‘Via Francigena for all’. Tutti in cammino verso l’inclusione
Il Piemonte diventa più inclusivo grazie alla Via Francigena for all, itinerario accessibile a tutti tra natura, cultura, sport ed enogastronomia. Sentieri storici aperti a persone con disabilità, anziani e famiglie, con aree sosta e pannelli multisensoriali. Collaborazione con Chiese a porte aperte per visitare cappelle romaniche. Museo della preistoria a Vaie e tappa ad Avigliana. Sacra di San Michele, ispirazione per Il nome della rosa, abbazia storica sul Monte Pirchiriano.
Un itinerario accessibile a tutti, tra natura, cultura sport ed enogastronomia. Il Piemonte è ancora più inclusivo grazie al progetto della Via Francigena for all. Uno dei cammini storici della regione, dalle radici millenarie, diventa il più possibile praticabile anche dalle persone con disabilità fisico-motorie e cognitive, dagli anziani e dalle famiglie con bambini, attraverso numerose aree sosta e pannelli multisensoriali. Due percorsi da scoprire in bicicletta o a piedi in provincia di Torino. Sentieri battuti nei secoli da mercanti, soldati, imperatori e pellegrini, che mantengono ancora oggi una valenza spirituale. Grazie alla collaborazione con Chiese a porte aperte sarà inoltre possibile visitare 365 giorni all’anno ulteriori venti cappelle romaniche e altri siti disseminati sul territorio.
Chiese a porte aperte, voluto della Consulta per i beni culturali ecclesiastici del Piemonte e Valle d’Aosta, è un sistema unico di prenotazione in Italia che consente l’apertura automatizzata di luoghi culturali in determinati orari tramite una semplice App scaricabile su Appstore e GooglePlay. Non solo. Pannelli multisensoriali che raccontano anche per gli ipovedenti la storia affascinante di questi luoghi attraverso una narrazione minuziosa e d’impatto, che descrive i particolari presenti nelle varie strutture, come ad esempio accade nella cappella di San Lorenzo, detta cappella del Conte a San Giorio di Susa.
Il Museo laboratorio della preistoria di Vaie, delizioso paesino che si affaccia sulla Via Francigena, è di sicuro interesse per curiosi e appassionati, con le sue ricostruzioni sperimentali che ripropongono la vita degli uomini agli albori della civiltà. Vaie merita una sosta anche per degustare il famoso canestrello, un delizioso biscotto di pastafrolla cotto su un ferro particolare. Avigliana, altra tappa d’obbligo sulla via Francigena, ha un centro storico medioevale e due laghi. La Chiesa di San Pietro della cittadina dove un giovane Umberto Eco, piemontese di Alessandria, trascorreva le vacanze estive, conserva diversi cicli di importanti affreschi.
E la splendida Sacra di San Michele, abbazia fondata tra il 983 e il 987 con le donazioni di Ugo di Montboisser, ricco penitente francese, ha sicuramente ispirato l’autore del Il nome della rosa nella stesura del romanzo e per l’ambientazione dell’omonimo film. L’abbazia valsusina – tra i più antichi luoghi di culto dedicati all’Arcangelo – è il centro geografico tra il Santuario pugliese di Monte Sant’Angelo e quello francese di Mont Saint Michel. La Sacra avvolge la cima rocciosa del Monte Pirchiriano, a oltre 900 metri sul livello del mare. Qui, lo Scalone dei morti è l’ambiente dove sono più evidenti i tratti dell’archittettura romana. Mentre del monastero, che tra il XII e il XIV secolo ospitava più di 60 monaci, non restano ormai che imponenti rovine.