Toscana, pedalando tra colline da cartolina
La moda dell’outdoor, in questa estate 2022, viaggia a pedali. Su bici speciali, che si chiamano ‘gravel’, parola inglese che significa ghiaia o sterrato. Le strade bianche, di cui la Toscana è ricca, e che ha il merito di aver valorizzato per prima con quella formidabile idea che è l’Eroica, il ciclismo in stile vintage su tracciati senza asfalto. Ha avuto tanti figli, l’Eroica, sparsi anche per il mondo intero; e qua ha fatto crescere la passione per questo turismo: lento, contemplativo, di fatiche ben ripagate. E così esplode la moda della gravel. Sembra una bici da corsa perché ha il manubrio con la piega, anche se più sporgente per migliorare la presa; ha telaio più solido e pesante, e gomme tassellate. Più strette della mountain bike, quindi adatte a percorsi meno impervi: i super-bravi dimostreranno che si fa tutto, anche il singler track pietroso, ma la gravel è turismo. Lo sanno bene i 3mila – avete letto bene, tremila –partiti a fine maggio per l’edizione 2022 del Tuscany Trail: 460 km da Donoratico a Orbetello ma non in linea retta, ché sarebbero poco più di 90; questo era un semicerchio per la Toscana interna, attraverso luoghi come Chianni, San Gimignano, Volterra, Siena, Radicofani, Sorano. Strade sterrate per il 66 per cento, ben 6.900 metri di dislivello totale in salita. Indicazione degli organizzatori: cinque tappe. E qui si innesta l’altra faccia della moda che dilaga: il bikepacking. Il Trail dovevi fartelo portandoti i bagagli, su una traccia da scaricare sul dispositivo gps. Adrenalinico al massimo, benché slow. Borse appese al manubrio e al tubo orizzontale, e dietro l’alternativa: o un robusto portapacchi ben carico, o il borsone appeso alla sella. Magari ne hai presi in giro tanti, di stranieri che hai visto transitare sulle strade: ma quando hai provato, ti prende eccome. E dunque, come fare? Armarsi di traccia. Non difficile: o ci si rivolge agli organizzatori del Tuscany Trail, o si va a scaricarla dietro modesta spesa da komoot.it, il sito-scrigno per questo genere di tracciati, e anche per costruirne di propri e condividerli. E’ un mondo, quello del gravel in bikepacking. Ne sa qualcosa anche un inossidabile motore del turismo a piedi e a pedali come Gianfranco Bracci, che quarant’anni fa si inventò con Alfonso Bietolini la Gea, Grande Escursione Appenninica, mega-cammino di crinale appenninico dal Passo dei Due Santi a Bocca Trabaria. Questa estate, con un altro profeta del plein air come Leonardo Valentini, ha lanciato il Cammino d’Etruria, “da Volterra a Chiusi tra storia e natura sui passi degli Etruschi”. Sette tappe in tutto: le prime quattro a piedi da Volterra a Ville di Corsano nel comune di Monteroni d’Arbia attraverso Casole, Colle di Val d’Elsa e Sovicille; le ultime tre in gravel da Murlo a Chiusi passando per Buonconvento, Asciano, Trequanda, Pienza, Chianciano, Sarteano. Tracce da trovare e costruire, toccherà ai Comuni realizzare concretamente il percorso. Ma vuoi mettere tutta quella natura in mezzo alla storia.