Ampeleia guarda al futuro: ecco il nuovo progetto Cru Cabernet Franc

Nel 2025 arriveranno due etichette in purezza, per esaltare il particolare terroir di Roccatederighi e delle Colline Metallifere

di CAMILLA GARVAGLIA
28 novembre 2024
I vigneti Ampelaia e l'enologo Marco Tait

I vigneti Ampelaia e l'enologo Marco Tait

Manca ancora quasi un anno, ma già l’attesa è grande. È previsto per il settembre 2025 il lancio dei nuovi Cru Ampeleia - annata 2022 -, due etichette di Cabernet Franc in purezza che si aggiungono alla produzione di una cantina vocata al terroir e, di conseguenza, a questo vitigno.

La convinzione di Ampeleia, infatti, è che il Cabernet Franc sia il vitigno ideale per raccontare la complessità e le peculiarità del terroir di Roccatederighi e delle Colline Metallifere, zona nota già in epoca etrusca per la ricchezza e la complessità del suo terreno. Terreno su cui il Cabernet Franc lavora e da cui riceve influenza, senza però mai snaturarsi. Questi nuovi vini nascono da un lungo lavoro di selezione e conoscenza delle vigne, iniziato nel 2018; ma facciamo un passo indietro.

Conoscere Ampeleia: la storia, la filosofia

Ampeleia nasce più di vent'anni fa, nel 2002, dal sogno condiviso di Elisabetta Foradori, Giovanni Podini e Thomas Widmann: fare agricoltura in un luogo straordinario, lontano dalle convenzioni. Roccatederighi (Grosseto) è la meta ideale, il terroir giusto per dare forma al loro progetto.

L’avventura comincia con Marco Tait, giovane enologo, che nel 2002 viene invitato a dirigere la prima vendemmia. Sarà Marco a trasformare Ampeleia - che prende il nome dal termine usato in greco antico per definire la vite, Ampelos - in una realtà vitivinicola unica, basata sul rispetto per la terra, l’utilizzo di metodi biodinamici e la valorizzazione di varietà autoctone come l’Alicante Nero. Parliamo di un’azienda di 120 ettari, di cui 35 coltivati a vigneto, integrati in un ecosistema che include boschi, uliveti e seminativi.

“Il luogo del Cabernet Franc, da noi, è La Rocca - spiega l’enologo Marco Tait - un vitigno situato su uno sperone roccioso a circa 600 metri sul livello del mare, zona Roccatederighi. Qui il suolo è una miscela di galestro, palombino e argilla, anche se a fare la differenza è il microclima continentale con una marcata escursione termica tra il giorno e la notte. Va detto che la conformazione di questo luogo è però molto variegata: il terreno e il passaggio del vento possono cambiare davvero da filare a filare”. Bisogna immaginarsi la Rocca come un anfiteatro naturale, con una vista privilegiata che spazia fino all’isola del Giglio attraversando boschi di querce e castagni. Qui, quando i fondatori di Ampeleia sono arrivati carichi di aspettative, hanno trovato già viti produttive di Merlot e Cabernet Franc. La prima vinificazione non ha lasciato spazio a dubbi: il Franc di Roccatederighi era veramente di un altro livello, di carattere quasi francese (non che si debbano fare sempre confronti con la Francia, ma è per capirsi).

Il progetto Cru 2025

Abbiamo parlato delle parcelle di la Rocca perché è proprio qui che si innesta il progetto Cru 2025. Questi vini nascono da un'osservazione attenta delle vigne e da una vinificazione separata iniziata come sperimentazione. La diversità dei terreni delle Colline Metallifere ha guidato, come sempre, il progetto: suoli con differenti concentrazioni di sasso, argilla e calcare creano un microclima unico che influenza - come diceva Tait - ogni filare. Ogni filare? Ogni pianta, forse: il desiderio di sperimentare e Cru è nato dall’osservazione delle sottili differenze tra una pianta e l’altra, che ha portato alla scelta di operare una vinificazione separata su alcune viti. Le analisi geologiche hanno, in seguito, confermato l’intuizione. La produzione sarà di quasi 2.000 bottiglie in totale: l’annata in uscita è la 2022.

In degustazione i Cabernet Franc di Ampeleia hanno già, Cru a parte, un’identità molto forte e riconoscibile (anche alla cieca, nonostante Tait abbia provato a confonderci infilando etichette della Loira): frutti rossi croccanti, entrata vellutata ma già caratteriale, che fa ben sperare anche per un eventuale invecchiamento. La nota speziata arriva dopo, insieme a un sentore di ribes e di mirto, che riprende la vegetazione delle Colline Metallifere.

In attesa dell’uscita dei Cru sul mercato, un assaggio degli altri vini Ampeleia è d’obbligo: magari con la pasta, le carni, i formaggi e le verdure dell’orto proposte dall’agri-ristoro ‘Ampeleia Vini e Cucina’, a Roccatederighi.