un’armonia e una finezza altrimenti difficili – sottolinea Aldo Vaira che con la moglie Milena ha dato vita all’azienda nel 1972 –. Così è per Albe, un vino che ci sta dando grandi soddisfazioni”.
Mai come per i Vaira Barolo vuol dire famiglia. La tenuta, fondata nel 1972, è tra le prime realtà del Piemonte certificate biologiche (è anche certificata Equalitas e Produzione integrata) , conta 80 ettari vitati, in alta quota e affacciati sulle Alpi, in diverse aree della denominazione.
Gli assaggi
Il Dolcetto d’Alba 2023 Coste&Fossati è il biglietto d’ingresso della maison: solo acciaio, fine ed elegante, frutta e spezie, bella acidità (18 € in cantina). La Barbera d’Alba Sup. 2022 dai più vecchi vigneti di proprietà, affinata in grandi botti di rovere, è gustosa, vibrante, intensa, succosa (25 €). Il Barolo Docg Albe 2000 è coerente con una annata top. Due anni e più in botti grandi, si propone di gran naso (ciliegia), energico e vibrante al palato, gastronomico, tannini morbidi, grande longevità potenziale (36 €) .
Info: www.gdvajra.it