Qatar on the road: viaggio alla scoperta di Doha e dintorni tra passato e futuro
L'Italia non c'è, come ben noto. Ma gli italiani, nella veste di turisti e visitatori, hanno valide ragioni per andarci comunque, a Doha, Mondiali o non Mondiali. Perché il Qatar, destinazione in forte crescita anche grazie al massiccio lavoro svolto dall’ente governativo Qatar Tourism, ha parecchio da offrire e, soprattutto, ha capacità di sorprendere.
Chi si si aspetta una seconda Dubai, infatti, resterà deluso. O piacevolmente sorpreso, a seconda dei punti di vista. Non che a Doha, capitale e unica vera città del Qatar, manchino lusso, sfarzo e una palese rincorsa ai gusti occidentali, ma allo stesso tempo si coltiva il senso della storia e delle proprie radici, rivendicando cultura e tradizioni del difficile passato, prima che il doppio bingo petrolio-gas facesse di queste lande desertiche uno dei posti più ricchi al mondo. A Doha si può ammirare uno skyline di notevole impatto, sulla baia, e si può farlo da un ampio viale pedonale come La Corniche, suggestiva passeggiata lungomare di 7 chilometri. Si può fingere di essere a Montecarlo recandosi a The Pearl, isola artificiale con caffè, negozi, ristoranti e ovviamente la marina per barche e yacht. E’ facile perdersi in uno dei tanti mall di lusso oppure salire in uno dei numerosi grattacieli ‘griffati’ da qualche archistar, quasi tutti hotel, per godersi una vista a perdita d’occhio su città, mare e deserto.
Ma per provare a comprendere più in profondità il ’pollice’ della penisola arabica, che ha sempre difeso la propria specificità e autonomia rimanendo separato dagli Emirati Arabi Uniti, occorre andare altrove. Al Souk Wakif, ad esempio, il mercato principale frequentato dai residenti. Oltre alle immancabili bancarelle con spezie e vestiti tradizionali, qui si trovano anche i ’distretti’ di falco e cammello, dedicati esclusivamente a questi due animali parte integrante della cultura qatarina. Al primo, nobile rapace, è riservato anche un ospedale-spa per prendersi cura di esemplari che possono arrivare a valere 250mila euro.
Tappa fondamentale anche Mshreib, nel cuore della capitale, quartiere moderno ma ispirato ai principi urbanistici e architettonici della tradizione. Case vicine per sfruttare l’ombra, di colori chiari e dalle finestre strette per ’allontanare’ il sole, giardinetti con giochi d’acqua e ampie piazze centrali come da tradizione araba. Qui si trovano anche la vecchia casa del direttore del porto, testimonianza della vita di una famiglia agiata a cavallo tra ‘800 e ‘900, e la Company House, la sede della prima compagnia petrolifera del Qatar che scoprì l’oro nero nel nord del Paese. Particolarmente significativo l’omaggio ai 200 ’pionieri’ qatarini, ex pescatori di perle che, ormai senza futuro dopo la rivoluzione di Mikimoto con la coltivazione delle ostriche, si sono riciclati in scavatori e picconatori, andando a trovare quel petrolio che avrebbe cambiato le sorti del loro Paese.
Vale certamente una visita il Katara Village, il distretto della cultura, dove tra le altre cose è possibile ammirare una moschea completamente rivestita di piastrelle dorate. Per una panoramica completa su storia e tradizioni del Paese, la destinazione giusta è il moderno e avveniristico Museo nazionale del Qatar, progettato dall’architetto francese Jean Nouvel ispirandosi alla Rosa del deserto.
Uscendo invece dalla città, a circa mezz’ora dal centro di Doha guidando verso sud, l'urbanizzazione lascia spazio al deserto. Quello classico di sabbia, con le dune e le oasi, mentre a nord, dove è stato trovato il petrolio, è fatto di rocce. Numerose agenzie organizzano i tipici tour, da quelli a dorso di dromedario agli adrenalinici raid in jeep o quad, con l’opzione anche del pernottamento in tende tradizionali oppure in un resort sul mare. A proposito di mare, il plus del Qatar è l’inland sea, suggestiva insenatura del Mar Arabico che si fa largo nel deserto al confine con l’Arabia Saudita, andando a creare una sorta laguna dai colori e dal microclima unici.