Modigliana, capitale del Sangiovese d'altura 'Stella dell'Appennino'

di LORENZO FRASSOLDATI
14 settembre 2023
Francesco Bordini, Renzo Maria Morresi e Giorgio Melandri

Francesco Bordini, Renzo Maria Morresi e Giorgio Melandri

Artigiani del vino, artisti, sognatori (con i piedi per terra, anzi nelle vigne). Come definire altrimenti i quattordici produttori che hanno fatto di Modigliana, piccolo paese appenninico della ‘Romagna toscana’ tra Faenza e Marradi, e delle sue tre valli (Acerreta, Ibola e Tramazzo) , una delle capitali (con la vicina Predappio) del rinascimento del Sangiovese romagnolo.

Qui - dove 50 anni fa sotto il brand Castelluccio nacquero i primi cru del rosso romagnolo (da singole vigne, con differenti esposizioni e pendenze), i famosi ‘Ronchi’, mentre la Romagna del vino faceva sfuso, prodotto anonimo per gli imbottigliatori o basi spumante per le cantine piemontesi -  nel 2019 è nata un’idea nuova, un progetto forte. Coniugare in maniera indissolubile vino e territorio, il Sangiovese di altura e i boschi che dominano le tre valli, piccole produzioni di altissima qualità, suoli poveri e sciolti di marne e arenarie, il bosco e l’altitudine come elementi distintivi.  Lo stile Modigliana: vini agili e scattanti, sottili e pieni di energia, grande sapidità, nerbo acido. Erano fuori dalle mode negli anni’70, tornano di moda adesso che la Romagna cerca un suo percorso originale, un racconto autonomo rispetto al Sangiovese toscano. Senza più giocare solo sul prezzo. Bottiglie che non possono essere vendute a meno di 10 euro + Iva, questo l’impegno sottoscritto da tutti.

Una Romagna eccentrica e fuori dagli schemi, riunita nell’associazione 'Stella dell’Appenino' , ampiamente rappresentativa della grande maggioranza delle cantine che rivendicano la Uga, sottozona ‘Modigliana’ , della Romagna Dop.  Un territorio che quest’anno si lecca le ferite dell’alluvione di maggio, che ha fatto conoscere il piccolo paese romagnolo soprattutto per la devastazione causata dall’alluvione.

“Dobbiamo essere più forti delle frane, guardare al futuro e pensare che l’Appennino è e sarà sempre la nostra casa. Siamo chiamati ad un lavoro straordinario, ma Modigliana può garantirci vini di una qualità assoluta, ne vale la pena”, sono le parole di Renzo Maria Morresi, produttore con La Casetta dei Frati e presidente dell’associazione  che il 10 e 11 settembre  al mercato coperto del piccolo paese ha presentato i vini di 10 aziende: Casetta dei Frati, Fondo San Giuseppe, Lu.Va., Menta e Rosmarino, Mutiliana, Pian di Stantino, Il Pratello, Il Teatro, Torre San Martino, Villa Papiano.

“Il nostro è un segnale di vitalità, mai come oggi importante dopo i fatti di maggio. A Modigliana la viabilità è ancora stravolta, ma noi non ci siamo demoralizzati. Questa edizione di Stella è un grande abbraccio a tutti quelli che ci sono stati vicini, ristoratori in primis”, le parole di Francesco Bordini, agronomo e produttore a Modigliana con la sua Villa Papiano, sono un messaggio positivo in un anno difficile.  Il territorio è ancora stravolto, le vigne tra peronospora e movimenti franosi hanno ridotto in molti casi del 40% la produzione, ma si va avanti e si fanno cose nuove. Come la nuova sottozona Romagna Doc Bianco Modigliana (base minima 60% Trebbiano romagnolo) dal 2022 rivendicabile in etichetta.

“Noi siamo condannati all’eccellenza ed è una consapevolezza che alimenta ogni nostra decisione. In questi anni abbiamo viaggiato con i nostri vini in tutto il mondo e se oggi possiamo guardare ad un territorio devastato senza disperarci è grazie al riconoscimento che il mercato ci ha dato, produciamo fine wines anche nella percezione degli altri. La qualità assoluta è l’unica arma che abbiamo”, conclude Giorgio Melandri, wine writer e produttore con i vini Mutiliana, vicepresidente dell’associazione.