Castello di Querceto, quel Dna francese che ha fatto grande il Chianti Classico

di LORENZO FRASSOLDATI
19 ottobre 2023
Castello di Querceto_proprietà_Simone e Alessandro François

Castello di Querceto_proprietà_Simone e Alessandro François

Da 126 anni della stessa famiglia, i François. Di origine francese, si trasferirono in Toscana nel corso del 18esimo secolo (ai tempi di Francesco III di Lorena granduca di Toscana)  e nel 1897 Carlo François comprò Castello di Querceto nel territorio di Greve in Chianti, oggi una delle tenute storiche del Chianti Classico.

Castello-di-Querceto_castello_photo-carlo-vigniAll’inizio del 1900, grazie a Carlo, la dimora è stata trasformata da residenza di campagna in azienda agricola votata alla produzione di vini di qualità. Nel 1924 era una delle 33 aziende fondatrici del Consorzio del Chianti Classico e tutt’oggi è tra i nomi più blasonati di riferimento della denominazione, davvero una delle cantine che hanno fatto la storia del territorio. Il castello (nella foto), con torre e merli, austero e circondato dai boschi,  è tuttora residenza di Alessandro François., ingegnere, attivamente impegnato nella gestione dell’azienda assieme ai figli Simone e Lia. Nel complesso anche un accogliente agriturismo , una cantina moderna e sotterranei storici dove sono conservate bottiglie d’antiquariato, che risalgono fino al 1904.

La tenuta sfiora i 200 ettari complessivi, in gran parte boschi di quercia e castagno, la vigna occupa 60 ettari e circa 6 gli uliveti. I filari si sviluppano sui due versanti della valle con una altezza compresa tra i 400 e i 530 metri. La maggior parte è stata impiantata tra il 1979 e il 1982 con piccole eccezioni di vigneti precedenti. Tra le uve rosse domina, ovviamente, il Sangiovese,  cui si affiancano numerose altre varietà autoctone, tra cui Canaiolo e il Colorino. Completano il quadro Cabernet Sauvignon, Syrah, Petit Verdot e Merlot. Tra i vitigni a bacca bianca ci sono la Malvasia del Chianti, il Trebbiano Toscano, il San Colombano e lo Chardonnay. Negli anni Alessandro ha lavorato per esaltare le caratteristiche delle varie uve in relazione alle condizioni ambientali (suoli e microclima) della tenuta, vera espressione delle alte colline di Greve, un ambiente molto fresco e con suoli molto diversi fra loro. Così accanto ai quattro Chianti Classico (Annata, Riserva, e 2 Gran Selezione, La Corte e Il Picchio) si distinguono altre selezioni o crus, da vigneti singoli o blend, in gran parte da uve alloctone.  La produzione (350-400.000 bottiglie) è volutamente sottostimata rispetto alla superficie vitata ed il mercato è soprattutto estero (90%).

Gli assaggi

Chianti Classico 2021 è l’entry level della maison (13 €), e che entry! Elegante,  fruttato, poco legno (10 mesi). La Riserva 2019 sale di complessità, matura e affina per almeno 24 mesi , frutta rossa e fiori al naso, tannini fluidi, morbido e bevibile (19 €) . Poi due Gran Selezione: Il Picchio 2019, cru da una vigna di 4,5 ettari, 30 mesi in legno, gran struttura, sentori floreali e cioccolato con note erbacee (28 €). Infine La Corte 2019 , altro cru pluripremiato, quasi 3 anni tra legno e vetro, balsamico, erbaceo, di gran carattere (29,50 €, prezzi alla cantina).