Sotto le placide acque i borghi fantasma
Si dice ‘lago’ e alla mente vengono immagini di uno specchio d’acqua immoto e sereno. Ma sotto quelle acque tranquille a volte si cela ‘qualcosa’ di magico, che stimola la fantasia: è il caso dei paesi fantasma vittime del progresso. In Garfagnana, in quella che viene definita la ‘piccola Svizzera’ in provincia di Lucca, c’è un lago che si è formato artificialmente nel 1947 con lo sbarramento del torrente Edron e la costruzione della diga idroelettrica. Un’operazione che ha sommerso il paese di Fabbriche di Careggine costringendo gli abitanti a trasferirsi nella vicina Vagli di Sotto. Il paese, risalente al 1270 e popolato da fabbri provenienti dal Bresciano che lavoravano il ferro estratto dal monte Tambura, riaffiora quando il lago viene svuotato per manutenzione. L’ultima volta è stato nel 1994 e lo spettacolo dell’abitato con le case in pietra e la chiesa di San Teodoro, suscitò grande ammirazione, quindi si attende con interesse il bis, visto che l’amministrazione comunale ha annunciato per il 2023 la riemersione del borgo-fantasma. Storia analoga è quella, in Friuli Venezia Giulia, del borgo di Movada, in Val Tramontina, scomparso negli anni Cinquanta a causa dello sbarramento delle acque del fiume Meduna per costruire una diga. Così i borghi di Flors, Movàda e Redona sono stati sommersi dal lago di Redona, ed affiorano nei periodi di secca creando immagini suggestive. Gli abitanti, all’epoca costretti ad andarsene ricevendo solo un magro risarcimento, ancora oggi sono affezionati agli antichi borghi e quando vedono gli edifici riaffiorare credono che la loro conservazione sia dovuta a Don Basilio, l’antico parroco che veglia dal cielo. Ed è stata ancora una volta una diga, edificata nel 1947-1949, a far scomparire un paese in Val Venosta, Alto Adige. Qui, vicino al Passo di Resia, sorgevano tre laghi naturali, quello di Resia, quello di Curon e quello di San Valentino alla Muta Curon: la diga unificò i primi due laghi e sommerse il paese di Curon Venosta e, in parte, il paese di Resia. Oggi dalle acque del lago di Resia, il più grande dell’Alto Adige, nel comune di Curon Venosta, spunta ancora l’antico campanile del XIV secolo e, secondo una leggenda, di tanto in tanto si sentono suonare le campane: strano perché sono state asportate il 18 luglio 1950. Spostandoci in Piemonte (in provincia di Verbano-Cusio-Ossola), in Val Fernazza, ai confini con la Svizzera, troviamo il lago di Morasco: anch’esso nasconde un borgo sommerso. Negli anni Trenta e Quaranta, per costruire una centrale idroelettrica si edificò un bacino artificiale che sommerse i paesini di Morasco e Riale: per un periodo restò visibile il campanile della chiesetta di Sant’Anna e San Lorenzo, poi le acque sommersero anche quello. Così oggi il turista che si gode il placido aspetto del lago spesso non sa neppure che questo custodisce i resti di due villaggi che rappresentarono l’estremo limite degli insediamenti Walser del XIII secolo. Una magia nella magia..