Un colore diventato nella regione il simbolo dell’inverno . Gli alberi coltivati in massa nella zona dal XIX secolo sono stati importati dai navigatori dalla Tasmania
Il giallo è il colore simbolo dell’inverno ligure: giallo come quello delle mimose che sono coltivate in massa grazie alla...
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Il giallo è il colore simbolo dell’inverno ligure: giallo come quello delle mimose che sono coltivate in massa grazie alla...
Il giallo è il colore simbolo dell’inverno ligure: giallo come quello delle mimose che sono coltivate in massa grazie alla vocazione di questa terra che gli agricoltori hanno scoperto nel XIX secolo, visto che il fiore è originario della Tasmania e proprio i liguri, navigatori per eccellenza, lo hanno fatto conoscere in Occidente. Tanto è vero che in Liguria si producono il 90 per cento delle mimose nazionali: come dire che il dono simbolo dell’8 marzo senza questa Regione non esisterebbe.
Già a fine gennaio anche quest’anno sono fioriti gli alberi di mimosa in tutta la regione, soprattutto nel Ponente, anche se la celebrazione più importanti di questi fiori effimeri ma affascinanti – come è effimera la pianta che le produce, che ha una vita mai maggiore dei trent’anni – è nell’immediato Levante, pochi chilometri a est di Genova in un borgo che si chiama Pieve Ligure dove anche quest’anno una intera settimana ha fatto della mimosa la regina della festa. Carri allegorici, stand, gare fra rioni per dimostrare sempre di più la centralità di questo fiore e di questo colore nell’inverno che fra poco sarà primavera. Ma sarà l’8 marzo la data iconica nella quale la mimosa diventa ineludibile, il simbolo del giorno dedicato alle donne.
L’anno in cui è nato il simbolo è il 1946, quando Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei proposero di usare la mimosa, poco costosa e accessibile a tutti, al posto delle violette, ancora oggi regalate in molti altri paesi in occasione della ricorrenza, ma troppo costose per una festa considerata tradizionalmente proletaria. La mimosa, certo, è considerata effimera, ma sentiamo un coltivatore che cosa ci raccomanda per mantenere questa bellezza più a lungo possibile. Lui si chiama Graziano Guglielmi ed è di Vallebona località sulle colline di Bordighera, che da trent’anni fa prosperare le sue piante e i suoi raccolti.
"La mimosa – spiega al portale ’La mia Liguria’ – non ha parassiti e quindi si può stare tranquilli che il nostro regalo per la Giornata della donna non conterrà alcun tipo di veleno. Per farla durare più a lungo basta qualche semplice accorgimento: rimuoverla dall’involucro di plastica in cui viene regalata, metterla a bagno in acqua pulita, meglio se inacidita con l’aggiunta di un paio di gocce di limone. Posizionarla in piena luce e in ambiente umido e vaporizzare acqua fresca sui fiori: la mimosa rilascia molta acqua durante la traspirazione quindi la grande perdita di liquidi potrebbe farla seccare prima".
Il primato della mimosa dimostra sempre più quanto la Riviera dei Fiori sia realmente tale: i colori della Liguria sono quelli delle rose, per esempio, dei gladioli o dei garofani, della ginestra o della lavanda; e poi gli agrumi tipici e gli anemoni e tutta la flora naturale che gode della brezza marina o del bosco collinare. Simboli delle varie località e pregevolezze di un mercato che è diventato internazionale. Ma in questo periodo è il colore della mimosa che domina, spontanea o coltivata che sia: ed è bello inerpicarsi per le fasce e scoprirla immersa in panorami mozzafiato.