Un viaggio nel mito e nella bellezza
La ricchezza della Sicilia è la ricchezza delle sue anime. Se l’Italia ha 55 siti patrimonio Unesco, la Sicilia da sola ne conta sette, un catalogo unico di bellezze e ricchezze culturali. Comunque, un catalogo parziale...
Arabi e normanni. Palermo, Monreale e Cefalù: il sincretismo tra le culture araba e normanna, cattedrali e monasteri con cupole arabeggianti e archi orientali, racconta la lunga e pacifica convivenza tra culture e religioni, quando la corte di Federico II ospitava intellettuali arabi e nasceva una lingua già simile al futuro italiano. Seguendo le orme dell’imperatore illuminato si scoprono altri gioielli, come il castello di Milazzo affacciato sullo spettacolare scenario delle Eolie.
Le isole. Ecco le “sette sorelle” del dio del vento: vulcani, paesaggi selvaggi, patrimoni archeologici e agricoltura eroica. Ma l’altra ricchezza − lo dice l’Unesco − è la cura con cui gli isolani hanno fatto coesistere la natura e l’uomo. Felice convivenza che si ritrova in tutte le altre isole siciliane: le Egadi, le Pelagie, Ustica e Pantelleria. In quest’ultima, la vite ad alberello per la coltivazione dello zibibbo sfida il vento e per l’Unesco è patrimonio immateriale dell’Umanità.
La montagna. Ancora la natura, ancora il mito. In una parola: Etna. Anzi, Mongibello (Mons in latino, Jebel in arabo: montagna+montagna), insomma ‘a Muntagna per antonomasia, il vulcano più grande d’Europa, con le sue nevi perenni e i suoi colori aspri. Un consiglio: spettacolare se visto dal teatro di Taormina. Ma sull’isola ci sono anche altre montagne: i Nebrodi messinesi e le Madonie palermitane, anche loro coperti da boschi e ricchezze agricole uniche.
Siracusa e il barocco. La Sicilia orientale è un altro mondo. L’unicum Siracusa racconta millenni di storia, dalla necropoli di Pantalica al teatro greco secondo solo a quello di Epidauro, dalle origini mitologiche delle acque e del papiro al sincretismo di un duomo barocco che ingloba un tempio dorico. Dalla capitale “greca” si passa poi a un intero territorio, il Val di Noto, in cui il barocco del Settecento ha fatto rinascere dopo il terremoto del 1693 città diventati gioielli, come Noto, Modica, Ragusa. I mosaici e i siculi. Sulle antiche strade che conducevano a Siracusa, sorgono Piazza Armerina e Morgantina, altro sito Unesco unico. Nella villa romana del Casale al centro della Sicilia fanno bella mostra mosaici di ragazze in bikini e scene di caccia grossa in Africa. Mentre la città di Morgantina è la testimonianza della civiltà sicula, con la statua della sua dea conservata al museo di Aidone.
I templi greci. Sulle colonne di Agrigento e Selinunte poggia l’anima della Sicilia occidentale. L’antica Akragas è uno dei più importanti parchi archeologici al mondo, impreziosito dal suggestivo e profumato giardino della Kolymbetra. Ma il parco più grande d’Europa è Selinunte (Trapani), con i suoi cinque templi. E ancora nel trapanese il tour finisce a Segesta, città elima con tempio dorico e teatro scavato nella roccia. Secondo Tucidide, gli Elimi venivano da Troia. Perché un viaggio in Sicilia è un viaggio nel mito.
TOP 5 SICILIA
1.
LA MANNA
Sulle Madonie la manna non è quella biblica che scende dal cielo, ma si ricava dal frassino. Un prodotto unico, presidio Slow Food, dolcificante e quasi un farmaco naturale
2.
MOZIA
Nello stagnone di Marsala, sull’isola di San Pantaleo sorgono i resti dell’antica città fenicia di Mozia. Particolarmente suggestive le saline con i mulini a vento nella laguna
3.
L'ALBERO RECORD
A Sant’Alfio, sull’Etna, si trova il più grande e antico albero di Sicilia, un castagno di circa 3mila anni. Si narra di una regina e di cento cavalieri che vi trovarono riparo da un temporale
4.
I MEGALITI
Nell’altopiano dell’Argimusco, sui Nebrodi, in una distesa brulla spiccano monumenti megalitici, forse modellati dal vento ma probabilmente utilizzati come santuario naturale
5.
IL MIELE
“Nessuno eguaglia i favi iblei”, scriveva Ovidio. Ma in tutta la Sicilia il miele è pregiato, dai più comuni al rarissimo nespolo del Giappone. E l’ape nera sicula è più resistente delle altre