Il Museo del Ruchè di Castagnole Monferrato: quando vino e territorio vanno a braccetto

di MICHELE MEZZANZANICA
1 settembre 2023

Museo Ruché Ferraris

Il vino non è solo una bevanda. Il vino è identità, territorio, cultura, tradizione. Soprattutto in Italia, il Paese dei mille campanili, dove ogni Comune fa storia a sé. Soprattutto in Piemonte, la regione enoica per eccellenza, dove il binomio vino-territorio è qualcosa di viscerale.

Inaugurazione e aperture

Tanto da dedicare un museo a un piccolo vitigno locale, il Ruchè, rosso autoctono del Monferrato che reclama il suo spazio accanto ai grandi fratelli maggiori, Nebbiolo-Barbera Dolcetto. Il Museo del Ruchè sarà inaugurato sabato 2 settembre a Castagnole Monferrato. Sarà quindi aperto tutti i sabati e le domeniche, dalle 10 alle 18.00, con la possibilità di prenotare due tipologie di visita: a 15 euro con un calice in assaggio oppure con degustazione di 4 calici, al costo di 30 euro.

L'ideatore

Il Museo del Ruché nasce da un’idea di Luca Ferraris che, col contributo di Regione Piemonte, ha realizzato una struttura dedicata alla storia e alla conoscenza del vitigno orgoglio del territorio. "Il Museo del Ruchè nasce nella casa dove è iniziata la storia imprenditoriale della mia famiglia, è un luogo della memoria, una cantina storica che abbiamo voluto eleggere a spazio di valorizzazione di un intero territorio che intorno al Ruchè ha costruito la sua fortuna", commenta Ferraris, che con l’omonima azienda è anche uno dei 30 produttori del Ruché di Castagnole Monferrato Docg, denominazione di nicchia che vanta appena 205 ettari vitati per una produzione di un milione e 100mila bottiglie l’anno.

Le sale del museo

Il Museo è costituito da una prima sala dove sono esposti i documenti, gli strumenti di lavoro contadino e le macchine agricole recuperati dalla famiglia; e dove si celebra la figura di don Giacomo Cauda, il papà del Ruchè. Negli anni Sessanta, infatti, il parroco di Castagnole Monferrato fu il primo a recuperare alcune vigne abbandonate, credendo nelle potenzialità di questo vino varietale che cominciò a vinificare e vendere in bottiglia, dando così inizio all’affermazione del Ruchè in Piemonte. La seconda sala è un omaggio al Monferrato, il terroir del Ruché, di cui si esplorano i profumi attraverso le postazioni olfattive. La terza è la Sala Cinema: un docu-film accompagna il visitatore nella storia moderna del Ruchè, dalla “malora” ai successi di un vitigno sempre più apprezzato dai consumatori, chiudendo così, con le voci dei protagonisti storici e attuali, il racconto di un piccolo grande autoctono che ha conquistato il mondo. Ultima tappa della visita, l’Infernot, la cui pietra bianca arenaria permette la conservazione negli anni delle bottiglie grazie all’umidità e alla temperatura che mantiene costante.

Vino e territorio

“Il nostro vino 'raccontato' attraverso un Museo è cultura locale e contribuisce alla costruzione di un nuovo prodotto turistico - conclude Ferraris - che si integra con altri percorsi enogastronomici e costruisce l’identità del Monferrato. Creando queste proposte di accoglienza strutturate, a cui abbiamo recentemente aggiunto anche la sala degustazione, siamo certi di continuare ad attirare nuovi turisti e di poter alimentare un circuito virtuoso a servizio del territorio”.