Tabalipa, il rosé della California che si prepara a conquistare l’Italia
Dalla Santa Ynez Valley un vino che si smarca dallo stile provenzale. La produttrice Paula Tabalipa, ex costumista di Hollywood: “Nel bicchiere racconto un territorio e una comunità”
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Una bottiglia di Tabalipa N°01 Rosé 2023 e Paula Tabalipa al lavoro in vigna
Da Hollywood alla Santa Barbara County, da costumista per il cinema a produttrice di vino. E’ la metamorfosi di Paula Tabalipa, brasiliana trapiantata in California, che dopo 17 anni di carriera nello star system cinematografico ha deciso di cambiare nuovamente vita, dedicandosi alla sua nuova passione: il vino.
La tenuta

Nel 2022 ha quindi fondato insieme al marito Michael Greenberg la Tabalipa Wine Co, dando vita l’anno successivo alla Living Life Vineyard, cantina di 20 acri nel cuore della Santa Ynez Valley vocata alla produzione di rosé da uve Syrah. Produzione piccola ma di qualità, nel rispetto dell'ambiente, che si avvale della collaborazione di Dragonette Cellars, uno dei più rinomati team di vinificazione californiani. Circa 7.000 le bottiglie prodotte nella prima annata di quello che, almeno per ora, è l’unico vino commercializzato dalla cantina, il Tabalipa N°01 Rosé 2023.
Il vino
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Un vino da uve 100% Syrah, pressate a grappolo intero e lasciate a contatto con le bucce per 2-3 ore. Dopo la fermentazione malolattica, il vino invecchia per 5 mesi e mezzo nel rovere francese, sia barriques sia botte grande, sviluppando quindi una consistenza morbida e arrotondata. Nel bicchiere esprime note dolci di frutta rossa, bacche mature e scorza di mandarino, bilanciate da una mineralità rinfrescante che emerge nel persistente finale. Un debutto interessante, che ha suscitato la curiosità e gli apprezzamenti della critica Usa, stuzzicati da un vino che cerca di smarcarsi e distinguersi dallo stile francese che imperversa nella rinomata Napa Valley.
La filosofia

Un inizio col piede giusto per Paula, che nel frattempo sta affinando le due doti di winemaker con un corso di specializzazione in viticoltura alla University of California. E pensa già in grande: l’anno prossimo arriverà un Sauvignon Blanc, dalla tenuta Happy Canyon, sempre a Santa Barbara. Intanto però, l’imprenditrice ‘coccola’ il suo rosé. “In California i rosé più venduti sono i provenzali – spiega – mentre io volevo presentare qualcosa di nuovo, un vino locale espressione di questa magnifica terra, un posto stupendo a poche ore dal trambusto di Los Angeles.. L’obiettivo mio e di mio marito è sempre stato valorizzare il territorio e produrre vini in modo sostenibile e di alta qualità onorando la terra, rendendo omaggio alla contea di Santa Barbara e alla sua comunità. Non a caso la nostra brand identity è ‘A poetic tribute to the land, to love, and to living life well’ (Un omaggio poetico alla terra, all'amore e al vivere bene, ndr)”.
Il mercato
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Il legame vino-territorio è ricorrente nelle parole di Tabalipa, convinta che la viticoltura del Nuovo Mondo sia ormai matura per sviluppare quel concetto di terroir tanto caro agli europei. “Voglio produrre vini che parlino genuinamente delle loro origini – racconta – vini che abbiano carattere, che contengano una storia e che siano realizzati con uno scopo e una consapevolezza ambientale. Il mio desiderio più grande è che il mio marchio mostri il vino non solo come una bevanda ma come un’espressione del territorio, della cultura e del processo produttivo dietro ogni bottiglia”. E nonostante la produzione limitata, come detto Paula pensa in grande: “Il nostro obiettivo è espanderci e raggiungere il mercato europeo, principalmente quello italiano: un sogno che dovrebbe realizzarsi presto”.