Parco del Furlo: sotto le stelle arte e natura

di LORELLA BOLELLI
1 marzo 2022

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La Gola del Furlo è un meraviglioso canyon creato dall’incessante scorrere dell’acqua del fiume Candigliano situato tra il monte Pietralata (889 m) e il monte Paganuccio (976 m). Un paradiso naturale a portata di mano, nella provincia di Pesaro-Urbino (raggiungibile in poco più di mezz’ora dall’uscita autostradale di Fano e a pochi chilometri da Urbino) fatto di pareti di roccia calcarea a picco sul fiume verde smeraldo su cui si specchia un cielo popolato di aquile reali e poiane. E’ in questo contesto di grande suggestione naturalistica che nel 2011 ha preso vita il progetto della Casa degli Artisti, i cui binari statutari prevedono la salvaguardia della biodiversità, non solo vegetale, e la difesa dell’arte sostenibile. La località precisa è Sant’Anna del Furlo, raggiungibile dalla superstrada Fano-Roma o dalla Statale Flaminia, a venti minuti sia da Fano che da Urbino. Il limitrofo Bosco di Sant’Anna è un esempio vivo di macchia mediterranea, che non ha mai subito il rimboschimento di conifere non autoctone ed è rifugio prediletto dei rapaci notturni e diurni, paradiso dei birdwatchers. Ma è anche la location di un parco botanico che dal 2007 ospita 30 alberi di frutta antica tra mele, pere, giuggioli, ciliegi, pruni, susini, un corbezzolo, un corniolo, vari fichi e pesche, tra cui la rara sanguigna nera. Poi le rose antiche del Montefeltro dalla collezione di Rosetta Borchia, il gelsomino giallo, erbe ‘mangerecce’ e officinali, arbusti, tipici e autoctoni tra querce secolari, lecci, frassini, noci. Dal 2010 ad arricchire questo concentrato di natura selvaggia più di 50 opere di Land Art che formano un vero e proprio museo a cielo aperto implementato ogni anno dalle opere che gli artisti donano al parco nel corso dell’annuale rassegna di Arte en plein air. Nel Parco culturale entra a buon diritto anche la Diga del Furlo. Maestoso esempio di architettura industriale del 1920, è una delle poche rimaste in Italia con un ventaglio in calcestruzzo completamente integrato nel paesaggio circostante. E’ invece del 1936 il famoso Profilo del Duce (lungo circa 180 metri), tutt’ora ancora in parte visibile, sulla sommità delle balze del Pietralata, realizzato dalla Milizia Nazionale Forestale, in collaborazione con gli scalpellini del luogo in segno di gratitudine per le migliorie (tra cui l’arrivo della prima linea telefonica) introdotte dal regime. Mussolini aveva infatti consacrato la città del Furlo come luogo ideale per rilassarsi e staccare dagli impegni quotidiani. L’albergo che frequentava era quello di Domenico Candiracci che, per sdebitarsi dell’installazione del primo telefono pubblico nel suo esercizio, consegnò al Duce le chiavi di una camera al primo piano. Tutt’ora visitabile, ha i muri ricoperti di graffiti: da ‘Viva il Duce’ e ‘a Morte il comunismo’ e a ‘Morte al fascio’ insieme a nomi di coppie e date di fatidiche notti d’amore.
ACQUALAGNA

Tartufo sua Maestà in cucina

L’indiscusso re della tavola della zona del Furlo è il Tartufo Bianco di Acqualagna ma la presenza in zona anche del Tartufo Nero, dello Scorzone, dell’Huncinatum e del Bianchetto fa sì che si abbia a disposizione il Tartufo fresco tutto l’anno. Qui nel 1890 è nata anche la Borsa dedicata al prezioso tubero e che ancora oggi permette a chi lo trova di stimare correttamente il valore del prodotto.
BOMARZO

Il giardino dei mostri e il cuore infranto

Il parco dei Mostri di Bomarzo fu ideato da Pirro Ligorio su commissione del Principe Pier Francesco Orsini detto Vicino allo scopo di “sol per sfogare il core” rotto (?) per la morte della moglie Giulia Farnese. Era il 1560 in questo angolo di Tuscia tra le pendici dei Monti Cimini e la valle del Fiume Tevere (263 metri d’altitudine) quando Giulia passò a miglior vita e da questo momento si fa strada nella mente di Vicino non la costruzione del complesso ma l’idea del ‘boschetto’ che fino quasi alla morte diventerà poi la sua ossessione. Dissolti gli insegnamenti del Bramante e gli esempi di Raffaello e Antonio da Sangallo, qui il posto d’onore lo occupa una grottesca rappresentazione mostruosa e surreale d’una realtà insolita tra le piante tra sfingi, falsi sepolcri etruschi, una testuggine colossale, il mascherone dalle fauci spalancate e una casa pendente.
TRASIMENO

A Tuoro lo Stonehenge dell’Umbria. Dal lago emerge il Campo del Sole

A Tuoro sul Trasimeno, in località Punta Navaccia, si trova Campo del Sole, realizzato tra il 1985 e il 1989 sotto la direzione artistica di Enrico Crispolti, su progetto di Pietro Cascella, Cordelia Von den Steinen col marito Mauro Berrettini per celebrare la famosa battaglia del Trasimeno in cui Annibale riuscì a sconfiggere l’esercito romano nel 217 a.C. Architettura di sculture, è composta da 27 colonne azzurre in pietra serena delle cave del Trasimeno su cui i 28 artisti invitati hanno potuto esprimere liberamente la propria creatività intorno al tema della colonna. Il risultato è una sorta di spirale di grande dimensione che pare emergere direttamente dalle acque.