Prato, la capitale del tessile: archeologia industriale tra fabbriche e musei
Itinerari per conoscere il più grande distretto italiano dei filati, dove i vecchi capannoni si rinnovano, diventano green e ispirano nuovi dolci creati con gli avanzi di pasticceria
Prato è uno dei più grandi distretti industriali in Italia, il più grande centro tessile a livello europeo e uno dei poli più importanti a livello mondiale per le produzioni di filati e tessuti di lana. E’ una città che rappresenta la Toscana che non ti aspetti, capace di offrire esperienze di turismo industriale e culturale, prodotti tipici e percorsi naturalistici.
Un weekend a Prato è un viaggio nei secoli passando attraverso il Duomo e gli affreschi quattrocenteschi di Filippo Lippi e approdando nella contemporaneità del Centro Pecci e all’arte diffusa, sconfinando tra i percorsi di bike e trekking lungo la via Medicea (oltre 300 chilometri da percorrere in mezzo alla natura, a piedi e in bicicletta sui sentieri e lungo le vie storiche della Val Bisenzio), le eccellenze enogastronomiche, in una città che si propone come meta ideale per una vacanza diversa e coinvolgente. Nel 2021 per valorizzare tutto questo patrimonio è nato TIPO (Turismo Industriale Prato), progetto declinato in temi diversi che abbracciano tutto il “saper fare” pratese e punta a far conoscere ai viaggiatori luoghi industriali suggestivi in cui è presente la mano di grandi architetti e si respirano le storie di chi li ha vissuti.
Tipo 2024
Sono proprio le fabbriche, i vecchi opifici, a raccontare la città e il distretto del Museo del Tessuto, del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci e del Mumat – Museo delle macchine tessili, come modello di imprenditorialità, cura dell'ambiente e progettazione culturale. Una volta al mese, da gennaio a marzo, le visite guidate portano alla scoperta del grande patrimonio industriale della città e del territorio. Dalla tradizione dei cenciaioli alla green fashion, lungo il filo del passato che si ricuce – in tutti i sensi – con il presente e traccia il futuro di un territorio che non può prescindere dal proprio patrimonio di turismo e architettura industriale da vivere e conservare. Un “dentro e fuori” dalle archeologie industriali agli stabilimenti in attività, per toccare con mano i tessuti e la loro storia. TIPO Tour 2024 parte il 27 gennaio dal lanificio Nova Fides e dal suo reparto di tessitura, alla scoperta dei progetti sociali e di economia circolare dell'azienda. Dal Victory Café, tra telai meccanici e antichi macchinari, visita al prezioso archivio di curiosità tessili e reperti industriali, accensione del telaio meccanico a navetta. Il 24 febbraio sarà la volta dell’ex lanificio Orindo Canovai e del suo nuovo progetto di recupero, uno dei più straordinari esempi di rigenerazione urbana di edifici tessili, l’attuale Camera di Commercio e i suoi spazi pubblici tra biblioteca, auditorium e corte. Si prosegue a piedi nella zona del Soccorso fino dove sorgeva il lanificio La Romita (location di “Giovanna” di Gillo Pontecorvo) per visitare la realtà di oggi: Tribeca design, fucina creativa di oggettistica e interior design. Sabato 23 marzo la tappa è sulle sponde del Bisenzio, Sirius è insediata all'interno del villaggio fabbrica de La Briglia che a fine Ottocento Beniamino Forti costruì intorno al suo lanificio a ciclo completo, ed è attiva oggi nella follatura, tintoria e finissaggio di tessuti e materie prime, lavorazioni competitive per la nobilitazione del tessuto. Nel complesso di archeologia industriale di Gabolana a Vaiano, su cui domina la ciminiera del 1890, si trova invece la Lenzi Egisto, azienda con oltre 120 anni di storia. Partita con il tradizionale cardato riciclato, Lenzi oggi è leader nelle produzioni hi-tech, con tessuti ignifughi, antiabrasione o antiperforazione impiegati nell’abbigliamento da performance sportivo, medico e non solo, ma anche con tessuti green a partire dal PET delle bottiglie riciclate. Gran finale ad aprile, dal 12 al 14, con la seconda edizione di TIPO Festival, con spettacoli in fabbrica, mostre ed eventi, laboratori (anche per i più piccoli) e come momento di confronto e approfondimento sullo stato dell’arte del turismo industriale in Italia, che vede Prato protagonista con 2.500 le imprese tessili in attività, con il 16% (18.660 unità lavoro) degli addetti del comparto italiano. Prato è un polo fortemente innovativo che ha da tempo introdotto una filosofia green nelle proprie produzioni, a partire dal recupero delle materie prime.
Pasticcerie da premio
Non solo lane, filati, tessuti. Tra le eccellenze di Prato c’è anche la pasticceria, con i suoi dolci riconosciuti ovunque. Un esempio sono le pesche di Prato della pasticceria Nuovo mondo di Sacchetti (Tre torte del Gambero Rosso 2024, è tra le 14 migliori pasticcerie di tutta Italia), un dolce composto da due semisfere di pasta brioche, farcite con crema pasticcera, con una bagna speziata, il sapore tipico dell’alchermes e sfumature di vaniglia. Alla pasticceria di Luca Mannori (Tre torte del Gambero Rosso e campione del mondo 2021) è celebre per la sua torta Setteveli, con base di pralinato ai cereali contrastata dalla morbidezza di un pan di Spagna al cacao, tutti in sette strati. Il biscottificio Antonio Mattei è uno stop obbligato, una vera e propria fabbrica dei Biscotti di Prato in centro città, dove respirare il profumo della tradizione: le ricetta originale e segreta di questo prodotto dolciario è rimasta invariata da 155 anni.
Pan di Stracci
Tra tradizione e innovazione l’ultimo nato è il Pan di stracci, il nuovo dolce da forno di Prato che si ispira squisitamente alla produzione dei tessuti rigenerati. L’idea nasce da un giovane immerso da sempre nella vocazione green del distretto del tessile, Leonardo Cai, studente del corso di Disegno Industriale del Design Campus dell’Università di Firenze che ha “progettato” il nuovo dolce per la propria tesi, affiancato dal Maestro di Arte Bianca Massimo Peruzzi, celebre pasticcere della città sulle rive del Bisenzio. Dai ritagli di stoffa si producono pregiati tessuti, grazie all’arte del riuso. Così il Pan di stracci si prepara con un procedimento simile, usando gli avanzi di pan brioche dell’impasto dei croissant. Nella forma irregolare ricorda i “monti” di stracci, cioè gli alti cumuli di stoffe selezionate per fasce cromatiche che devono essere scelte dagli esperti cenciaioli capaci di identificarne la qualità con il solo tocco delle dita. Oltre ai dolci, tra i prodotti tipici speciali c’è la mortadella di Prato, Presidio Slow Food, ottima da gustare con i fichi e con la bozza pratese, un pane della tradizione locale. Non può certo mancare una buona selezione di vini di Carmignano e di oli delle colline, da scoprire andando per vigne e fattorie.
Shopping in fabbrica
Prato offre numerose occasioni per acquistare nei luoghi in cui si produce, seguendo un percorso tra tante aziende che realizzano stoffe pregiate e conosciute in tutto il mondo. Spacci e outlet propongono accessori e capi confezionati artigianali made in Prato, di lana e in puro cashmere (elenco completo per gli acquisti in fabbrica su www.pratoturismo.it). Tra gli esempi di azienda che hanno a cuore il tema del riciclo per salvaguardare le risorse naturali c’è la Tesma Cashmere, che dal 1990 si occupa della rigenerazione della fibra di cashmere nella sua sede di Montemurlo, in provincia di Prato.
Cosa vedere, percorsi in autonomia
Con l’App Tipo è possibile organizzare facilmente delle visite in autonomia lungo il Bisenzio, dal Cavalciotto alla ex Campolmi, per scoprire il mondo del tessile di ieri e di oggi attraverso i punti di interesse. Eccone alcuni.
Museo del Tessuto
Unico museo in Italia dedicato interamente all'arte e alla tecnologia tessile, ha sede negli ambienti dell'ex cimatoria Campolmi, un grande opificio tessile situato all'interno delle mura medievali, monumento di archeologia industriale del XIX secolo. Il patrimonio museale consiste in una cospicua raccolta di frammenti tessili prodotti in vari paesi del mondo dall'antichità ad oggi. Una vasta sala, con 2 copertura a capriate moderne in legno e acciaio, è destinata alle esposizioni temporanee. www.museodeltessuto.it
MUMAT - Museo delle Macchine Tessili
Il museo sorge nell’edificio del primo carbonizzo costruito a Vernio, il Carbonizzo Meucci. Qui è possibile ripercorrere la storia recente e il passato industriale tessile della Val di Bisenzio, dei tanti esempi di archeologia industriale e soprattutto del metodo di riciclo degli stracci, peculiarità della città di Prato. In esposizione strumenti e macchine tessili dalla fine dell'800 alla metà del '900: filandre, cardature, l'antica turbina della fabbrica alimentata dall'acqua del Bisenzio e un raro esemplare di telaio in legno restaurato. Il Mumat rappresenta un esempio di "museo diffuso" legato ai luoghi del tessile, con il Museo del Tessuto come capofila. www.museomumat.it
Cavalciotto di Santa Lucia
Il Cavalciotto è una pescaia posta a Santa Lucia che risale al secolo XI, rappresenta uno dei più importanti esempi di archeologia industriale del territorio, ed è una componente fondamentale del complesso sistema idrico pratese, costituito da ben 53 chilometri di gore che partendo da lì attraversano tutto il territorio pratese per poi andare a gettarsi nel fiume Ombrone. La funzione principale del Cavalciotto era quindi quella di deviare il naturale corso del Bisenzio per dare vita al cosiddetto Gorone, la prima e più grande gora di Prato.
Lanificio Calamai
Sul Viale Galilei nel 1924-31 i Calamai costruirono uno stabilimento industriale su progetto dello studio fiorentino Poggi e Gaudenzi. Il nuovo Lanificio Figli di Michelangelo Calamai è un vasto spazio rettangolare nel quale sono posti sei capannoni in cemento armato, separati da percorsi, e da una monumentale facciata di gusto classicheggiante, che costituisce una rara testimonianza per le “scarne” fabbriche dell’epoca. Oggi la struttura ospita una residenza per studenti. Di recente sulle pareti dell’ex Calamai trova posto il murale realizzato dal writer Dem. È possibile visitarla esternamente e accedere al cortile interno.
Lanificio Lucchesi
È un edificio che si estende in lunghezza, con un doppio ordine di finestroni, costruito a ridosso delle antiche mura trecentesche da Guido Lucchesi a partire dal 1911, successivamente fu molto ampliato. Oggi i fabbricati appartenenti a diversi proprietari sono in parte dismessi, mentre nella porzione occidentale ha trovato collocazione la farmacia del vecchio ospedale. Da qualche anno la vecchia fabbrica è periodicamente sede di mostre di arte contemporanea, riacquistando in tal modo il ruolo storico di spazio creativo.
Teatro Fabbricone
Il Teatro Fabbricone è uno spazio culturale e uno dei centri di ricerca e sperimentazione teatrale più vivaci in Italia. Sorge all'interno di ciò che fu il complesso industriale tessile più noto e tra i più antichi di Prato, il cosiddetto "Fabbricone", fondato nel 1888 dalla ditta austro-tedesca Koessler e Mayer. Nel 1974, in occasione dell'allestimento dell'Orestea per la regia di Luca Ronconi, fu impiegato per la prima volta come spazio teatrale, alternativo al classico teatro all'italiana e divenne così il secondo teatro pratese.
Camera di Commercio
Completamente rivoluzionato al suo interno, grazie a un importante lavoro di ristrutturazione, l'edificio mantiene il suo aspetto monolitico dietro a una nuova veste, una pelle in lamiera stirata anodizzata color bronzo simile a un "tessuto" che lascia intravedere il corpo della struttura preesistente. Info: www.pratoturismo.it