Oltrepò terra di Pinot Nero. Per davvero. Il titolo scelto per la kermesse che da ormai tre anni, a cavallo fra settembre e ottobre, fa da vetrina alle migliori produzioni del
Pinot Nero pavese, quest’anno calza perfettamente.
Non solo bollicine
Non che prima stonasse, se non altro per una questione numerica: con
temila ettari vitati l’Oltrepò Pavese è il
terzo areale europeo del Pinot Nero, dopo Borgogna e Champagne, e di gran lunga il
primo in Italia con il 75% della produzione totale. E anche gli anni scorsi non mancavano pregevoli interpretazioni dei nobile vitigno, soprattutto nel
comparto spumantistico, dove da queste parti c’è grande tradizione. E se le bollicine continuano a evolversi, con
lunghi affinamenti e un’eleganza sempre più ricercata, a stupire è la
crescita dei rossi. Un territorio da sempre associato a Croatina e Barbera, che sul mercato interno del Pinot Nero ha un competitor di primo livello come
l’Alto Adige, in pochi anni è riuscito a trovare
una propria via alla vinificazione in rosso del pregiato ma riottoso grappolo.
La via pavese al Pinot Nero
Pochi anni in realtà è una mezza bugia, perché alcuni produttori ci lavorano da tempo, ma è indubbio che solo negli ultimi tempi l’Oltrepò come sistema abbia compreso il
potenziale del Pinot Nero fermo, vinificato in rosso. La recente manifestazione
‘Oltrepò - Terra di Pinot Nero’ ne è una dimostrazione; la
crescita qualitativa mostrata in appena tre edizioni, una conferma. “C’è molta sensibilità
un’interpretazione sempre più autentica delle caratteristiche identificative del Pinot Nero in Oltrepò. I vini risultano più eleganti, con al centro
il frutto, senza essere troppo marcati con i legni. Sono curioso di scoprire cosa succederà nei prossimi anni”, commenta
Filippo Bartolotta (nella foto), esperto sommelier che ha condotto la masterclass dedicata appunto ai rossi.
Gli assaggi
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Tra le referenze delle
34 cantine presenti alla
Tenuta Pegazzera, splendido teatro della rassegna sulle colline di Casteggio, sono piaciute soprattutto le
versioni giovani, affinate in acciaio. Balsamicità con note persino agrumate nel
Carillo 2022 di Frecciarossa, sorprendente freschezza nell’
Alene 2021 de Lefiole e nel
Brugherio 2021 di Marchese Adorno. Spiccano invece i frutti rossi nel
Tiāmat 2021 di Cordero San Giorgio e nel
Terre Gobbe 2021 di Piero Torti. Tra le versioni che passano in legno, è sempre una sicurezza il
Noir (2020) di
Tenuta Mazzolino, cantina antesignana della svolta rossista del Pinot Nero, così come il
Poggio della Buttinera (2019) di
Travaglino. Sorprendente la facilità di beva del
Centodieci 2019 de La Genisia e
del Bertone 2019 di Conte Vistarino. Notevole anche
Il Borgone 2018 di Riccagioia, l’azienda-laboratorio di Regione Lombardia che dal prossimo anno comincerà a mettere in commercio i propri vini.
Il Consorzio
“Da tre edizioni - commenta
Gilda Fugazza (nella foto), presidente del Consorzio tutela vini Olprepò Pavese - questo evento ci consente di parlare e approfondire il tema del Pinot Nero, un
orgoglio delle nostre denominazioni. L’Oltrepò è una delle maggiori zone di produzione a livello internazionale, la più importante d’Italia, che negli ultimi anni stiamo lavorando per far conoscere sempre di più. Con Oltrepò - Terra di Pinot Nero dato la parola alle aziende, che ancora una volta hanno dimostrato
il valore e la qualità dei loro vini”.