Alto Adige, vite spericolate per vini bianchi rivoluzionari

di LORENZO FRASSOLDATI
4 aprile 2022

Vigneti Valle Isarco

Quei bianchi cristallini che vengono dal freddo parlano varietà germaniche (Sylvaner, Kerner, Grüner Veltliner) e contrassegnano una viticoltura che più che eroica è ‘spericolata’, come la definisce Riccardo Cotarella, il numero 1 degli enologi italiani. Vini estremi, di confine, dove la montagna, l’altitudine (fino ai 1000 metri), le esposizioni giocano un ruolo determinante. Varietà che lentamente si sono imposte nei gusti dei wine lovers, prima con i più conosciuti Gewürztraminer e Müller Thurgau, avanguardie di una rivoluzione bianchista che dall’estremo nord d’Italia ha insidiato i primati della regione bianchista per eccellenza, il Friuli Venezia Giulia delle Malvasie, dei Sauvignon, dei Friulani (ex Tocai). La Valle Isarco offre uno dei paesaggi naturali più suggestivi dell’Alto Adige, caratterizzato da maestose montagne, antichi masi, castelli, monasteri e punteggiato di villaggi, magnifici castagneti e soprattutto vigneti terrazzati, con i loro ordinati muriccioli in pietra. La gente è abituata a lavorare terreni prevalentemente scoscesi, mantenendo e curando fino a 950 metri di altitudine vigneti anche di minuscole dimensioni. Cantina Valle Isarco (Eisacktaler Kellerei, in tedesco) è bandiera di questo territorio. “Abbiamo una varietà di microclimi e di vitigni molto interessante, distribuita su pendii aspri e versanti scoscesi, difficili da coltivare - spiega il direttore generale Armin Gratl -. Terreni leggeri e poveri, pietrischi di origini glaciale e sedimenti fluviali, con basse rese intrinseche”. La zona di produzione della Cantina Valle Isarco, che si estende a nord fino a Novacella/Bressanone, comprende Chiusa/Sabiona e termina nella valle Isarco meridionale, con una grande varietà di condizioni geologiche e di terreni. Viti coltivate su piccole parcelle di montagna (130 soci per 150 ettari di vigneto totale) divise tra 11 Comuni, pendenze tra il 30 e il 60%, rese bassissime e vendemmia rigorosamente a mano. Centomila bottiglie divise tra 11 referenze con una linea di selezione (Aristos) nata 30 anni fa e dal 2020 seguita dal master-enologo Riccardo Cotarella. Le condizioni climatiche ideali, l’alta qualità delle uve e l’esemplare lavorazione hanno reso oggi i bianchi della Cantina Produttori Valle Isarco tra i vini più rinomati dell‘Alto Adige. Il particolare microclima, caratterizzato da calde giornate estive e rigide notti nel periodo della vendemmia, assicura vini freschi, fruttati e ricchi di contenuto minerale. “Beneficiamo della notevole escursione termica fra giorno e notte - continua Gratl - dovuta alla vicinanza delle montagne, delle scarse piogge e dell’importante quantità di ore di sole nel corso dell’anno. Condizioni atipiche per un territorio alpino da cui la viticoltura trae grande beneficio”. Da non perdere in valle un passaggio all’Abbazia di Novacella, altro splendido esempio di vigne ‘eroiche’. Quando nel 1142 il beato Hartmann fondò l’Abbazia di Novacella, nella conca di Bressanone la viticoltura era già praticata da tempo. Ancora oggi i canonici agostiniani reggono i destini del convento e conducono una delle più antiche cantine attive del mondo. Clima fresco, forti escursioni termiche, terreni ricchi di minerali, altitudine tra 600 e 900 metri , tutto concorre a dare sapidità, aromi e freschezza ai bianchi dell’abbazia tra cui svettano Sylvaner, Kerner e Gewürztraminer. I rossi vengono invece dai terreni più a sud: il Lagrein dal podere bolzanino di Mariaheim; Schiava Gentile, Pinot Nero, e Moscato Rosa dal podere Marklhof di Cornaiano/Appiano.

Top 5 dell’Alto Adige

  1. SFIDANDO BORDEAUX E BOLGHERI
    190 ettari di vigna, 190 famiglie, vigneti a terrazze da 220 a 900 metri tutti nel Comune e 700 metri di dislivello è una cosa da Guiness dei primati enoico. Parliamo di Cortaccia (Kurtatsch) nella Bassa Atesina. Le zone più in basso della Cantina di Cortaccia (il vigneto Freienfeld è in centro paese) sono tra le più calde dell’Alto Adige e sono ideali per i vini rossi. Qui la viticoltura eroica alpina sfida Bordeaux. In tre edizioni dell’evento ‘Cortaccia Rossa’ nelle degustazioni alla cieca, Cortaccia ha sfidato coi suoi rossi bordolesi Bolgheri e Bordeaux. Conclusione: confronti alla pari. Info: www.kellerei-kurtatsch.it
  2. A TAVOLA SERVE ENERGIA
    Canederli e spaetzle, ma anche il gulash con polenta o lo stinco di maiale con patate e crauti. Certo non il massimo del ‘light’ ma in montagna, è ben noto serve, energia. Bolzano è senza dubbio il luogo in cui si possono gustare tutte queste tipicità. A ogni livello.
  3.  MITICHE BOLLICINE
    Centoventi anni e non sentirli. Ma chi non ha brindato con le bollicine Ferrari a una festa o un matrimonio? Il mito nasce nel 1902 da Giulio Ferrari e dal suo sogno di creare in Trentino un vino capace di confrontarsi con i migliori champagne francesi. Missione compiuta.
  4. IL LAGO COLOR SMERALDO
    Tra le vette dolomitiche, in Val Pusteria, a non troppi chilometri da Brunico, il Lago di Braies è una gemma di smeraldo incastonata tra i monti: le sue acque hanno sfumature verdi-turchesi, le barchette di legno che lo percorrono in estate sembrano quasi sospese sull’acqua e, intorno, lo circondano foreste di abeti e montagne maestose, tra cui i Dodici Apostoli e la Croda del Becco.
  5. PELLEGRINI, PASSIONE DI FAMIGLIA
    Viticoltura di montagna come passione di famiglia. E’ la storia della ‘Dynasty’ Pellegrini, che coltiva la vite in Valle di Cembra, in Trentino, sin dal 1950. Qui l’agricoltura, quasi tutta manuale, si fa eroica (con pendenze oltre il 40%) e i terrazzamenti in pietra segnano profondamente il paesaggio. Da non perdere le bollicine del Salisa Brut 2016. Info: www.villacorniole.com