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Vini Librandi, il vigneto si tinge di giallo con uve e tecniche antiche. La sostenibilità è ambientale e sociale

Grazie al giardino varietale a spirale creato da papà Nicodemo, figli e nipoti fronteggiano i cambiamenti climatici con i vitigni più resistenti e il sovescio. Il museo d’impresa Vi.Te.S. nella rete Sud Heritage, col meglio dei produttori storici della Calabria

di LAURA DE BENEDETTI
5 aprile 2025
Il Giardino varietale a spirale dei vitigni autoctoni calabresi, con 200 varietà locali di cui 77 uniche al mondo: è il cuore della Tenuta Rosaneti dei viticoltori Librandi

Il Giardino varietale a spirale dei vitigni autoctoni calabresi, con 200 varietà locali di cui 77 uniche al mondo: è il cuore della Tenuta Rosaneti dei viticoltori Librandi

L’idea di vigna, nelle tenute Librandi, in un entroterra crotonese tra il mare e il pianoro della Sila che stupisce chi vi si addentra per la prima volta tra colline morbide, rivestite di coperte erbose, filari pettinati, ulivi e qualche macchia di aranceto, è radicalmente cambiata, tanto quanto il clima sta sovvertendo ogni regola.  Il primo a rimarcarlo è Paolo Librandi, che col fratello Raffaele, e i cugini Francesco e Teresa, ha raccolto l’eredità di papà Nicodemo (e dello zio Tonino) e, terza generazione di viticoltori, riprende l’antica tecnica del sovescio per rendere fertile la campagna in maniera naturale: “Non più il ‘tradizionale’ sfruttamento del suolo: ora vogliamo lasciare il terreno ad ogni raccolto meglio di come l’abbiamo trovato”.

Calabria Enotria Tellus, la Terra del vino

Splendidi paesaggi nella Tenuta Rosaneti e alcune sale del Museo d'impresa Librandi Vi.Te.S.
Splendidi paesaggi nella Tenuta Rosaneti e alcune sale del Museo d'impresa Librandi Vi.Te.S.

Da qui il ritorno al sovescio, come usavano le famiglie il cui sostentamento dipendeva dal suolo, prima che arrivassero i concimi minerali. Un ritorno alle radici, in quella che i greci chiamavano Enotria Tellus, Terra del vino,  che ha preso il via con papà Nicodemo, che ha girato la Calabria alla ricerca dei vitigni più antichi e li ha posati in una filatura concentrica, ‘circolare’, proprio come si chiama l’economia più verde, per salvaguardarne la biodiversità e renderne disponibile la varietà a studiosi e vignaioli. Per questo impegno Nicodemo Librandi, già Dottore e Professore in Matematica, ha ottenuto un dottorato di ricerca honoris causa in Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, “per i meriti acquisiti e per le competenze maturate nel settore della vitivinicoltura” all’Università di Reggio Calabria. Il fondamento di questo ritorno al passato per costruire il futuro si è concretizzato nell’apertura, nel 2023, del Museo d’impresa Vi.Te.S (Viticoltura, Territorio, Storia) Librandi nella Tenuta Rosaneti (Rocca di Neto, Crotone), e alla rete dei musei storici d’impresa Sud Heritage creata con le altre maggiori aziende calabresi che vantano una tipicità, un marchio e una storia degni di essere tramandati in una raccolta dell’arte secolare del lavoro e dell’ingegno. 

Il giardino varietale, museo dei vitigni

Il giardino varietale nella tenuta Rosaneti Librandi
Il giardino varietale nella tenuta Rosaneti Librandi

Nella tenuta Rosaneti, che dà il nome allo spumante brut rosato da uve locali Gaglioppo, un luogo da cartolina paragonabile alla Toscana senza averne la fama turistica, acquistata dai Librandi all’inizio degli anni Duemila e usata per la sperimentazioni vitivinicole, si trova il Giardino varietale dei vitigni autoctoni calabresi, un vero e proprio museo a cielo aperto con oltre 2.800 viti disposte a spirale, 200 varietà locali di cui 77 risultate uniche al mondo, oggi classificate, con studio del Dna e con selezione clonale certificata nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite grazie ad un lavoro congiunto col Cnr di Torino”.  A fronte dei cambiamenti climatici l’osservazione di queste storiche piante-madri e del terriccio (è la Fao ad indicare il Visual soil assesment, la valutazione visiva del suolo e della pianta, come procedura corretta ancor prima delle analisi mcrobiologiche) aiuta i viticoltori a ‘riprendere’, a seconda delle annate, di piogge o siccità, quelle in grado di esprimersi al meglio.  

Sovescio, il vigneto si tinge di giallo 

Librandi, la senape gialla fiorisce tra i filari dei vigneti nella tenuta Rosaneti: si punta alla sostenibilità
Librandi, la senape gialla fiorisce tra i filari dei vigneti nella tenuta Rosaneti: si punta alla sostenibilità

Oggi però, pur avendo già la certificazione Equalitas (dal 2021 col primo bilancio di sostenibilità), Librandi sta puntando tutto sulla sostenibilità, in particolare sulla salubrità del suolo. Con la consulenza dell’agronoma Marta Donna di Sata Studio Agronomico, che promuove il progetto Biopass (marchio registrato), si analizza il suolo per capire quali insetti lo popolano, il grado e tipo di fertilità e restituire ogni anno qualcosa in più di quello che si riceve: “Questo si fa in diversi modi – spiega Raffaele Librandi –: piantando essenze diverse tra i filari, che garantiscono azoto, potassio, e che al tempo stesso porosità e permeabilità al terreno in un momento in cui l’acqua è sempre più scarsa. La tecnica del sovescio (le specie piantumate, come la senape, che colora di giallo i vigneti, ed altre essenze, non vengono utilizzate a scopi produttivi ma combattono la presenza di alcuni funghi, sono nettare per le api e, al momento giusto, vengono trinciate per produrre una biomassa che aumenta la fertilità del suolo), con la semina polifunzionale in vigneto (si usano legimonese, graminacee e brassicacee), garantisce inoltre biodiversità e contrasta la desertificazione della campagna: evitando il ricorso alla chimica, si fa lotta integrata per avere un terreno più salubre e fertile”. Un altro approccio è quello, antichissimo, della ‘vite maritata’ dove alberi vivi (tutori vivi) fanno da supporto alle viti, con vari effetti positivi tra cui quello mitigante sul clima. L’area, grazie a questo approccio olistico, è tornata a popolarsi di farfalle: presto verrà reso noto uno studio, realizzato con i ricercatori dell’Università di Cosenza, su questa ‘rinascita’. 

Librandi, economia circolare e sociale

L'attuale generazione Librandi: Raffaele, Paolo, Teresa e Francesco
L'attuale generazione Librandi: Raffaele, Paolo, Teresa e Francesco

Nella tenuta Librandi, i cui terreni sono di natura diversa e variano da aree alluvionali ad argille marnose, dai micro-terroir della doc alla ricchezza incontaminata della Valle del Neto, viene praticata l’agricoltura rigenerativa post vendemmia. Le vinacce (ciò che rimane dell’acino tolta la polpa) residuo della vinificazione vengono consegnate alla distilleria che produce le pregiate grappe di Caffo. Il sottoprodotto della distillazione viene poi conferito all’impianto di biogas di Fattoria della Piana che lo trasforma in energia elettrica, mentre il digestato (quanto rimane da questo ultimo processo) torna nei vigneti e viene usato per concimare. Un ciclo virtuoso ‘completo’.  Il 25-30% dell’energia necessaria per la produzione del vino viene prodotta con un impianto fotovoltaico mentre il 70% delle bottiglie impiegate è frutto di riciclo. Non mancano ‘Bug hotels’ per gli insetti, alveari e piantumazioni didattiche per le scuole.

Lo stesso che la famiglia Librandi ha adottato dal punto di vista sociale: dal momento che quello in vigna, seppur su 232 ettari produttivi sui 350 totali, è un lavoro stagionale, si è deciso di realizzare anche un uliveto su 80 ettari (il resto sono boschi) al fine di garantire un’occupazione stabile alla 30ina di dipendenti anche dopo la vendemmia. L’olio è finalizzato al mercato della ristorazione. Di cncerto con l’Avis di Cirò Marina viene anche organizzata da 3 anni in azienda una giornata di raccolta volontaria dal titolo Il vino fa buon sangue. Ai donatori viene dato in dono una bottiglia di Cirò Rosso per ‘’reintegrare’’ il sangue perso. Un gesto a favore di tutta la comunità.

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Il vino ‘antiviolenza’ Korale di Vincenza Alessio Librandi

Vincenza Alessio Librandi, capostipite della famiglia, nel 2024 è stata inserita nella prestigiosa “List of 50” del Women in Wine & Spirits Award 2024, che celebra le donne leader più influenti a livello globale nel settore vinicolo e dei distillati. Si è particolarmente distinta come delegata per la regione Calabria de Le Donne del Vino, associazione senza scopi di lucro che promuove la cultura del vino e il ruolo attivo delle donne in questo settore. Con la famiglia ha promosso Korale, blend di vini diversi che racconta il lavoro di alcune delle principali cantine calabresi a guida femminile. La bottiglia è un’edizione limitata data in omaggio a tutti coloro che vogliono sostenere con una donazione il Centro Antiviolenza ‘Roberta Lanzino’ di Cosenza.

Consorzio tutela vini doc Cirò e Melissa

Vini Librandi

Librandi è da sempre attiva nel Consorzio di tutela Vini Doc Cirò e Melissa, con l’intento di diffondere l’immagine e la conoscenza del vino e della Calabria oltre i confini regionali. Inoltre ogni anno, oltre alle uve provenienti dalle Tenute di proprietà, l’azienda si avvale di conferitori locali selezionati, che fanno riferimento all’associazione “I Vignaioli del Cirò”, in un’ottica di crescita reciproca delle competenze e del livello qualitativo dei prodotti finali.

In virtù delle consolidate potenzialità strutturali, Librandi ha anche avviato dei percorsi di supporto economico e di gestione nei confronti di altre realtà della zona, nell’ottica di una piena collaborazione con l’obiettivo unico di crescita del territorio calabrese.In particolare, come si evince dal Bilancio di sostenibilità, viene fornito il mosto Gaglioppo a Birra Cala e al Birrificio Magna Grecia, che producono una Iga, Italian Grape Ale, tipologia di birra aromatizzata con mosto d'uva.  Supporto commerciale, mediante la messa a disposizione della rete vendita locale dell'azienda Librandi, invece per la distribuzione dei vini a marchio Antonella Lombardo (cantina di Bianco, RC) vincitrice del premio Gambero Rosso di Migliore viticoltrice d'Italia 2021.

L’obiettivo è anche diffondere sempre più il turismo, che non sia solo quello estivo fatto di spiagge e mare. A Tenuta Librandi si fanno degustazioni d vini e si ospitano eventi sportivi (corsa o bici tra i filari di vigne).

Dai celebri Cirò e Megonio al Vino dei Popoli

Vini Librandi, il vigneto si tinge di giallo con uve e tecniche antiche. La sostenibilità è ambientale e sociale

Cirò è il vino più importante dell’azienda Librandi, nata commercialmente oltre 70 anni fa, prodotto nelle versioni Doc bianco, rosato e rosso. Negli anni ‘80 una fase di transizione con la piantumazione in Calabria, per la prima volta, di vitigni internazionali facendo blend tra vini locali e il cabernet sauvignon, lo chardonnay che hanno all’epoca avuto un grande successo e hanno reso conosciuta Librandi nel mondo del vino. Poi nel Duemila l’acquisto della tenuta Rosaneti e la riscoperta dei vitigni autoctoni calabresi che non erano più vinificati. Da questa attività sono nati il vino Megonio (l’annata 2019 è stata premiata come Migliore vino d'Italia dalla guida Vitae dell’Ais – Associazione It. Sommelier, su oltre 2mila cantine in Italia), rosso Igt, realizzato con uve Magliocco, vitigno all’epoca poco conosciuto e vinificato, il vino Efeso bianco Igt, da uve Mantonico, altro vitigno storico calabrese, vinificato in precedenza solo in forma passita ma da cui Librandi ricava una bianco secco. “Sono vini importanti che ci hanno dato la consapevolezza che si può puntare sui nostri vitigni locali – rimarca Raffaele Librandi -. Ora c’è un ritorno sul Cirò col possibile futuro Docg da uve Gaglioppo, per cui stiamo puntando tanto su un clone di Gaglioppo fatto da noi in maniera sostenibile”. L’ultimissimo arrivato in casa Librandi è il Vino dei popoli, presentato a Vinitaly 2025. Ma non è l’unica novità: “Abbiamo piantato viti aminee provenienti dalla regione greca della Tessaglia, tra le più antiche esistenti: gli Aminei furono un popolo greco che colonizzò il sud d’Italia (talee e semi di vite hanno viaggiato via mare dalle isole verso quella che fu la Magna grecia, ndr). Quest’anno avremo il primo vino” – spiegano i fratelli Librandi.  Oggi la cantina Librandi ha superato il traguardo dei 2,5 milioni di bottiglie l’anno (fatturato di 8 milioni di euro) con le ultime vendemmie nei 9 vitigni in produzione in 6 diverse tenute e vanta un export che sfiora il 50 per cento e copre oltre 40 Paesi dalla Germania agli Usa, dal Giappone al Regno Unito, passando per l’Australia, il Messico, il Brasile e molti altri ancora.  

Il Museo Vi.Te.S, con le provette olfattorie

Vi.Te.S., il Museo d'impresa Librandi: le provette olfattive, oggetti storici, e l'antico Palmento ossia la vasca in pietra per la pigiatura dell'uva
Vi.Te.S., il Museo d'impresa Librandi: le provette olfattive, oggetti storici, e l'antico Palmento ossia la vasca in pietra per la pigiatura dell'uva

Realizzato in un edificio di inizio ‘800 nella Tenuta Rosaneti, icona dell'azienda Librandi, custodisce al pianterreno un secolare palmento, ossia una vasca larga e poco profonda, scavata in genere nella roccia, usata per la pigiatura dell’uva. Il museo prende avvio dalle più remote testimonianze di vitivinicoltura del territorio tra reperti, pannelli esplicativi, mappe e strumenti di lavoro fino alle più recenti tecniche utilizzate per affrontare i cambiamenti climatici e tutelare la biodiversità. Tra le curiosità lo spazio olfattorio che mette alla prova il visitatore: in diverse provette sono racchiuse profumazione che possono aiutare a identificare le varietà di vitigni. Non mancano i proverbi calabresi, dei viticoltori più saggi ed esperti: “Si vo assai mustu, zappa ‘a vigna ‘u mis e agustu”, se vuoi più mosto devi zappare la vigna ad agosto.

Sud Heritage, rete dei Musei d’impresa della Calabria

È in questo solco, ricco di ‘frutti’, che si inserisce l’evento svoltosi sabato 29 marzo 2025 alla Tenuta Rosaneti, insieme al Gal (Gruppo di azione locale) Kroton presieduto da Natale Carvelo, il Museo d’Impresa ViTeS e la rete SudHeritage.

Intitolato “In vigna si torna al futuro: idee dal museo d’impresa”, il convegno è stato un’occasione per riflettere sul valore dei saperi antichi nel rispondere alle sfide del cambiamento climatico e della sostenibilità ambientale. Pratiche come la potatura tradizionale, i sovesci naturali, l’innesto in campo e la corretta regimazione delle acque si rivelano oggi strumenti essenziali per un’agricoltura rigenerativa e consapevole. Il tutto affiancato da un monitoraggio costante della salubrità dei suoli e da un ritorno alla manualità che valorizza la “filosofia” dei vecchi attrezzi, in un dialogo concreto tra passato e futuro. Al centro del dibattito – che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Paolo Librandi, Marta Donna (Sata Studio Agronomico), Davide De Santis (team agronomico Librandi) e Florindo Rubbettino (SudHeritage) – è stato anche il giardino varietale creato dall’azienda nel 2003, un patrimonio genetico e culturale che, oggi più che mai, rappresenta una risorsa straordinaria per affrontare le sfide climatiche e rilanciare l’identità vitivinicola calabrese. Librandi 1953 è socio fondatore di SudHeritage, associazione, sostenuta dalla Regione Calabria, con l’obiettivo di valorizzare la rete di musei di impresa calabresi intesi come luoghi di produzioni (le imprese sono storiche ma sono tutte viventi), di connessione tra imprese, comunità e scuole nonché di attrazione di nuove forme di turismo. In questi giorni SudHeritage ha reclutato Pier Luigi Sacco specializzato in economia della cultura, sviluppo territoriale, industria creativa e politiche culturali, che lavora in tutta Europa.

L'edificio dell'800 alla Tenuta Rosaneti che ospita il Museo d'impresa Librandi e una sala degustazione
L'edificio dell'800 alla Tenuta Rosaneti che ospita il Museo d'impresa Librandi e una sala degustazione

Gli altri soci sostenitori sono: Amarelli 1778, Museo della Liquirizia con impianti antichi e moderni di lavorazione, covoni di radice da cui estrarre la liquirizia, i ‘cuocitori’ dove si addensa la pasta nera e le trafile di bronzo per dare forma e spessore. Il museo si trova in contrada amarelli a Cosenza (museo della liquirizia.it – amarelli.it).

Callipo 1913, fu tra le prime aziende in Italia a inscatolare il pregiato tonno rosso, fino ad ottenere il brevetto di ‘Fornitore ufficiale della real casa’ del 1926. Callipo si trova a Maierato in provincia di Vibo Valentia (callipo.com).

Gias 1970 azienda di Mongrassano, in provincia di Cosenza, si occupa di alimenti surgelati (gias-srl.com)

Lanificio Leo 1873. Nel museo la trasformazione della lana in filato cardato, le diverse tecniche di tessitura, la maglieria e oltre 200 calchi ottocenteschi intagliati a mano in legno di pero con cui si realizza il processo della stampa a ruggine rigorosamente a mano (Lanificioleo.it)

Mario Celestino 1959 è il Museo d'impresa della Ginestra, della lana e della seta Eugenio Celestino. Nato a Longobucco, in provincia di Cosenza, agli inizi del ‘900, il laboratorio d'arte tessile crea pregiati tessuti su telaio a mano. Nel 1959 Mario raccoglie le redini di papà Eugenio e la tramanda poi ai figli. Nel 2017 il ministero dei beni culturali ha riconosciuto l'archivio storico della famiglia Celestino come archivio di interesse culturale per le circa 1000 testimonianze presenti nel palazzo Celestino di Longobucco (mariocelestino.it).

Museo del Bergamotto, nato nel 2008 grazie all'appassionato lavoro di Vittorio Caminiti il museo non presenta solo le strumentazioni utilizzate per la coltivazione la lavorazione del bergamotto nel reggino, ma punta anche a farne conoscere l'eccezionalità: oggi lo definiremmo un superfood. Il Bergamotto di Reggio Calabria è usato dalle più importanti case profumiere perché è un ingrediente naturale in grado di fissare i bouquet dei profumi. Ma sempre più il Bergamotto è conosciuto per le sue proprietà salutari: già gli inglesi nel tè Earl Grey e i francesi nei liquori digestivi lo hanno reso un prodotto conosciuto e apprezzato. Il prodotto si trova anche come olio essenziale (estratto dalla buccia) e in alcune bevande. La nuova frontiera ora è la gastronomia. Il museo ha sede a Reggio Calabria. (Museodelbergamottoedelcibo.com).

Rubettino 1972 Carta è il nome del Museo d'impresa e parco d'arte contemporanea che si trova a Soveria Mannelli in provincia di Cosenza. Si va dai caratteri mobili al bit, dalla storia del libro, dei processi di stampa e delle tecniche tipografiche, della carta, si giunge ad un laboratorio creativo di design e sperimentazione aperto agli innovatori della comunicazione (carta.rubettino.it).

Terme Caronte 1716 è il primo museo d'impresa del settore termale e, altro record, vanta la continuità gestionale familiare che risale al 1716 con Gian Galeano Cataldi. Il percorso museale, a Lamezia Terme, è suddiviso in due sezioni: la storia d'impresa e quella dell'archivio storico familiare, tra cui figurano il garibaldino Giovanni Maria Cataldi e il figlio Carlo Napoleone, senatore del Regno. Non mancano sezioni dedicate all'arte e alla cultura bizantina che circonda l'area termale (termecaronte.it).