Tutti i colori del deserto egiziano

di Redazione Itinerari
12 maggio 2023

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Quando si sente parlare dell'Egitto si associa a questo nome alle celeberrime Piramidi o alla Sfinge nella piana di Giza, alla crociera sul Nilo, ai Templi di Luxor e Karnak o alle spiagge del Mar Rosso. Sicuramente meno famoso, ma con un fascino impareggiabile è l'itinerario attraverso il deserto occidentale, che contrariamente a quello che si pensare, offre scenari e paesaggi molto diversi tra loro che lasciano il visitatore senza fiato e con la sensazione di assistere ad uno spettacolo veramente unico nel suo genere. Per poter visitare tutte le zone più interessanti e particolari della zona è necessario affidarsi ad uno dei tanti tour organizzati direttamente dalla capitale Il Cairo. I visitatori hanno così la possibilità di esplorare un paesaggio quasi ultraterreno fatto di formazioni rocciose, canyon e dune e praticare diverse attività: dal sandboarding al safari con i quad, dalle passeggiate in cammello all'osservazione delle stelle. Uno spettacolo unico che solo il Deserto Nero, il Deserto Bianco e il Grande Mare di Sabbia possono offrire.

Il Deserto Nero

Poco al di fuori dell'oasi di Bahariya si estende quello che viene chiamato a giusta causa Deserto Nero, un'area rocciosa scura che deve il suo aspetto all'antica azione vulcanica e alla presenza dell'abbondante minerale di ferro. Numerose colline coniche, costituite da arenaria e cemento ferroso si stagliano all’improvviso nella pianura. Si susseguono una dopo l’altra, dando un effetto surreale che sembra uscire da un film di Star Wars. Le montagne e il terreno sono disseminati di piccole pietre vulcaniche nere adagiate sulle sabbie di colore arancione e marrone. Tra i punti da non perdere in questa zona del deserto c'è sicuramente la “Crystal Mountain”, un raggruppamento imponente di differenti tipologie di cristalli per uno spettacolo che lascia senza parole. Spostandosi verso quella che viene denominata “English Mountain”, così chiamata per essere stato scelto come avamposto dai soldati inglesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Dalla cima si può ammirare, oltre ai resti dei loro accampamenti, un panorama invidiabile su tutto il Deserto Nero.

Il Deserto Bianco

Non lontano dal Deserto Nero, si cambia decisamente scenario, passando per la valle di Agabat, un luogo sorprendente con formazioni montuose e molte pareti rocciose bianche, che si immergono nelle dune di sabbia collegate al deserto del Sahara e con insolite rocce calcaree gialle. Superato questo punto davvero suggestivo si arriva in un luogo che sembra uscito da un altro pianeta: il Deserto Bianco. Il nome deriva dalle sue formazioni rocciose costituite da resti di microscopici animali marini risalenti alla fine del Cretaceo, che vento e sabbie hanno plasmato conferendo la colorazione di un bianco luminoso che risplende alla luce del giorno e che riflette la luce lunare nelle notti di plenilunio. In alcuni casi questi pinnacoli che si innalzano per decine di metri sopra la sabbia prendono forme particolari che possono ricordare funghi, galline e animali fantastici. Dal 2002 in quest'area, di circa 2.200 miglia quadrate, è stato istituito il “White Desert National Park”, un parco protetto e regolamentato, visto che il Deserto Bianco ospita una varietà di fauna selvatica, tra cui la volpe del deserto in via di estinzione.

Il Grande Mare di Sabbia

Come suggerisce il nome, il Grande Mare di Sabbia è una distesa desertica costituita da innumerevoli dune e ondulazioni di sabbia che si estendono per centinaia di migliaia di chilometri del deserto egiziano. Questa zona è l'idea che tutti si sono fatti del deserto e cioè sabbia a perdita d'occhio e dune da scalare, alcune addirittura alte centinaia di metri. Inoltrarsi in queste zone regala emozioni indescrivibili, sia durante il giorno, ma anche durante il pernottamento durante la notte, durante la quale lo spettacolo del cielo stellato non ha uguali nel mondo ed è possibile ammirare anche la Via Lattea.

Le altre attrazioni del deserto

Nella zona più settentrionale del deserto occidentale si va alla scoperta di Wadi Al-Hitan, letteralmente “Valle delle Balene”, uno dei siti paleontologici più interessanti del pianeta, dove è possibile osservare scheletri dei precursori delle attuali balene, alcuni perfettamente conservati e lunghi decine di metri. Inoltre numerosi resti di antichi pesci ossei e conchiglie affiorano dalle dune e testimoniano come il luogo milioni di anni fa fosse sommerso dai mari. Un altro luogo da non perdere nei tour del deserto è la Grotta di Djara, risalente a 55 milioni di anni fa ed è il risultato della corrosione della pioggia nel calcare. Al suo interno sono presenti anche incisioni di animali che risalgono al periodo neolitico. Infine come non menzionare le oasi, luoghi di ristoro e dove c'è la presenza di acqua e vegetazione in pieno deserto. Tra queste le più importanti sono quelle di Siwa, Bahariya, Farafra, Dakhla e Kharga. Tutte con caratteristiche differenti, alcune con una ricca vegetazione, altre con rovine di epoca romana, altre ancora con le case di fango dipinte di blu, ma tutte dotate delle tipiche “spring”, sorgenti naturali, sia calde che fredde che danno ristoro dopo le escursioni nel deserto.