Ca’ Bolani, vini d’autore tra le Alpi e l’Adriatico
PREZZI&QUALITA’ – La più importante estensione a vigna del Nord Italia, nel cuore della Doc Aquileia, gode di un microclima ideale

Roberto Marcolini, direttore di Ca' Bolani
In Friuli i mille cipressi che fanno da maestoso contorno al viale di ingresso a Ca’ Bolani sono famosi come e più dei cipressi di Bolgheri cantati da Carducci.
Ca’ Bolani è una tenuta dove la vite e la natura prosperano in perfetta sintonia. Incastonata tra le Alpi ed il mare Adriatico, in un territorio dove la viticoltura fu introdotta sin dall’epoca romana. Gode di un microclima ideale: brezze marine estive, la protezione delle Alpi, le forti escursioni termiche, la varietà dei terreni che digradano verso il mare.

Tenuta storica nel cuore della Doc Aquileia, con una superficie totale di 890 ettari, di cui circa 570 vitati, Ca' Bolani è la più importante estensione a vigna del Nord Italia. Le vigne sono un patrimonio storico di questa area di pianura, terra di confine, di incontro e scambio di popoli e culture, situata all’estremo margine nord-orientale della penisola italiana. Fu nel 1970 la prima realtà vitivinicola acquistata dalla famiglia Zonin al di fuori del Veneto. Dall’acquisizione del blocco originario in località Ca’ Bolani a Cervignano, dove oggi si trovano le cantine di vinificazione, all’acquisto di Ca’ Vescovo a Terzo d’Aquileia (oltre 200 ettari vitati); per finire a fine anni 90 con la tenuta Molin di Ponte a Strassoldo di Cervignano, altri 350 ettari di vigneti-giardino in un unico blocco aziendale.
Cà Bolani è un mix di innovazione tecnologica e tradizione. La tenuta è immersa in un parco di alberi centenari, un’oasi naturale in cui la secolare pratica vitivinicola, introdotta in zona nell’epoca romana, convivono con le tecniche più avanzate della produzione moderna. Da qui una filosofia che il direttore Roberto Marcolini declina in 5 punti: “Rispetto per la cultura vitivinicola locale, tutela della Natura, valorizzazione della storia del territorio, competenza tecnica e amore per un territorio di assoluta bellezza, stretto fra l’arco alpino ed il mare Adriatico. E tutela e promozione della biodiversità”.

Come tutto il Friuli, qui è terra di bianchi, sia autoctoni che internazionali. Quindi Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Pinot Bianco, Friulano e Glera (per il Prosecco), mentre fra i rossi domina l’indigeno Refosco dal peduncolo rosso, oltre a Merlot e Cabernet franc. La tenuta propone un lunghissimo Parco di Vigne (2.500 chilometri di filari!), composto da un mosaico di 90 parcelle di territorio diverse, ognuna vinificate separatamente, per ottenere ogni anno una identità e qualità costante. “Siamo una grande azienda ma lavoriamo come una piccola”, spiega ancora Marcolini, che è anche presidente della Doc Aquileia, che fa 6-7 milioni di bottiglie di cui la metà è Ca’ Bolani.
Gli assaggi

La produzione Ca’ Bolani, come si può capire dai numeri , viaggia nell’ordine di milioni di bottiglie. Eccone tre scelte nel segno del rapporto prezzo/qualità. Friuli è terra di Prosecco Doc. Ca’ Bolani fa grandi numeri con l’uva Glera: il suo Prosecco è bicchiere gradevolmente fruttato (mela e glicine) con bella acidità. Si esalta come aperitivo (9 € allo shop online). Anche il Pinot Grigio Doc Aquileia è un must aziendale. Giallo paglierino brillante con lieve nuance ramata, al naso note di frutta matura, mela golden pera e scorza di cedro. In bocca fresco, succoso e sapido (10,50 €). Infine un rosso: Tamanis 2020, super-friuli blend di Refosco, Cabernet e Merlot, grande impronta territoriale, vivida frutta rossa al naso, al gusto slanciato, suadente, gastronomico (14,50 €).
Info: http://www.cabolani.it/