Caruso&Minini, vini dalle colline trapanesi sull’asse Brescia-Sicilia

PREZZI&QUALITA’ – Vitigni autoctoni e internazionali si alternano su 120 ettari di vigneti a conduzione bio, in un microclima mediterraneo accarezzato dal vento

di LORENZO FRASSOLDATI
23 febbraio 2025
La famiglia Caruso

La famiglia Caruso

Sole, mare, vento (e sale). Sintesi di un territorio e di una cantina. La cantina Caruso&Minini abbraccia 120 ettari di vigneti sulle colline trapanesi dove soffia il vento del Mediterraneo.

La punta ovest della Sicilia è ventosa, esposta sia al maestrale che allo scirocco. Il clima è mite, con estati lunghe e precipitazioni limitate nei mesi invernali, quando le temperature oscillano tra i 7 e i 17 gradi. Ad un’altitudine che raggiunge i 450 metri sul livello del mare, si respira a pieni polmoni un microclima mediterraneo in un territorio ampio, dall’elevata permeabilità, con abbondanza di argilla, silice e calcare.

I vigneti si estendono su 120 ettari
I vigneti si estendono su 120 ettari

La famiglia Caruso coltivava e vendeva le uve già dalla metà del Novecento, ma solo dalla fine degli anni Novanta arriverà a coprire l’intera filiera produttiva, fino all’imbottigliamento del vino. Decisivo è l’incontro con Minini, imprenditori di Brescia innamorati della Sicilia. Un matrimonio enoico Nord-Sud che funziona, perfetto equilibrio antico-moderno. Stefano, Francesco e Roberto Caruso sono i volti della terza generazione di vignaioli, eredi della passione del nonno Nino. La direzione dell’azienda è adesso in mano alle sue nipoti Rosanna e Giovanna, affiancata dal marito Andrea.

Lungo le contrade Giummarella e Cuttaia stanno i vitigni autoctoni quali Grillo, Catarratto, Grecanico, Inzolia, Zibibbo, Nero d’Avola, Frappato e Perricone, ma anche varietà internazionali come Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Syrah e Merlot. L’uso responsabile delle risorse idriche ed energetiche è alla base della scelta bio di Caruso&Minini, in prima linea nell’ottimizzazione delle tecniche di gestione dei suoli calcarei-argillosi e nell’affrontare i cambiamenti climatici e i riflessi sui processi vegeto-produttivi della vite. Tra i filari crescono fiori e piante che attirano gli impollinatori, creano biodiversità e aiutano il terreno a respirare. Si ricorre all’utilizzo del sovescio per mantenere la fertilità del suolo, all’azoto per proteggere i mosti e i vini dal contatto con l’ossigeno.

La bottaia della cantina di Marsala
La bottaia della cantina di Marsala

Le fermentazioni e buona parte degli affinamenti avvengono in acciaio, soprattutto i bianchi. Dall’acciaio al legno di rovere francese e acacia: in cantina stanno barriques da 225 litri, tonneaux da 550 litri, botti da 30 e da 50 ettolitri, vere opere di artigianato di stimati mastri bottai del Trapanese. I vigneti sono nell’agro di Salemi, la cantina a Marsala, in un baglio costruito in tufo giallo, nel 1904, poi ristrutturato e attrezzato con ricevimento, winebar, shop, sale degustazione e barricaia. La conduzione dei vigneti è in regime biologico certificato, con adesione anche al protocollo della certificazione Equalitas

Gli assaggi

I tre vini Caruso&Minini degustati
I tre vini Caruso&Minini degustati

I vini propongono il cànone siciliano con freschezza ed eleganza (e un ottimo rapporto qualità prezzo). Bibbo è uno Zibibbo in versione non-dolce. Aromatico e floreale, fresco e fruttato anche al palato, perfetto per aperitivi e piatti di pesce (12 € allo shop online). Frappello, blend di Frappato e Nerello Mascalese, è un rosso che più siciliano di così… Bicchiere fresco e intrigante, sapido e dalle note minerali, adatto sia per carne che pesce, da bere rinfrescato anche d’estate (12 €). Catalù, Catarratto in purezza, è uno dei bianchi best sellers aziendali. Al naso vibrate di frutta e fiori bianchi, molto sapido e quasi salino al gusto, con un bel finale lungo (14,50 €).

Info: carusoeminini.com