Albana Brix, a Brisighella l’anima dei tre colli che fa grande il bianco di Romagna

Il borgo medievale a pochi chilometri da Faenza è una delle sottozone più vocate. L’impegno di un gruppo di produttori per valorizzare il vitigno autoctono

di LORENZO FRASSOLDATI -
5 settembre 2024
Cesare Gallegati, presidente dell’associazione ‘Brisighella anima dei tre colli’

Cesare Gallegati, presidente dell’associazione ‘Brisighella anima dei tre colli’

La Romagna del vino si muove. Si muovono i territori più vocati dove i produttori, superando storiche rivalità e campanilismi, si aggregano per dare più valore ai loro prodotti, superare la dimensione regionale e cercare un orizzonte internazionale di mercato. Sono le cosiddette ‘sottozone’ a muoversi, prima è partita Modigliana con il Sangiovese ‘di montagna’ e adesso anche con il Bianco.

Ora è la volta di Brisighella, uno dei borghi più belli d’Italia, pochi chilometri alle spalle di Faenza verso le colline di Marradi e la Toscana, nel cuore del Parco regionale della Vena del gesso romagnola oggi patrimonio Unesco. Qui è nata (aprile 2023) l’associazione ‘Brisighella anima dei tre colli’, che da cinque cantine adesso ne conta quindici, con l’obiettivo – dice il presidente Cesare Gallegati della omonima cantina – “di unire forze e idee per comporre una storia unica: oltre al vino, la tutela del paesaggio e dei suoi beni storici e naturali”. C’è il borgo medioevale ma anche torri, fortezze, rocche, conventi, e anche grandi prodotti: c’è l’olio extravergine d’oliva Dop ‘Brisighella’ (Dop tra le più antiche d’Italia).

Ma questo è anche uno dei tre territori, assieme a Bertinoro e Imola, più vocati alla produzione del bianco Albana, autoctono di Romagna, che sta vivendo una seconda giovinezza come bicchiere fermo secco dopo le tante versioni dolci-passite. E l’Albana - qui ce ne sono oltre 200 ettari coltivati – qui si presta ad un upgrade qualitativo in rapporto ai tre territori (“le tre anime, i tre colli”) che conferiscono caratteristiche peculiari al vino.

C’è la fascia nord, tra i 60 e i 200 metri, di terreni fini, calcarei e calanchi (cantine: Zinzani, Gallegati, Podere La Berta, Bulzaga, Poggio della Dogana, Roberto Monti, Bacana, Baccagnano); la fascia centrale dei gessi (cantine: Terra di brisighella, Billa Liverzano, Tenuta Uccellina, Vespignano, Casadio), infine la fascia sud, la più alta fino a 600 metri, con suoli marnosi arenacei (cantine: La Collina, Vigne di San Lorenzo, Terrabusi, Tenute Tozzi, Fondo San Giuseppe, Vigne dei boschi).

Il progetto nuovo e identitario di Brisighella ‘dei Tre colli’ si chiama Brix,brand che marchia bottiglie da Albana in purezza, da uve quasi tutte bio, con cantine (finora otto) che hanno condiviso un disciplinare che vuole esaltare i tratti distintivi delle tre zone di produzione. Le prime otto bottiglie di Albana Brix sono appena uscite sul mercato (Monterè 2022 di Vigne dei Boschi, Fiorile 2022 di Fondo San Giuseppe, Na 2022 di La Collina, Montesiepe 2022 di Vigne di San Lorenzo; Albagnese 2022 di Casadio; Farfarello 2022 di Poggio della Dogana, Scorzonera 2022 di Bulzaga, Corallo Oro 2022 di Gallegati) e sono state presentate alla stampa, enotecari e ristoratori.

Le prime bottiglie di Albana Brix
Le prime bottiglie di Albana Brix

“E’ nata una comunità – spiega Cesare Gallegati – che va ad arricchire tutto il nostro territorio, per dare più identità, finezza ed eleganza al bianco prìncipe della nostra Romagna, che vuole uscire dai confini regionali per puntare sui mercati esteri come Gran Bretagna e Nord Europa”. Le quantità prodotte per ora sono limitate , circa 10.000 “ma contiamo di arrivare a 20.000 nel giro di 2-3 anni, e poi crescere ancora in base alle risposte del mercato”. I prezzi di uscita di queste Albana Brix che puntano a freschezza e sapidità, complessità ma anche bevibilità ed eleganza, non saranno popolari, attorno ai 15-16 euro a bottiglia. Proporzionati a un disciplinare restrittivo che prevede, fra l’altro, raccolta delle uve non oltre i 14° potenziali, solo uve provenienti dalla sottozona Brisighella, macerazione sulle bucce massimo 24 ore, non più di 3 grammi di zucchero residuo, uscita in commercio in un unico giorno a settembre del secondo anno dopo la vendemmia, minimo 2 anni di affinamento di cui 6 mesi in bottiglia.

Entusiasta Stefano Bariani di Fondo San Giuseppe: “Ci stiamo rialzando dopo il disastro dell’alluvione nel 2023. Abbiamo luoghi belli, isolati, alti e spesso fragili : qui nascono grandi vini che devono uscire dai nostri confini. La Romagna ha bisogno di bianchi di qualità per affermare una propria identità”. Altrettanto entusiasta Aldo Rametta, co-titolare di Poggio della Dogana insieme al fratello Paolo: “Siamo un gruppo di vignaioli che condividono passione e serietà per il lavoro, studio della storia enologica di Brisighella e fermezza nel volerla preservare e tramandare nella sua unicità. Il nostro Brix Farfarello è il risultato di anni trascorsi a cercare il connubio ideale tra il nostro terroir e la varietà Albana, ancora poco nota a livello nazionale e internazionale ma che merita l’attenzione della critica e la curiosità degli appassionati”.