La riscossa dell’Albana nel segno della storia di Branchini 1858

PREZZI&QUALITA’ – L’antica cantina nella campagna di Dozza protagonista del rilancio dello storico vitigno di Romagna, prima Docg italiana in bianco nel 1987

di LORENZO FRASSOLDATI -
22 luglio 2024
I fratelli Marco e Angelo Branchini

I fratelli Marco e Angelo Branchini

D’ora in poi bisognerà guardare con occhi nuovi alla svolta bianchista della Romagna nel segno dell’Albana. Curiosa la storia di questo vitigno già descritto nel 1300 nel Trattato di Agricoltura di Pier de' Crescenzi.

Solo ed esclusivamente romagnola (in particolare nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna) l’Albana di Romagna è stata la prima Docg, nel 1987, per un vino bianco. Delle quattro tipologie previste dal disciplinare (secco, amabile, dolce e passito) subito si privilegia il passito, con risultati di prestigio sulle guide. Poi un lungo oblio, anche di mercato, perché di passiti se ne vendono sempre meno. Poi il ritorno dei bianchi e delle bollicine negli ultimi tre lustri favorisce il ritorno di interesse sulle versioni secca (tra Imola e Bertinoro) e sulle bollicine (in particolare metodo classico) a dimostrare le potenzialità e la stoffa di uve che una volta il contadino teneva solo per sé, per berle in famiglia.

Ha 166 anni la storia di ‘Branchini 1858’, anno della prima vendemmia e l’inizio di un’attività tramandata di generazione in generazione con grande passione. L’anno nel logo (1858) è quello in cui la famiglia, dalla natìa Siena, si trasferì in Romagna. Oggi la guida è nelle mani dei fratelli Marco e Angelo Branchini (quarta generazione). Siamo nella campagna di Dozza, a Toscanella, proprio sulla linea di confine tra l’Emilia e la Romagna, e oggi questa storica cantina lavora un’estensione di 100 ettari tra vigneti e seminativi. Gli ettari vitati sono 26 (5 di Albana, 4 ettari di Sangiovese, 5 ettari di Pignoletto e il restante dedicato a Trebbiano, Chardonnay, Sauvignon, Merlot e Cabernet Sauvignon). L’azienda sta in un triangolo tra tre torrenti: il Sillaro, il Sellustra e il Sabbioso. La particolare combinazione di sabbia, argilla e limo presente nei fondali conferisce ai vini peculiarità e carattere speciali.

Tra i primissimi a spumantizzare l’Albana con il Metodo Classico, all’ultimo Vinitaly hanno lanciato una limited edition di Dosaggio Zero ‘Branchini 1858’ 72 mesi sui lieviti (il millesimo è 2016) e volutamente non dosato per preservare tutta l’essenza dell’Albana. Appena 400 unità che arriveranno fino a mille.

Gli assaggi

I vini degustati
I vini degustati

Poker di Albane. La bolla base Metodo Classico è Branchini 1858, 36 mesi sui lieviti , versione Brut , naso delicato ed elegante, floreale ed erbaceo, al gusto brioso e vivacissimo, sapido e tagliente (da 15 €). Il 72 mesi Dosaggio Zero ha grande struttura e cremosità, quasi un rosso al palato, perfetto a tutto pasto dal pesce alle carni bianche (da 25 €). Il Dutia 2022 (dall’antico nome di Dozza) è una Albana secca ferma che fa solo acciaio di grande frutto al naso, in bocca affilata e di vibrante acidità (prezzo super da 8 €). Infine il passito D’Or Luce 2016 , tre mesi di appassimento e poi un anno in barrique e poi vetro. Sinfonia di frutta fresca e secca al naso, è un sorso dolce che non stanca, anche da meditazione (da 18 €).

Info: www.branchini1858.it