Una regione con tipologie di etichette differenti. La strada del Verdicchio ha due diramazioni. Una porta ai castelli di Jesi, l’altra a Matelica
Le colline delle Marche sono una diversa dall’altra, come i suoi vini. La valle del Fiume Metauro è attraversata da...

Le colline delle Marche sono una diversa dall’altra, come i suoi vini. La valle del Fiume Metauro è attraversata da...
Le colline delle Marche sono una diversa dall’altra, come i suoi vini. La valle del Fiume Metauro è attraversata da più strade di campagna, tante quante sono le tipologie di Bianchello del Metauro prodotte: potremmo dire infinite, perché questo vitigno che Mario Soldati oltre mezzo secolo fa descrisse con il diminutivo, a indicare un vinello, oggi produce grandi vini che mutano da un calanco all’altro.
Il segreto della diversità del Bianchello è tutto nella sua mineralità: si hanno così bottiglie di straordinaria finezza come il ’Biancanima’ di casa Guerrieri di Piagge, colmo di eleganza sapida da masse argillose, ad altri sapidi e dilatanti ottenuti da vigne in terreni calcarei e di arenaria come il ’Rocho’ di Roberto Lucarelli di Cartoceto, continuando con la sabbia tufacea mista a calcare del ’Mattera’ di casa Galiardi, vino biologico che si nutre di sale e sole.
Ma spostandoci di pochi chilometri, e proseguendo in direzione sud, potrete percorrere altre strade del vino, ufficialmente segnalate. La provincia di Ancona è segnata dalla strada del vino del monte Conero, il cui nome dice tanto: Komaròs in Greco antico significa corbezzolo e infatti il frutto è presente nei boschi del monte e soprattutto all’interno di questo vino rosso suadente che ha nella cantina Moroder una delle massime espressioni anche nella forma biologica ’cruda’, così come nella spietata finezza del ’Dorico’, la riserva della casa.
C’è poi la strada del Verdicchio che ha due diramazioni: una che porta il nome dei castelli di Jesi (che sconfina anche nel Maceratese), che vive della limpida eleganza di etichette come ’Utopia’ della cantina Montecappone di Jesi, o del ’Tardivo ma non tardo’ di Stefano Antonucci che ha un ingresso sontuoso ed è seta di roccia al gusto, con qualche interessante variazione sul tema: il ’San Paolo’ Pievalta che viene vinificato con criteri da Franciacorta, dove pulizia e nettezza sono imprescindibili assieme alla mineralità.
La seconda strada del Verdicchio porta a Matelica e qui bisogna parlare di sale di roccia, di mineralità arcaica, di mare giurassico che nutre questi vini elegantissimi e vertiginosi come i paesaggi quasi montani che potrete scoprire. Ascoli e San Benedetto sono i territori del Rosso Piceno superiore, un vitigno che cantine come ’Velenosi’ hanno contribuito a far conoscere in tutto il mondo grazie ad espressioni internazionali come il ’Roggio del Filare’.
Infine l’aromaticità è la nota che caratterizza le ultime due strade del vino marchigiane: quella del Lacrima di Morro d’Alba che valorizza le note fruttate di queste uve dell’entroterra anconetano, e la strada del vino di Serrapetrona, che include anche i territori di Belforte del Chienti e di San Severino Marche, e che imbottiglia uno spumante cremoso da uve di Vernaccia.