Santa Venere, la Calabria enoica fra biologico e sperimentazione

PREZZI&QUALITA’ – La cantina del Cirò, storica denominazione della regione, punta sui vitigni autoctoni anche con nuove interpretazioni

di LORENZO FRASSOLDATI
30 giugno 2024
I fratelli Francesco e Giuseppe Scala

I fratelli Francesco e Giuseppe Scala

Cirò è denominazione storica della Calabria, tra le più antiche del Belpaese enoico. I vini sono prodotti nelle colline orientali dell’altopiano della Sila e sulla costa ionica del Crotonese, nei comuni di Ciro, Cirò Marina, Crucoli e Melissa, tra campagne pianeggianti e dolci colline. Le uve prevalenti sono Gaglioppo per i rossi e Greco per i bianchi.

L’azienda agricola biologica Santa Venere si estende per circa 154 ettari sulle colline di Cirò. Le terre fin dal 1600 sono di proprietà della famiglia Scala, da sempre dedita alla coltivazione della vite e dell’ulivo. Nel 1960 la svolta: a prendere le redini dell’attività è Federico Scala, nipote di Falcone Lucifero, ministro della Real Casa Savoia. Grazie a lui nacque il centro aziendale, staccato dal casale familiare, a cui diede il nome Santa Venere, dal nome del torrente che attraversa la proprietà. Federico era l’unico della famiglia a operare nell’azienda. Successivamente entra in azienda il figlio Giuseppe: insieme sviluppano l’azienda e puntano sul biologico, chiamando un enologo di fama come Riccardo Cotarella, che li segue fino al 2016.

Lo stile è quello di puntare sui vitigni autoctoni e sul rilancio dell’immagine della Calabria enoica per esaltare un territorio incontaminato e straordinario. Oggi l’azienda è seguita dai due fratelli Giuseppe e Francesco. Nel 2023 è nata un’ala nuova della struttura aziendale destinata alla lavorazione del metodo classico e per lo stoccaggio delle bottiglie, un’altra parte è destinata al frantoio aziendale. Sono stati impiantati recentemente 5 nuovi ettari di vigneto su terreni già di proprietà, puntando sempre sui vitigni autoctoni che già Santa Venere valorizza, ovvero Guardavalle, Zibibbo e Marsigliana Nera. Ai due fratelli piace innovare: fiore all’occhiello dell’azienda è lo spumante metodo classico SP1, ottenuto da uve Gaglioppo, vinificato in bianco ed in rosato.

La cantina dell'azienda agricola biologica Santa Venere
La cantina dell'azienda agricola biologica Santa Venere

La certificazione bio – di cui l’azienda è pioniera nella regione – sta scritta nel Da aziendale: l’esclusione di prodotti chimici di sintesi valorizza le risorse naturali del terreno, nel pieno rispetto delle caratteristiche del suolo e della biodiversità. I vigneti di proprietà si estendono per 30 ettari nel cuore di Cirò a 500 metri dal mar Ionio, esposti al sole e ai venti; sono allevati a cordone speronato e ubicati nelle località denominate: Volta Grande, Vurgadà, Piana di Coletta, Sant’Angelo, Speziale. La produzione è di circa 250.000 bottiglie, distribuite nel canale Horeca ed enoteche, con il 50% di export.

Gli assaggi

I 4 vini della cantina degustati
I 4 vini della cantina degustati

Vescovado e Scassabarile 2023 sono due cru, un bianco da uve Guardavalle il primo, e un rosato da uve Marsigliana Nera il secondo (entrambi tra 15 e 16 €). Sorsi un po’ selvaggi, di grande vivacità, sapidità, verticalità, da cene estive sotto l stelle. Vurgadà 2022 è un rosso da uve Nerello Cappuccio (quelle dell’Etna) in piccola parte appassite, fa 6 mesi in barrique, naso di frutta rossa matura, in bocca morbido ma non austero, di bella bevibilità (16 €). Infine le bolle metodo classico: SP1 Rosé da uve Gaglioppo 100% allevate ad alberello, fa 18 mesi sui lieviti, delicato di piccoli frutti rossi al naso, in bocca di piacevole verticalità, perfetto a tutto pasto (26 €).

Info: www.santavenere.com