Pranzo di Natale, quali vini scegliere: i consigli di Filippo Bartolotta, il sommelier degli Obama

di MICHELE MEZZANZANICA
19 dicembre 2023

Filippo Bartolotta sommelier

Lo spumante va con l’aperitivo o con il dolce? All’antipasto meglio le bollicine o il bianco fermo? E quel Barolo pronto in cantina da mesi, quando bisogna aprirlo? Un menu particolare come quello di Natale richiede i giusti abbinamenti enologici, per un pranzo davvero perfetto.

Filippo Bartolotta

E così, per dissipare i dubbi e farci guidare nelle corrette scelte, chiediamo consiglio a Filippo Bartolotta, wine educator fiorentino dal profilo internazionale. Il sommelier che, tra le altre cose, ha selezionato e servito i vini ai coniugi Obama durante la loro visita in Toscana, nel maggio del 2017. Filippo, arrivano i parenti e si aprono i regali: cosa stappiamo aspettando di sederci a tavola? "Sarà banale ma uno spumante è d’obbligo, perché le bollicine sono la festa. Metodo classico o metodo Martinotti poco importa, in Italia abbiamo moltissime espressioni spumantistiche che vengono incontro a tutti i gusti". Qualcosa di semplice e adatto a tutti? "Sicuramente il Prosecco, nelle sue varie declinazioni, è uno spumante facile e immediato, che piace anche a chi non è avvezzo al consumo di vino. Consiglio un Rosè Doc Extra Dry, dolce e abboccato, oppure un Conegliano Valdobbiadene Docg fatto col vecchio metodo ancestrale, per cui rimane un po’ di fondo, una tipologia che sta andando moto forte". Per chi cerca qualcosa di più elaborato, invece? "Grandi denominazioni come Franciacorta e Trentodoc, oppure qualcosa dell’Oltrepò Pavese, una zona da riscoprire, patria del primo metodo classico in Italia. Qui a fare da padrone non è lo Chardonnay ma il Pinot Nero, quindi abbiamo spumanti di struttura, con più carattere, che magari possono accompagnarci anche all’antipasto". Passiamo allora ai primi: coi tortellini cosa beviamo? "Ma il Lambrusco, con quelli che ci vuoi mettere?! Un rosso che ci ricorda il nonno, i tempi di quando si metteva un po’ di vino dentro al brodo". Per chi invece fa il risotto o un raviolo del plin 'asciutto'? "Per il risotto, immagino col brodo delle carni e sfumato col vino, si può giocare un Valpolicella Superiore oppure un Nebbiolo in una delle sue varie interpretazioni: Gattinara, Carema, Valtellina. Con il plin aprirei un Barolo tradizionale, magari con un po’ di età, non troppo potente; ad esempio quello del Comune di Verduno, delicato e soffice". Capitolo carni: con quali grandi rossi ci scateniamo? "Per uno stufato o un cappone ripieno aprirei il Brunello di Montalcino o comunque qualche denominazione del Sangiovese, come il Chianti Classico ad esempio. Se invece abbiamo un piatto più potente, un animale da cacciagione, allora non possiamo non portare in tavola l’Amarone. E’ forse l’unico giorno dell’anno in cui deve berlo anche chi non lo ama, perché è un vino che si porta dietro quel residuo zuccherino che diventa il culmine del pranzo". Per chi invece punta sul pesce, quali i bianchi consigliati? "Possiamo individuare tre tipologie. La Sicilia oggi sta cambiando tantissimo, è espressione di una viticoltura di collina e di montagna molto più di quanto si pensi. Consiglio un Etna Bianco, per chi cerca vini tesi e minerali, oppure un Grillo, con il suo gusto fruttato e tropicale, per chi vuole qualcosa di più fresco e leggero. Andando sui vini di contrasto, ci spostiamo in Campania con un Fiano e in Abruzzo col Trebbiano oppure col Pecorino, che sta vivendo una fase di riscoperta. Infine, per una struttura seria e inossidabile, puntiamo sull’Alto Adige: un bel Riesling della Val Venosta, se cerchiamo qualcosa che ci scuota, oppure un Kerner della Valle Isarco, per un vino più da comfort zone". Chiudiamo col dolce: cosa beviamo insieme a panettone e pandoro? "Sono un amante sfegatato del Moscato d’Asti, che è quasi un vino di passaggio, da bere magari quando cominci a giocare a carte dopo una pennichella. Ha un pochino di bollicina e non è troppo alcolico, 5-6°, un dolce che si sposa bene col dolce". Passiti, meglio evitare? "Ci vuole qualcosa che abbia freschezza per non risultare stucchevole insieme al lievitato, tipo un Picolit. Va bene anche il classico Passito di Pantelleria, purché fatto bene".