Dalla maglia rosa al Sauvignon Blanc, l'ultimo nato della famiglia Moser
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Un’antica tenuta vescovile circondata da un anfiteatro di vigneti, una coltivazione eroica sugli impervi pendii di origine porfirica della Valle di Cembra e sulle colline di calcare e dolomia della Valle dell’Adige, comprese fra Trento e San Michele all’Adige, ventilate dall’Ora del Garda. Una storia di famiglia che si
intreccia con la storia del ciclismo, ma con un solo denominatore comune: la fatica e la voglia di fare bene, nel produrre il vino così come nel correre in bicicletta. Tutto ciò in Trentino si declina con un solo cognome, quello della famiglia Moser. I primi ad andare in fuga, grazie alla loro dedizione al lavoro in vigna, furono Diego e Francesco Moser, nati da una famiglia contadina di dodici fratelli. Grazie ai due pionieri, nacquero le prime bottiglie negli anni ’70, vinificate nella storica cantina di Palù di Giovo. Una storia di vignaioli che si è intrecciata con il mondo del ciclismo, grazie alle vittorie di Francesco Moser e alla Val di Cembra stessa, terra d’elezione dei campioni dei pedali. Le imprese di Francesco Moser sono celebrate nel
metodo classico 51,151 (il record dell’ora ottenuto a Città del Messico nel 1984) e in un piccolo museo attiguo alla sala degustazione in azienda, dove si trovano la bicicletta del record, la maglia rosa del Giro d’Italia e la pietra di Roubaix. Oggi il testimone nella conduzione dell’azienda è passato alla seconda generazione, con Carlo, direttore, e Matteo, enologo, che hanno saputo coniugare in maniera vincente esperienza e ricerca, valorizzando la vocazione dei terreni e la genuinità delle uve per dare vita alla linea Trentodoc Metodo Classico (80mila bottiglie), che utilizza le migliori uve Chardonnay e Pinot Nero, e alla linea di vini fermi Warth (70mila bottiglie), prodotti con uve raccolte a mano nei vigneti sulle colline di Trento e nella Valle di
Cembra. Ora alla selezione di vini fermi Warth si aggiunge il Sauvignon Blanc. Prodotto in purezza da un vitigno inedito per la cantina, il nuovo vino racchiude e valorizza, secondo lo stile fresco ed elegante di Moser, le uve provenienti dalle Colline di Trento e della Valle di Cembra. La nuova etichetta si affianca ad altri otto vini fortemente identitari come Gewürztraminer, Riesling Renano, Moscato Giallo, Müller Thurgau, Lagrein, Teroldego e la sua riserva, Rubro. Il Sauvignon Blanc è frutto dell’assemblaggio delle uve da due zone fortemente vocate: l’intensa mineralità deriva dei terreni calcarei allevati a guyot presso Maso Warth, sopra la città di Trento a 350metri di altezza, mentre la nota fresca è data dai vigneti coltivati a pergola trentina sui terrazzamenti sabbiosi e porfirici della Valle di Cembra, a 500
metri. Selezionate e vendemmiate a mano, le uve vengono sottoposte a una pigiatura soffice, per procedere poi con la fermentazione in vasche d’acciaio, mentre l’affinamento avviene in bottiglia per almeno un anno. Ne è nato così un Sauvignon Blanc dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, che presenta note floreali, con richiami di pesca bianca, frutta tropicale e fico. Come gli altri vini della linea Warth, anche l’etichetta del Sauvignon Blanc è stata disegnata dall’artista Paolo Tait, che ha ripreso gli strumenti di lavoro dell’uomo, forgiati per solcare la terra, contrapponendoli alla presenza eterea dell’uccello appollaiato sul trespolo. Una simbologia che allude al rapporto viscerale di questa famiglia con la terra: le origini contadine, il valore del lavoro e del sacrificio, la ricerca dell’avanguardia unite al rispetto per il territorio, visto come risorsa da plasmare e conservare per le nuove generazioni.
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