Quo vadis, Timorasso? Impressioni e sensazioni da DerthonaDue.Zero

di MICHELE MEZZANZANICA
30 marzo 2023
Derthona-Timorasso

Derthona-Timorasso

Da tre a 330 ettari in poco più di vent’anni, oltre un milione di bottiglie prodotte l’anno che presto potrebbero triplicare, 53 produttori molti dei quali venuti da fuori, dalle rinomate Langhe, attirati dalle potenzialità del terroir e, chissà, dal richiamo di quella marna di Sant’Agata che ha fatto la fortuna del Barolo e che ricompare sui colli tortonesi, trait d’union tra l’eccellenza in rosso e quella in bianco del grande Piemonte vinicolo. Insomma, da nicchia a moda a realtà affermata: la scommessa del Timorasso è stata vinta. Ora, per il rinomato bianco di Tortona, si tratta di disegnare il futuro. La qualità non manca, tra le solide certezze dei pionieri (Walter Massa, Claudio Mariotto, La Colombera, Massimo Pastura) e l’intraprendenza della nuova ondata (Vigneti Repetto, Vite Colte, Valli Unite), così come la spinta promozionale: Ambasciatore del Derthona 2023 è stato nominato Enrico Crippa, chef tre stelle Michelin del Piazza Duomo di Alba. In città tutti lo bevono, i ragazzi di Derthona Giovani si sono anche inventati il Dethonic, cocktail a base di Timorasso e gin, in un’identificazione pressoché totale tra la comunità e il suo vino bandiera. La sfida, per un vitigno tanto prezioso quanto riottoso e delicato, sensibile al caldo e alla botrytis, sorprendente in cantina ma poco prolifico in vigna, è coniugare la crescita con la qualità, considerando che alla base di tutto c’è sempre la sostenibilità economica, in un mercato del vino sempre più competitivo e complesso, con valori in aumento ma volumi in contrazione. Riflessioni che hanno accompagnato l’ultima edizione di DerthonaDue.Zero, la tradizionale anteprima marzolina che quest’anno ha svelato le annate 2021. Qualità media decisamente alta, si diceva, nei 41 campioni assaggiati, ma se al termine della lunga batteria il commento più gettonato tra gli addetti ai lavori è “chissà come saranno fra 2-3 anni”, qualcosa non torna. Il Consorzio di tutela ne è consapevole e, per mettere un po’ di ordine in una denominazione cresciuta vertiginosamente in poco tempo, è in procinto di approvare una modifica al disciplinare per cui ci saranno tre Doc: Piccolo Derthona (uscita a marzo dell’anno successivo alla vendemmia), Derthona (a settembre) e Dethona Riserva (minimo tre anni di affinamento). Un passaggio importante (che segue quello dello scorso anno col cambio ufficiale del nome da Timorasso a Derthona), per un vino che, senza bisogno di legno, fa della longevità il suo punto di forza. Longevità che fa rima con evoluzione, passando da note floreali e di frutta fresca a sentori marcatamente balsamici, fino a quegli idrocarburi tipici del Riesling ma anche di qualche Vermentino, vitigno con cui condivide quella trama sapida che è invece una costante negli anni. “Siamo davvero molto soddisfatti di DerthonaDue.Zero - commenta Gian Paolo Repetto, presidente del Consorzio tutela vini Colli Tortonesi - questa manifestazione si è confermata un appuntamento centrale per diffondere la conoscenza dei vini Derthona ottenuti dal vitigno Timorasso. Questo antico vitigno autoctono dei Colli Tortonesi è sempre più apprezzato dal pubblico così come dalla critica, sia nazionale che internazionale grazie alla sua capacità di restituire nel bicchiere il territorio di origine ed essere in grado di sfidare il tempo con grande facilità".