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Caldaro, la riviera mediterranea ai piedi delle Alpi dove la Schiava è una padrona

Un vino contemporaneo, molto gastronomico, non troppo muscolare e beverino da giovane ma che invecchiando acquista eleganza e struttura. Le impressioni dall’Anteprima Kaltererse

di LORENZO FRASSOLDATI
15 aprile 2025
Vigneti in riva al lago di Caldaro, nella Bassa Atesina

Vigneti in riva al lago di Caldaro, nella Bassa Atesina

Una riviera mediterranea ai piedi delle Alpi. Ulivi, palme, alberi da frutto, e soprattutto vigne attorno al lago più caldo dell’arco alpino, dalle zone più basse e più temperate su fino alle colline medio alte, più ventilate e fresche.

Caldaro e la Bassa Atesina

Il lago è quello di Caldaro nella Bassa Atesina, la parte più meridionale della provincia di Bolzano, e i vigneti sono quelli della Schiava, l’uva rossa che una volta la faceva da padrone in Alto Adige, coltivata sull’80% delle superfici. Adesso è crollata a meno del 10% per il boom delle uve bianche alle quote più alte (Pinot bianco, Sauvignon) e delle varietà rosse (Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot, Lagrein) alle quote più basse. La Schiava in tedesco si chiama Vernatsch e Kalterersee (cioè Lago di Caldaro) è la denominazione dove la Schiava è regina e padrona assoluta. Su 860 ettari di superficie frutticola di Caldaro, 760 sono dedicati alla viticoltura (il resto sono mele).

Piccole cantine, grandi vini

La Schiava è uva storica del nord Italia (tracce fin dal XIII sec.), ama le regioni alpine (Trentino e Alto Adige, Veneto, Lombardia), produce vini con profumi fragranti e fruttati, con carica tannica e corpo ‘leggeri’. Rossi da bere giovani, ma il lavoro dei vignaioli della Doc Kalterersee dimostra che la Schiava ‘del lago’ può affinare e migliorare nel tempo (in media 4-5 anni) . La proprietà media è molto frazionata (come in tutto l’Alto Adige), al di sotto di un ettaro di vigna. Le cantine, tutte di impronta famigliare, sono quasi 500 con produzioni piccole, da 20.000 a 50.000 bottiglie , tranne alcune grandi realtà come Kaltern, Kettmeir, Ritterhof o Manincor. Tanto spazio alla vendita diretta in cantina, grazie ai flussi massicci di turisti tutto l’anno (soprattutto da Germania, Austria e Svizzera). C’è chi fa esclusivamente vendita diretta, come la tenuta storica Dominikus in una cantina scavata a mano nella montagna. L’export medio sta sul 20-25%, soprattutto verso Germania e Svizzera.

L’anteprima della nuova annata

Appiano e Caldaro sono i due più grandi comuni dell’Alto Adige per tradizione vocati alla viticoltura. L’antica scuderia Marstall del maso Leisenhof di Castel Sallegg ha fatto da cornice alla seconda edizione di Anteprima Kalterersee, evento che ha visto la partecipazione di 20 vignaioli caldaresi per presentare l’attesissima annata 2024. Grande potenziale e qualità media eccellente hanno impressionato appassionati ed esperti. La Schiava-Vernatsch, vino di punta della zona, conferisce al territorio un deciso carattere mediterraneo. “Da vino di massa e grandi quantità degli anni 80 del secolo scorso, la Schiava ha subìto un drastico ridimensionamento nelle superfici coltivate e al tempo stesso si raccolgono i frutti di un grande lavoro fatto su qualità e immagine”, dice Dieter Solva, della tenuta Niklas, una delle cantine più premiate del territorio.

La regina Schiava

Dopo una annata splendida come il 2023, anche il millesimo 2024 si preannuncia di gran livello. La Schiava (con le denominazioni Kalterersee o Alto Adige Dop) è un rosso considerato ‘leggero’, scarico di colore, poco concentrato e con tannini lievi, abbastanza sapido. Invecchiando acquisisce nerbo, struttura, tannini mai troppo invadenti, eleganza e persistenza. Insomma un vino contemporaneo, ‘per tutte le stagioni’, non troppo muscolare (massimo 12-13 gradi), da bere rinfrescato in estate, e a temperatura di cantina nei mesi freddi, molto gastronomico e abbinabile alla gastronomia tipica del lago come la polenta, i salamini Kaminwurzen affinati nel vino, i tartufi al cioccolato al Kalterersee, i grissinetti al mais, il pane e pesci del lago. Anche ‘popolare, per un ottimo rapporto qualità-prezzo: il prezzo medio sta sui 10 €/bottiglia 75cl. E la denominazione va verso una semplificazione delle tipologie e riduzione delle rese (oggi oltre 100 qli/ettaro).

Pinot bianco

Ma attorno al lago si è lavorato tanto anche sul Pinot bianco, da affinare in grandi botti di legno. Un esempio è il super-premiato Klaser Salamander Riserva di Tenuta Niklas affinato 20 mesi sui lieviti e 12 in botti di legno. Per la soddisfazione del patron Dieter Solva: “Nel 1993 con mio padre siamo stati pionieri del Pinot bianco in legno, anche perché coi bianchi si guadagnava di più. Adesso però che la Schiava è cosi poca, i prezzi sono destinati a salire anche per il nostro rosso tipico”.

Gli assaggi

Nelle degustazioni delle annate più vecchie sono emerse complessità e freschezza per le bottiglie di Andi Solva (Kalterersee 2021 Erbe und Aufragt), Josef Brigl (Kalterersee Vigna Windegg 2019) , Quintessenz Kaltern 2021 di Cantina Kaltern, Novis Kalterersee 2017 di Ritterhof. Hanno colpito per immediatezza e freschezza il Quirinus 2022 Bio di St. Quirinus, il vigoroso Olte Reben 2023 di Tenuta T.Pichler, lo stile brillante del Leitn 2023 di Tenuta Unterhofer, il dinamismo del Klassisch 2023 di Kettmeir. Ma c’è anche chi fa grandissima qualità sul rosso, come il taglio bordolese Lacus 2018 (Cabernet franc e Merlot) di Walter Schullian, una edizione limitata (2000 bottiglie) che è finita nelle carte dei ristoranti stellati più esclusivi.