Cantina Santadi, la valorizzazione del Carignano e l’orgoglio del Sulcis

Una cooperativa di duecento produttori locali che raccolgono e selezionano interamente a mano le uve migliori. La gamma aziendale offre anche vini bianchi e rosati

di MARINA SANTIN -
2 giugno 2024
Vigneti di Carignano con vista sul mare

Vigneti di Carignano con vista sul mare

Santadi, 1960. In questo affascinante borgo medievale immerso tra lecci, lentischi, olivi e vitigni nel cuore del Sulcis, un territorio dalla tradizione millenaria caratterizzato da una grande varietà di microclimi che spaziano tra il tratto costiero, le pianure e i rilievi montuosi, nasce la Cantina di Santadi, una cooperativa con venti soci fondatori che si avvale di vigneti messi a dimora in un raggio di circa 30 chilometri nel Sulcis (Sardegna sud-occidentale).

Passano gli anni e nel 1976 – esattamente da quando è presidente Antonello Pilloni –, grazie a un nuovo gruppo dirigente, la cantina si pone come obiettivo principale la valorizzazione del Carignano, il vitigno a bacca rossa principe del territorio, senza tuttavia trascurare i vitigni a bacca rossa e bianca tradizionali della Sardegna, quali Monica, Cannonau, Vermentino, Nuragus e Nasco. È il 1980 e Pilloni porta in Sardegna il maestro Giacomo Tachis, colui che ha fatto rinascere e rilanciato la vitivinicoltura del Sulcis – e dell’intera isola – nel mondo. A lui si deve infatti la nascita la prima annata, nel 1984, del Terre Brune immesse sul mercato nel 1988.

Oggi, la Cantina di Santadi si avvale di una rete di circa duecento produttori locali che raccolgono e selezionano interamente a mano le uve migliori, provenienti dalle vigne dei soci conferitori (Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Sant’Anna Arresi, Santadi, Tratalias, Villaperuccio), ospitate in dieci differenti comuni e nelle loro frazioni. Ed è proprio la lavorazione interamente eseguita a mano un atout esclusivo della cantina di Santadi cui si deve la particolarità e l’eccellenza dei suoi vini. Dalle uve dei vigneti ad alberello (vigna latina) si ottengono vini a base Carignano, i grandi rossi, come Terre Brune, Rocca Rubia, Noras, Araja, Grotta Rossa e Shardana.

Ma la cantina è anche focalizzata sulle uve a bacca bianca, come Nuragus col vino Pedraia, Vermentino, coi vini Solais, Villa Solais e Cala Silente, poi ancora il Nasco col Latinia e uno straordinario blend (60%Vermentino e 40% Chardonnay) grazie a Villa di Chiesa. Da non dimenticare i rosé: Tre Torri e Froris entrambi ’figli’ di Carignano in purezza Doc.

Forte della sua storia, votata al rispetto delle tradizioni ma dallo spirito innovativo e contemporaneo, la Cantina di Santadi si fa anche portavoce di un nuovo concetto di ospitalità che le permette di dialogare con i suoi clienti in tutta semplicità e in tutto il mondo. Grazie la sua App, è possibile ricevere sullo smartphone diverse informazioni e prenotare una visita di degustazione in pochi clic. Tre le proposte disponibili, che, personalizzabili a seconda delle esigenze del cliente, comprendono oltre alla spiegazione dei vini degli assaggi di prodotti del territorio a km 0 e possono essere prenotate anche tramite e-mail (visite@ cantinadisantadi.it), direttamente al telefono riservato (+393316247075) o sul sito (www.cantinadisantadi.it).