Oltre il Colosseo: gli anfiteatri romani più belli

24 gennaio 2024
Pula Arena. Roman amphitheatre in Pula

Pula Arena. Roman amphitheatre in Pula

Storicamente, l'anfiteatro nasce come luogo di intrattenimento nell'Antica Roma, molto popolato, per assistere alle lotte fra gladiatori o agli spettacoli cruenti, simbolo di potere. Oltre al Colosseo, la cui costruzione è iniziata nel 70 d.C. sotto Vespasiano e conosciuto in tutto il mondo come l'anfiteatro più noto, esistono tanti altri anfiteatri romani belli e importanti allo stesso tempo. Per scoprirli, ecco qualche itinerario sulle ali del passato.

Santa Maria Capua Vetere, Verona e Pompei

Iniziamo dalle arene meglio conservate nella nostra Penisola. Datato I secolo a.C, restaurato nel 119 d.C dall'imperatore Adriano e inaugurato nel 155 d.C da Antonino Pio, l’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere è tra gli anfiteatri appartenenti alla storia romana più antichi al mondo. Composto da quattro piani di ordine tuscanico dall’altezza di 46 metri, i tre piani inferiori erano costituiti da 80 arcate di travertino arricchiti da busti di divinità. Oggi, sette di quelle statute è possibile visionarle sulla facciata del Palazzo Municipale di Capua; le altre sono custodite nel museo della città. Costruita nel periodo dell'impero di Augusto fra il II e il XIV d.C, l'Arena di Verona si presentava con un anello costituito da tre ordini di archi e disponeva di ben 64 ingressi, la cui capienza interna era di 30mila spettatori, dove si tenevano spettacoli di caccia di animali e, soprattutto, lotte fra gladiatori. Oggi, con una capienza ridotta a 22mila ingressi, l'Arena di Verona è utilizzata principalmente per concerti e spettacoli dal vivo. Costruito nel 70 a.C dai duoviri Gaio Quinzio Valgo e Marco Porcio e utilizzato per giochi circensi e combattimenti tra i gladiatori, l'Anfiteatro di Pompei è rimasto sepolto dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C ed è stato ritrovato a seguito agli scavi archeologici dell'antica Pompei: è sicuramente uno degli anfiteatri romani fra i meglio conservati, oltre che fra i più antichi. Poteva contenere 20mila spettatori, ovvero il 100% della capienza della popolazione di Pompei dell'epoca. Diviso in due ordini, esternamente l'Anfiteatro di Pompei era composto da archi ciechi in pietra. Mentre, all’interno, la cavea era suddivisa in tre parti: l’ima cavea, per i personaggi di spicco; la media cavea, per il popolo; e la summa cavea, per le donne.

Arles e Nîmes in Francia

Uno dei più grandi anfiteatri presente in Gallia e uno dei monumenti meglio conservati di quel periodo della Provenza, costruito nel 90 d.C, l’Arena di Arles, presente lungo il Rond-Pont des Arènes, è considerata la più antica plaza de toros del mondo. Utilizzata per le gare di lotta e le corse di carri, così come l'Anfitetato di Pompei aveva una capienza di 20mila spettatori, suddivisi in tre livelli. A partire dall'Ottocento, invece, l'Arena romana di Arles è stata utilizzata per le corride. Nel 1981 l’anfiteatro è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità. Oggi, utilizzato ancora per corride, spettacoli teatrali e concerti, l’Arena Romana di Arles può contenere 12mila persone al suo interno. Costruita alla fine del I secolo d.C. e utilizzata dai romani per combattimenti di gladiatori, caccia di animali e altri tipi di spettacoli, l'Arena di Nîmes comprende due livelli da 60 arcate ciascuno a doppio ordine dorico, superando i 20 metri di altezza. Nel periodo del Medioevo, l'Arena è stata adibita a fortezza, con case al suo interno. Soltanto nel 1840 è stata riconosciuto “Monumento storico di Francia”. A partire dall'Ottocento è stata riconvertita nuovamente a teatro; oggi è luogo di spettacoli e concerti, con una capienza massima di 13mila spettatori, 11mila in meno rispetto a quanti ne accoglieva in epoca romana.

Tra Spagna, Germania e Croazia

Edificato nel II secolo durante il governo di Antonino Pio e poi ristrutturato nel 293 da Costanzo Cloro, l'Anfiteatro di Treviri, in Germania, a nord delle Alpi, è patrimonio mondiale dell'UNESCO dal 1986. Al suo interno, ospitava spettacoli di gladiatori e animali, con una capienza di 20mila persone. Una cantina sotto l'Arena veniva utilizzata per immagazzinare gli animali e condannare a morte i prigionieri. Oggi l'Anfiteatro di Treviri viene utilizzato per simulazioni di combattimenti e spettacoli di gladiatori. Costruito tra il 27 a.C. e il 68 d.C. il nome deriva dal latino ărēna, che indica la sabbia che ricopriva le platee degli anfiteatri romani, l’Anfiteatro di Pola o Arena di Pola è uno degli anfiteatri romani più grandi mai costruiti, oltre a essere uno tra i monumenti antichi meglio conservati dell'intera Croazia. Utilizzato per combattimenti tra gladiatori e naumachie, la sua capacità era di circa 25mila spettatori. Costruito prelevando il materiale dalle note cave di pietra calcarea bianca, oggi l’Anfiteatro di Pola ospita spettacoli teatrali e musicali. Costruito nel II secolo d.C. sulla roccia lungo la via Augusta, l'Anfiteatro di Tarragona (allora città di Tarraco) è situato nella regione della Catalogna, nel nord-est della Spagna. Utilizzato per le lotte fra gladiatori e con gli animali, al suo interno aveva una capienza di 15mila spettatori. Durante le persecuzioni dei cristiani da parte dell’Imperatore Valeriano, qui l’arcivescovo Fruttuoso e i suoi diaconi Augurio ed Eulogio sono stati bruciati vivi. Dal momento in cui il Cristianesimo è diventata la religione ufficiale dell’Impero, l’anfiteatro ha perso le sue funzioni originarie, e così le sue pietre sono state utilizzate per costruire una basilica per commemorare i tre martiri.

Leptis Magna ed El Jem

Costruito nel 56 d.C durante il principato dell'imperatore Nerone, l'Anfiteatro Romano di Leptis Magna si trova in Libia, nei pressi di Homs, poche centinaia di chilometri a Est di Cartagine e a 130 km dall'odierna Tripoli, con una capienza che allora era di 15mila spettatori. Dal 1982, Leptis Magna è Patrimonio dell’Umanità Unesco Costruito durante il proconsolato di Giordano I, l’Anfiteatro di El Jem aveva una capienza di 35mila spettatori, all'interno del quale venivano organizzati spettacoli come i combattimenti tra gladiatori e le corse dei carri. A partire dal XVII secolo le sue pietre sono state utilizzate per costruire il villaggio di El Jem e della Grande moschea di Qayrawan. I suoi ruderi sono stati dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità nel 1979.