Sulla Luna o quasi: l’Islanda d’Italia ha un cuore toscano
La locomotiva del vapore che sbuffa sotto terra restituisce agli occhi uno spicchio di Luna con le sue pozze ribollenti e rumorose, le putizze e le fumarole che sgorgano nelle valli baciate dalla Dea Geotermia fra le province di Pisa, Grosseto e Siena. La forza della terra regala un tesoro naturale sfruttato sin dall’epoca etrusca per scopi termali, diventato meta degli amanti del trekking: colonne di fumo che torreggiano dal terreno, sbuffi e gorgoglii, pozze calde, atmosfere lunari e sulfuree. Ecco la Valle del Diavolo, tra Pomarance e Larderello, in provincia di Pisa, cuore pulsante dell’area geotermica toscana e ribattezzata ‘L’Islanda di Italia’, che, si dice, ispirò il sommo poeta Dante Alighieri nell’immaginarsi le quinte dell’Inferno. La narrazione cullata nel Museo della Geotermia a Larderello affonda le radici nelle testimonianze etrusche e romane, fino alle storie che hanno solcato rivoluzioni nell’ ‘800 e ‘900, con le intuizioni di Francesco De Larderel per lo sfruttamento industriale dei soffioni boraciferi per arrivare al Principe Piero Ginori Conti, che prese le redini dell’azienda e, il 4 luglio 1904, accese a Larderello le prime cinque lampadine utilizzando la potenza del vapore geotermico per far ruotare una dinamo. Fu, di fatto, l’avvio dell’industria geotermoelettrica. Qui, dove si innalzano le centrali geotermiche di Larderello, è possibile visitare il ‘pozzo dimostrativo’ che mostra il modo in cui il calore contenuto nel ventre della terra consente di produrre energia, e il punto panoramico su Valle Secolo, il più grande impianto europeo geotermico. E in queste terre dove la roccia bolle e fuma, le manifestazioni geotermiche sono visibili in due distinti parchi: il Parco delle Fumarole a Sasso Pisano (avamposto a sud della provincia di Pisa) e il parco delle Biancane a Monterotondo Marittimo, nel Grossetano, Comune che ospita anche il Mubia, museo delle Biancane. A Sasso Pisano, in un cammino brullo e aspro, si spalancano piccoli geyser e fumarole: dal terreno, grazie a sorgenti di acque caldissime, emergono all’improvviso i vapori, creando uno spettacolo straordinario e mutevole. Alle Biancane di Monterotondo, partendo dal museo Mubia, allestito dal Comune nel fabbricato della prima centrale elettrica costruita negli anni venti del ‘900, si sviluppa un percorso che sale lungo il monte e attraversa numerose e suggestive aree di manifestazioni geotermiche naturali, dove poter approfondire vari aspetti della conoscenza e della curiosità umana: aspetti storici, con le sorgenti di acque calde utilizzate sia per usi termali e per l’estrazione dell’acido borico, ma anche per ammorbidire il legno per farci le botti, oppure botanici con le biodiversità, circondati da querce da sughero che per loro natura crescono ad un’altitudine di crescita tra i 100 e i 300 metri ma che qui, grazie al calore del sottosuolo, nascono a 600 metri. Di grande rilevanza sono soprattutto gli aspetti geologici con le meravigliose cristallizzazioni gialle di zolfo nativo, i diaspri ricchi di ferro, i calcari riarsi trasformati in gesso.