Si rinnova l’appuntamento nel borgo che celebra la cinquantesima edizione dell’evento di street art internazionale
A Grazie di Curtatone, presso Mantova, si celebra l'Antichissima Fiera delle Grazie con la 50ª edizione dell'incontro nazionale dei Madonnari, artisti del gessetto. Il santuario ospita opere ispirate alla 'Divina Commedia' in un contesto di street art internazionale. Il coccodrillo imbalsamato simboleggia il male, mentre il cotechino è il piatto tipico da gustare durante l'evento.
C’è un posto in Italia dove, all’interno di un antico santuario, è appeso un coccodrillo. E dove in piena estate si può (anzi, si deve) mangiare un panino con il cotechino, mentre centinaia di maestri del gessetto ‘dipingono’ l’asfalto creando capolavori. Quel posto è Grazie di Curtatone, presso Mantova, uno dei borghi più belli d’Italia, accarezzato dal fiume Mincio con la sua riserva naturale e in estate l’incantevole tappeto dei fiori di loto. Già dal 1400, nei giorni di metà agosto, il santuario era meta di pellegrinaggi in onore della Madonna delle Grazie, e proprio la presenza di tanti fedeli fece sbocciare l’idea di una fiera, divenuta presto una grande distesa di bancarelle.
L’Antichissima Fiera delle Grazie (che compirà 600 anni nel 2025) si rinnoverà il 14 e 15 agosto, e sono attesi almeno centomila visitatori. Nelle stesse giornate si celebrerà la 50ª edizione dell’incontro nazionale dei Madonnari, gli artisti del gessetto provenienti da tutto il mondo. Ogni anno il sagrato del santuario si trasforma in un museo a cielo aperto per uno dei principali eventi internazionali di street art. Quest’anno i 135 artisti iscritti (e in gara) saranno chiamati a cimentarsi con la ’Divina Commedia’, in un progetto patrocinato dal Ministero della Cultura e sviluppato con la Società Dante Alighieri: del resto Mantova è la terra di Virgilio, splendida guida del Poeta fra i gironi dell’Inferno e le cornici del Purgatorio.
Alle diverse cantiche del poema saranno riservate varie piazzole a tema: gli artisti potranno iniziare a lavorare già all’alba del 14 agosto per concludere le loro opere al tramonto del 15, utilizzando solo gessetti, pastelli, polveri di gesso o pigmenti. Il santuario della Beata Vergine delle Grazie, in stile gotico lombardo, risale alla fine del Trecento: fu Francesco Gonzaga a farlo costruire, come ringraziamento alla Madonna per aver fatto cessare l’epidemia di peste, e ne affidò il progetto all’archistar del tempo, Bartolino da Novara, lo stesso che disegnò il castello di San Giorgio a Mantova e il castello Estense di Ferrara.
L’interno è sorprendente: su entrambi i lati della navata centrale, una serie di manichini in cartapesta, con abiti e armature che raffigurano – a grandezza naturale – coloro che era riconoscenti alla Vergine per una grazia ricevuta. E il coccodrillo imbalsamato che pende dalla volta nel bestiario dei tempi antichi era uno dei simboli del male e del demonio. Anche se a Ferragosto – solitamente – fa caldo, molto caldo, a Grazie si mangia sempre volentieri il cotechino tipico, con un ridotto contenuto di sale e di grassi. Info su www.curtatone.it
Stefano Marchetti