Fresco e dinamico: il Sangiovese del mare
Morellino di Scansano sempre più apprezzato, in particolare per gli amanti di sport e bicicletta
Il Sangiovese del mare. Fresco, piacevole e dinamico. E amante dello sport, soprattutto della bici, che sposa nell’evento InGravelMorellino, tre giorni dal 20 al 22 settembre per "danzare in una sinfonia di emozioni in un luogo antico", su tre percorsi di 40, 50 e 80 chilometri tra vigne, cantine e boschi. E intanto, tra pochi giorni, sabato 1 giugno è in agenda la nuova edizione di Rosso Morellino, che però quest’anno non sarà aperta al pubblico.
Non ha dubbi Alessio Durazzi, quando gli chiedi di riassumere in una sorta di slogan la cifra stilistica del Morellino di Scansano: il vino del mare. Con una punta di orgoglio: beh, non c’è da stupirsi se a rispondere è il direttore del Consorzio di tutela di questo che ormai entra a buon diritto nella schiera dei Grandi Rossi toscani, un po’ perché l’uva di base è il Sangiovese, il vitigno principe del Vigneto Toscana, ma molto anche per il lavoro che le aziende di questo bel lembo del Granducato, tra le Colline Metallifere e il Tirreno con uno sguardo verso l’Amiata e comunque la Maremma più interna, sono riuscite a fare nei 32 anni dalla nascita di un Consorzio che tutela questo vino, ’patentato’ con la doc dal 1978 e con la docg dal 2007.
Oggi sono 220 le aziende associate, che coltivano 1.500 ettari – per il 15% biologici – da cui escono in media 7milioni e 300mila bottiglie delle due tipologie di Morellino, l’annata e la riserva che deve riposare in cantina almeno due anni, di cui uno in botte di legno. "Nasce così – spiega Durazzi – questo vino di alta qualità e piacevolezza, con un tannino estremamente morbido. E la chiave di questa unicità sta proprio nel mare, qui sta anche la differenza con le altre grandi denominazioni toscane a base Sangiovese: il mare con le sue brezze, con le escursioni termiche tra giorno e notte garantisce freschezza, sapidità e morbidezza".
In tutto in territorio allo stesso modo?
"Le nostre vigne vanno dal livello del mare tra Alberese e Talamone fin oltre i 500 metri sopra Scansano. Ci sono differenze, e infatti abbiamo un progetto con l’università di Pisa per individuare alcune macroaree omogenee, non proprio una zonazione, qualcosa che somiglia alle Uga del Chianti Classico, con aspetti simili per territorio, geologia ed esposizione per creare uno storytelling più approfondito".
E c’è ancora spazio per una crescita stilistica?
"La qualità è cresciuta molto, spesso mi capita di presentare 70-80 etichette senza trovarne una che zoppica, sono mediamente ottime, e alcune eccezionali. Ora sta uscendo l’idea di un Morellino ’intermedio’ tra annata e riserva, molto interessante per l’espressione grazie ad affinamenti più lunghi".
Un Morellino a più facce?
"Il nostro vino è conosciuto per l’immediatezza, ma non dimentichiamo che è un Sangiovese, che è sinonimo di longevità. Ogni tanto si stappano bottiglie degli anni ’80-90, si sono mantenute eccezionali, anche se non si punta all’invecchiamento per forza".
Con queste caratteristiche, qual è il pubblico di riferimento?
"Quello che ama l’immagine di un vino fresco e dinamico, ed è animato da voglia di fare. Persone che abbracciano uno stile di vita attivo, per questo l’enoturismo sportivo, soprattutto legato alla bici e che ama la Maremma ci dà grandi soddisfazioni".
Continueranno le esperienze come Morellino & Chianti Lovers alle Anteprime?
Sicuramente. Nella nostra filosofia, partnership e collaborazioni danno forza e arricchimento, anche senza avere ’riferimenti’ tra le denominazioni toscane: non bisogna inseguire o ’diventare come’, il Morellino ha una sua identità e un suo percorso. Il rapporto con il Vino Chianti è solido, ma io auspico un’anteprima unica, tutti insieme. Un Vintuscany, che per ora resta un sogno".