Franciacorta, le bollicine per eccellenza: un brindisi con la Champagne d'Italia
Non sarà assurta ai livelli dello Champagne, come da più ottimistiche previsioni di una ventina di anni fa, ma resta pur sempre un distretto spumantistico internazionale di primissimo livello, oltre che, naturalmente, la capitale italiana delle bollicine.
La Franciacorta, un territorio un vino. Una denominazione da sempre all’avanguardia e che non smette mai di innovare, per stare al passo coi tempi e magari anticiparli. Era stato così a metà anni ’90, quando si inventò il marchio e la tipologia Satèn, per ottenere un prodotto dalla bollicina più fine grazie alla minore pressione in bottiglia; è di nuovo così adesso, con l’approvazione lo scorso ottobre del nuovo disciplinare del Franciacorta Rosé, la cui misurazione delle varietà cromatiche non si baserà più sull’occhio nudo ma poggerà su un metodo scientifico.
la ‘Cuvée 1564 Brut Nature Millesimato 2017’, blend dove il vitigno autoctono franciacortino Erbamat raggiunge il 10%, la percentuale più alta mai utilizzata finora. Prestigioso riconoscimento internazionale anche per Castello di Gussago, cantina franciacortina del gruppo Stock Spirits Italia che all’ultima edizione dello ‘Champagne and Sparkling Wine World Championship’ ha conquistato la medaglia d’oro con il suo 'Satèn Club Cuvée 2017'. LEGGI ANCHE - La Montina, il Franciacorta che discende da Paolo VI
Tra le cantine “di mezzo” della storia franciacortina, vale la pena citare Muratori, nata nel 1999 come Villa Crespia – dal nome della tenuta - e ribattezzata quest’anno col cognome familiare. Un’attività di rebranding che non è solo facciata ma anche cambiamento sostanziale, con l’uscita sul mercato delle prime cuvée curate dal celebre enologo Riccardo Cotarella. Figlia degli anni ’90 anche la cantina Bosio, guidata dai fratelli Laura a Cesare, che vede nel 'Boschedòr Extra Brut Millesimato Dogc' e nel 'Pas Dosé Riserva Girolamo Bosio Docg', dedicato al fondatore dell’azienda, le punte di diamante della produzione.
Infine, la generazione Z della Franciacorta, rappresentata da Terre d’Aenòr. Storica realtà di conferitori, dal 2017 ha cominciato a vinificare in proprio sotto la guida della giovane e determinata proprietaria Eleonora Bianchi, distinguendosi subito per la qualità e la personalità della produzione.
Passaggi fondamentali, quelli guidati dal Consorzio di tutela, per restare in sintonia con i sempre mutevoli gusti dei clienti, a maggior ragione in un mercato, quello delle bollicine rosè appunto, che per il Franciacorta nel 2022 rappresentava già il 10% delle vendite totali (20 milioni e 200mila bottiglie) e ad agosto 2023 era salito al 12,2%, con volumi stabili rispetto all’anno precedente.
D’altra parte parliamo di una perla dell’enologia italiana e internazionale, con cantine di primissimo livello che, nelle loro differenze di stile e storicità, contribuiscono tutte a mantenere alta la qualità media del brand Franciacorta. Ca' del Bosco, uno dei big della denominazione, è stata eletta European Winery of the Year 2023 dalla prestigiosa rivista americana Wine Enthusiast. L’ultimo gioiello della cantina fondata nel 1968 è la ‘Cuvée Annamaria Clementi R.S. 1980’, un vino nato dalle mani dello storico chef de cave André Dubois, uscito ora sul mercato dopo ben 42 anni di affinamento sui lieviti.
Restando in tema Wine Enthusiast, il ‘Franciacorta Extra Brut CruPerdu Docg Grande Annata 2016’ di Castello Bonomi è entrato nella top 10 della prestigiosa classifica dei 100 migliori vini del 2023 stilata dalla rivista. Altra bottiglia da tenere presente della cantina oggi di proprietà del gruppo Casa Paladin è