Scopri le delizie del Molise: tartufo, zafferano e innovazione agricola
Un viaggio gastronomico in Molise tra tartufi, zafferano e coltivazioni idroponiche, con tappe a Termoli, Busso e Vinchiaturo.
Piccola, ma piena di sorprese. Si parla troppo poco del Molise, la regione meno estesa d’Italia dopo la Valle d’Aosta, ma sempre pronta a regalare emozioni. In questo caso gastronomiche, con il tartufo e lo zafferano a deliziare il palato. Per un tour all’insegna delle specialità locali il punto di partenza ideale è Termoli, affascinante borgo a strapiombo sul mare Adriatico, che offre un tuffo nel passato grazie alla bellezza del castello, della Cattedrale e della ’rejecelle’, vicolo largo 41 centimetri e lungo 7,88 metri, che rivendica il titolo di strada più stretta d’Italia.
Un’oretta di strada verso l’interno, ed eccoci a Busso, poco meno di 1.200 abitanti, ma con un tesoro ’in pancia’: il tartufo. Il Molise è infatti diventata la nuova meta di cavatori e appassionati. "E dire che fino a una quarantina di anni fa – racconta Vincenzo Di Iorio, titolare dell’omonima azienda – non sapevamo neppure cosa fossero. Le chiamavamo le ’patate che puzzano’. Arrivava gente dal nord, parcheggiava l’auto e iniziava a girare per i nostri boschi. Accompagnati dai cani, come i cacciatori. Solo che giravano senza fucile, ma con una paletta a tracolla. ’Voi siete ricchi e non lo sapete’, disse un giorno un signore di Imola a mio nonno Vito. Quel giorno, si può dire, è nata la ’Tartufi Di Iorio’". Un’azienda a conduzione familiare, che nel tempo è diventata un gioiellino (34 tipi di prodotti) e che oggi serve ristoranti di tutto il mondo e attira turisti in Molise grazie anche alla ’caccia al tartufo’. Vincenzo e i suoi collaboratori, insieme ai loro cani, guidano grandi e piccini a cercare l’oro bianco e nero nei boschi. L’avventura termina con una degustazione in azienda.
Ma le sorprese che riserva Busso non sono finite. Perché qui ha sede l’azienda agricola Baldoni, che produce e commercializza lo ’Zafferano Molisano’, che ha la sua forza nel metodo di essiccazione: tramandato da generazioni, prevede l’esposizione degli stimmi al calore di braci di legni pregiati. Un metodo che ha rese inferiori in termini quantitativi, ma esalta il colore e soprattutto il sapore.
Il filo conduttore di questo viaggio, il cibo di qualità, porta poi sulle colline di Vinchiaturo, 620 metri di altitudine, in provincia di Campobasso. Qui c’è la ’CB Molisani’, azienda fondata dall’agricoltore Pasqualino Fierro e da Pasquale Felice, agrichef. Hanno sposato l’idroponica, cioè la coltivazione in acqua anziché nel terreno. Producono fragole, lamponi, ribes, more, mirtilli e fiori commestibili.
Prodotti che finiscono anche nei piatti del loro agriturismo ’Casale Rosa’, situato a due passi dalle serre. "Da noi comanda la natura – spiegano –. Frutta e ortaggi crescono grazie all’acqua, che arriva dalla sorgente e viene riciclata con una pompa. Aggiungiamo solo sali minerali di origine vegetale, in modo che il prodotto resti salutare al cento per cento. Le piantine sono sistemate in ’zattere’ adagiate sull’acqua. Massimo trenta giorni e raccogliamo, mentre in terra ne servono cento". Chiudiamo con il liquore di Italo Risi, 25 anni, ideatore del marchio ’Matese Officinale’. È proprio nel massiccio del Matese che il giovane imprenditore ha trovato 75 piante diverse e grazie a un’antica ricetta ha estratto un liquore, il ’Quirino’. Risi con il prugnolo, bacca spontanea, ha creato anche la bevanda naturale il ’Matese’.