Serena Wines, tutte le sfumature del Prosecco. E non solo

di MICHELE MEZZANZANICA -
11 settembre 2023
Luca Serena

Luca Serena

Quasi 150 anni di storia che si snodano attraverso cinque generazioni, un fatturato da oltre 100 milioni e una produzione da oltre 20 milioni di bottiglie che la pone tra i big del Prosecco, di quello Doc in particolare, la denominazione più diffusa e conosciuta del vino italiano.

Nuovi territori

Una potenza, Serena Wines 1881, oggi nelle mani di Luca Serena, quinta generazione appunto, amministratore delegato dell’azienda che vede il padre Giorgio presidente. Una storia intrinsecamente e orgogliosamente veneta, con il core business nella Glera spumantizzata ma che vanta anche una non trascurabile produzione di vini fermi, circa un milione e mezzo di bottiglie, dove anzi sono in arrivo le novità più interessanti. “Dobbiamo ridefinire politica dei nostri vini fermi – anticipa Luca Serena – abbiamo sempre fatto vini della tradizione veneta per completamento di gamma, ma le nostre Doc e Igt da vitigni internazionali hanno poco appeal sul mercato. Vogliamo quindi ampliare il nostro portfolio, rimanendo sempre in Veneto ma investendo in zone più conosciute e riconoscibili anche all’estero”. Due le zone individuate, dove sarebbero già in corso trattative: il Soave bianchista e la Valpolicella rossista.

Ville D’Arfanta

Tornando invece all’universo Prosecco, Serena Wines sta spingendo molto sul progetto Ville D’Arfanta, la linea più prestigiosa dei vari marchi con cui l’azienda commercializza le celebri bollicine trevigiane. “Produciamo circa 600mila bottiglie fra Docg Superiore e Doc – racconta l’amministratore delegato – vendute ancora prevalentemente in Italia, che rappresenta circa il 55% del mercato, ma l’estero è in crescita. Pesa il brusco declino della Gran Bretagna dopo la Brexit ma possiamo contare sui nostri mercati storici europei, come la Germania, e ci stiamo muovendo bene negli Stati Uniti”. Al brand Ville D’Arfanta è legato anche progetto di hospitality lanciato lo scorso giugno nell’omonima frazione sulle colline di Tarzo, nel cuore della Docg del Prosecco. Qui, in due case coloniche circondate da quattro ettari di vigneti, gli ospiti possono sorseggiare i vini dell’azienda e dedicarsi a varie attività, dallo yoga in vigna ai tour in e-bike.

Le altre linee

Se Ville D’Arfanta è il fiore all’occhiello della produzione, i grandi numeri arrivano dalle altre linee, che prevedono anche la gamma bio e rosé, perché per un grande gruppo è importante soprattutto andare a coprire tutte le nicchie di mercato. Lo sa bene Luca Serena che, più uomo d’affari che vigneron, vende bottiglie e non fumo. “La fortuna del Prosecco è essere accessibile alla massa – dice – sia come gusto, perché è bevibile e immediato, sia soprattutto come prezzo. Negli ultimi tempi, per una serie di fattori, ha avuto un posizionamento di mercato forse un po’ eccessivo, che prevedo nei prossimi anni andrà ad assestarsi”.

Bio e rosè

Il biologico? “Prodotto in crescita, tanti importatori la chiedono ed è importante averla, ma varia molto da mercato a mercato. In Francia ad esempio è molto richiesta, da noi o in Germania molto meno: nella somma dei mercati, quindi, parliamo di qualcosa intorno al 4% per quanto ci riguarda”. Il rosè? “Quando è partito il primo anno, nel 2020, noi c’eravamo con 1,8 milioni di bottiglie. Ad oggi il volume è quasi dimezzato, siano incontro al milione: dopo l’entusiasmo iniziale, il consumo è in calo”.

Bollicine francesi

Infine, in cauda Champagne. Già, perché Serena Wines è anche proprietaria del marchio Champagne De Vilmont, acquistato nel 2007 assieme alla tenuta (quest’ultima venduta lo scorso apirle). “Sbarcare nella Champagne era il sogno di mio zio Gerardo, mancato nel 2015 – racconta il nipote Luca -. Così, quando questo barone francese dismetteva chateau e marchio, abbiamo colto l’occasione e oggi siamo Négociant manipulant di Champagne, sottozona Rilly-la-Montagne”. La produzione è piccola, circa 50mila bottiglie complessive di tutte e quattro le referenze, destinata esclusivamente al canale horeca italiano. Una prestigiosa nicchia per aggiunger alla gamma spumantistica il metodo classico. Anzi, champenoise.