Uno dei film più attesi dell'anno,
Oppenheimer di Christofer Nolan, è da poco approdato sul grande schermo. Il pubblico del mondo intero, comodamente seduto in poltrona, ha la possibilità di assistere all'ascesa e alla sconvolgente caduta dell'enigmatico scienziato che ha sviluppato un'arma così letale da poter distruggere l'umanità. La storia è nota e Oppenheimer, dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha affrontato pubblicamente le conseguenze morali della sua creazione. Tuttavia, pochi sono a conoscenza delle ripercussioni politiche che ne sono derivare e che hanno profondamente influenzato
la vita personale del fisico americano, che ha trascorso buona parte dei suoi ultimi giorni di vita nascosto nella
piccola e remota isola di St John, nelle Isole Vergini americane. Questa parte di storia, che racconta come Oppenheimer sia passato
da eroe a criminale a naufrago dei Caraibi, non solo offre uno sguardo affascinante sulla vita di uno degli scienziati più famosi degli Stati Uniti ma permette anche di scoprire l'isola che è stata teatro dei suoi ultimi giorni.
L'isola ai tempi di Oppenheimer
Quasi dieci anni dopo il lancio dell'atomica su Hiroshima e Nagasaki, l'inventore dell'arma che aveva appena distrutto le due città giapponesi, decide di scomparire e, per farlo, sceglie un appezzamento di due acri con un modesto cottage nell'isola di St. John. Qui resterà
dal 1955 fino alla sua morte, avvenuta nel 1967. L'isoletta caraibica
grande come Manhattan, non poteva essere più lontana dai lussi e dal tenore di vita a cui lo scienziato era abituato. Quando la famiglia Oppenheimer sbarcò,
telefoni ed elettricità erano praticamente assenti, l'edificio più grande era un cottage a un piano in stile gingerbread, gli animali scorrazzavano liberi per le strade sterrate e il primo bar dell'isola ancora non esisteva. St John era
parte del territorio degli Stati Uniti da soli 37 anni e, degli
800 residenti, il 90% erano discendenti di ex schiavi rapiti dall'Africa. Le isole Vergini americane erano, dunque, il luogo ideale per allontanarsi dal mondo e per mantenere l'anonimato, nonché sottrarsi alla sorveglianza dell'FBI.
St. John oggi: un parco nazionale con le spiagge più belle al mondo
Il terreno che gli Oppenheimer acquistarono nel 1955
a Hawksnest Bay per costruire un'umile casa sulla spiaggia, è oggi un terreno pubblico, conosciuto localmente come
Oppenheimer Beach. Il sito è indicato come una delle migliori spiagge delle Isole Vergini, ma non compare sulla maggior parte delle mappe turistiche. St John rimane
la più piccola dell'arcipelago. Niente aeroporti o attracchi per navi da crociera, gli asini vagano ancora liberi tra le colline e,
grazie al contributo di Rockefeller, due terzi dell'isola fanno parte del
parco nazionale protetto. Tra foreste intricate e cactus spinosi, si snodano più di venti sentieri che attraversano il territorio. Per quanto riguarda le spiagge,
Trunk Bay è considerata una delle più belle al mondo. Con le sue acque tranquille e la sabbia bianca è perfetta per lo snorkeling, ospita un percorso subacqueo di fama mondiale, ma è anche la più affollata.
Per seguire le orme di Oppenheimer e sfuggire alla folla, bisogna cercare una recinzione bianca sul lato della strada dopo Hawksnest Beach. Qui, un parcheggio che può ospitate pochissimi posti auto consente di accedere alla baia turchese, che si apre dietro il cancello con la scritta “Oppenheimer”. L'acqua è cristallina, ma soprattutto la spiaggia è appartata e non è segnalata da nessun cartello. Ecco perché Oppenheimer Beach è considerata tutt'oggi una
zona segreta, riservata agli abitanti del luogo.
Come raggiungere l'isola
A meno che non si disponga di una
barca privata, mezzo con cui arrivarono gli Oppenheimer, per raggiungere Cruz Bay, la città principale di St John, è necessario imbarcarsi sul
traghetto da St Thomas, dove vive la maggior parte degli abitanti dell'isola. Dal molo, camion aperti trasformati in taxi, accompagnano i viaggiatori attraverso
North Shore Road, passando per il resort più famoso dell'isola,
Caneel Bay, e le sue spiagge.