La nuova vita del Bombino bianco, l’uva pugliese che salvò lo Champagne

Pisan-Battel, cantina fondata nel 2017, si dedica esclusivamente alla spumantizzazione metodo classico del vitigno autoctono. Poco aromatico e dall’acidità spiccata, sviluppa sentori caratteristici che lo rendono estremamente riconoscibile

di MICHELE MEZZANZANICA
28 gennaio 2025
Antonio Pisante e Leonardo Battello, fondatori della cantina Pisan-Battel

Antonio Pisante e Leonardo Battello, fondatori della cantina Pisan-Battel

Pisan-Battel è un nome che evoca la Francia, uno chateau della Borgogna o una maison di Champagne, più che la Daunia, regione storica della Puglia in provincia di Foggia. Eppure di questo stiamo parlando, perché Pisan-Battel è la dialettizzazione dei cognomi dei proprietari, Antonio Pisante e Leonardo Battello, fondatori nel 2017 di questa cantina spumantistica di San Severo.

I due soci controllano le loro bottiglie di Bombino spumante
I due soci controllano le loro bottiglie di Bombino spumante

Base Champagne

Una piccola furbizia aulica non del tutto gratuita, però, perché la storia della viticoltura di questa zona vanta insospettabili legami storici con la Francia e in particolare la Champagne. “A fine Ottocento, in piena epidemia da fillossera, a San Severo si producevano le basi spumanti per i vini francesi – racconta Pisante – il Bombino bianco era particolarmente apprezzato. In Daunia ci sono ancora scritte di ringraziamento in francese, oltre a due enormi torchi dell’epoca in cui venivano pressate le nostre uve che poi sarebbero diventate Champagne”.

Vendemmia nei vigneti della Daunia
Vendemmia nei vigneti della Daunia

La prima Doc di Puglia

La Daunia e il Bombino andarono dunque in soccorso della Francia negli anni in cui il terribile insetto mise in dubbio la sopravvivenza stessa della vite in Europa, ricevendo in cambio ‘educazione enologica’ da parte dei maestri. “Fino all’inizio del Novecento – prosegue Pisante – da noi si producevano ‘vini all’aperto’, che diventavano presto aceto, poi i francesi ci hanno erudito e non a casa San Severo è stata la prima Doc di Puglia, datata 1968, stesso anno del Franciacorta per capirci”. Poi però la tradizione è andata via via perdendosi, in una terra che tra l’altro è la capitale italiana dell’uva da tavola, subendo allo stesso tempo la concorrenza interna di altri vini in ascesa, Negoramaro salentino e Primitivo di Manduria in primis.

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Il Bombino spumantizzato

Antonio Pisante, proveniente da una famiglia di agricoltori che vinifica dal 1986, ha deciso di riannodare i fili della storia fondando una cantina esclusivamente spumantistica insieme all’amico e socio Leonardo Battello. La Pisan-Battel, appunto, specializzata in spumanti metodo classico da uve Bombino bianco. “Un vitigno non molto importante come struttura e aromaticità - spiega - ma che è caratterizzato da un’alta acidità, tra i 7 e i 9 g/l a seconda delle rese e dell’annata. Caratteristiche che lo rendono più interessante come spumante che come vino fermo, perché è una sorta di carta bianca dove puoi scriverci quello che vuoi, un vino che sui lieviti sviluppa sentori terziari molto interessanti”. Un profilo ideale, per un mercato del vino sempre più in cerca di prodotti identitari, fedele espressione del territorio anche a costa di qualche sbavatura tecnica. “Oggi il Bombino nel panorama nazionale è estremamente riconoscibile – conclude il produttore – nel nostro caso offre una spiccata sensazione agrumata e una parte iodata ben riconoscibile”.

La gamma dei vini 

La produzione di Pisan-Battel oggi si assesta sulle 70mila bottiglie, vendute quasi esclusivamente sul mercato italiano. La gamma, rigorosamente metodo classico, va da un brut 24 mesi al pas dosè e pas dosé 48 mesi, il prodotto di punta. Poi c’è un metodo ancestrale, dunque con rifermentazione in bottiglie, tagliato con il 30% di uve Moscato. Infine, il ventaglio delle bollicine propone anche un Falanghina pas dosè e due rosati, uno da Pinto Nero e uno da Nero di Troia.