Cembra cantina di montagna: altitudine e verticalità per vini unici
PREZZI&QUALITA’ – Sapidità, mineralità e persistenza le caratteristiche identitarie dell’azienda trentina fondata nel 1952, oggi forte di 300 soci per 300 ettari complessivi di vigna
Il vigneto più alto del Trentino (dai 450 ai 900 mt di altitudine), e uno dei più alti d’Italia (solo due cantine sono più in alto). E il più verticale, con pendenze che arrivano al 40%.
‘Cembra cantina di montagna’ è nata nel 1952, per iniziativa coraggiosa di alcuni viticoltori ai quali, nel tempo, se ne sono aggiunti altri fino ad arrivare ad oggi ad un numero di circa 300 soci, per circa 300 ettari complessivi di vigna, disposta su impervi terrazzamenti difesi da 700 chilometri di muretti a secco. La Val di Cembra – sei Comuni, Cembra è il capoluogo - è incastonata nel più importante bacino europeo di porfido, detto anche l’oro rosso dei valligiani, una roccia che conferisce a questi vini d’altura, sia fermi che spumanti, tre caratteristiche identitarie: sapidità, mineralità e persistenza straordinarie.
Nel 2002 la cantina è entrata nel mondo di Cantina di La-Vis, che estende ai vigneti della Val di Cembra gli studi di zonazione avviati a metà degli anni Ottanta (“il vitigno giusto al posto giusto”). Valle verticale Cembra, scavata come un canyon selvaggio dal fiume Avisio, vini davvero verticali quelli prodotti nella valle dove la vite si coltiva da 2.500 anni. Qui la viticoltura è certamente eroica: “Abbiamo una lavorazione solo manuale di circa 900-1.000 ore per ettaro/uomo/anno (contro le 300/400 delle zone pianeggianti), e una media di coltivazione di due, massimo tre ettari a contadino”, racconta l'enologo Stefano Rossi.
Lo stile dei vini sono precisione, freschezza e delicatezza. Le uve vengono severamente selezionate prima in vigna e poi in cantina. “Ma non è finita. Una ulteriore valutazione precede la cuvée definitiva” continua Rossi. Quattro i vitigni-ambasciatori: il Müller Thurgau, varietà storica della valle, lo Chardonnay, il Riesling e il Pinot Nero. Completa la gamma il Trentodoc Oro Rosso, Chardonnay 100% che si presenta in versione Riserva, millesimata e Dosaggio Zero. In cantina soprattutto acciaio e cemento “per salvaguardare la freschezza e il bouquet aromatico delle uve”, e alcune barrique per far sostare per alcuni mesi Pinot Nero, Chardonnay e Riesling.
Gli assaggi
Rese molto basse, produzione limitata (50.000 bottiglie), Müller e Chardonnay fanno l’80% della produzione. Il Pinot Nero 2020 è una piccola produzione ma di grande livello : bouquet varietale di frutta nera e rossa al naso, al palato elegantissimo e fresco (30,50 €) . Poi i campioni della casa. Il Müller 2022 sa di montagna, freschezza e sapidità, fiori, agrumi e frutta esotica, sorso vibrante (22,80 €). Lo Chardonnay 2022 è un po’ più austero, frutta gialla matura, ha corpo e bella acidità (22,80 €). Infine le bollicine di Oro Rosso, dosaggio zero, riserva 2018, giustamente pluripremiato, straordinariamente verticale e sapido, uno dei migliori Trentodoc in circolazione (34 €).